Educare i giovani all’accoglienza dei migranti per allargare i confini

16 Nov 2021

di Silvano Trevisani

Si è svolto, nell’auditorium dell’istituto tecnico Amaldi di Statte, il XVIII convegno Migrantes, in occasione della Giornata mondiale. L’intervento dell’arcivescovo Filippo Santoro

“Verso un ‘Noi’ sempre più grande” è stato il tema del XVIII convegno Migrantes della diocesi di Taranto svoltosi il 10 novembre scorso nell’auditorium dell’istituto tecnico industriale Amaldi di Statte, in occasione della 107a Giornata mondiale del migrante, davanti a una platea di studenti e operatori volontari dei servizi sociali.

L’intenso programma dell’incontro, organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti, ha inteso riprendere, nel tema proposto, le parole di papa Francesco, ripetute nell’appello lanciato il 24 ottobre scorso per i migranti respinti in Libia. In apertura, dopo i saluti del sindaco di Statte, Franco Andrioli e del dirigente scolastico dell’Amaldi, Francesco Raguso, il vicequestore vicario, Rosa Maria Padovano ha rappresentato la vicinanza della prefettura e del ministero per l’attività svolta in favore del migranti, quindi l’arcivescovo Filippo Santoro ha introdotto i lavori, commentando l’appello del papa e sottolineando l’importanza dell’educazione di ragazzi e giovani, sin nei banchi di scuola, all’accoglienza del prossimo e del diverso. “Un’occasione importante in un momento in cui il fenomeno della migrazioni sta assumendo dimensioni sempre maggiori. Tutta l’accoglienza dev’essere fatta tenendo presente un orizzonte allargato a tutto il Paese. Dobbiamo protenderci a costruire un futuro migliore, in cui siamo tutti fratelli, ognuno con la propria responsabilità. Taranto ha sempre offerto accoglienza e rifugio a chi fugge dalle guerre e dalle ingiustizie e continuerà a farlo, mettendo insieme tutte le forze in campo in nome di papa Francesco”.

È toccato a Marisa Metrangolo, direttrice dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti, aprire la serie degli interventi evidenziando come nelle parole del Papa sia racchiuso tutto il messaggio di fraternità che, superando le barriere dell’io, ci induce a sentire tutti gli altri come parte di un “noi” universale. Ha quindi evidenziato come nel Rapporto Immigrazione di Caritas Migrantes 2021, gli immigrati regolari in Italia risultino 5.035.06. Le donne sono in maggioranza, il 51,82%. Confrontando i dati dello scorso anno (5.300.000) si evince che il numero degli immigrati è diminuito di 300mila unità. Se ne deduce che l’Italia ha perso attrattive per i migranti, verso i quali manca di attenzione sociale, sanitaria, abitativa, cioè di accoglienza. Ma i toni allarmistici continuano. Migliaia di persone straniere hanno deciso di andarsene dall’Italia, insieme a tanti italiani. In Puglia gli immigrati sono 134.788 mentre nella provincia di Taranto sono 14.209.

 

Dal Rapporto “Italiani nel mondo” – ha aggiunto – apprendiamo che il numero degli italiani nel mondo ha superato il numero degli immigrati in Italia: oggi sono 5.600.000!

Marisa Metrangolo ha anche presentato un video che ha ripercorso i diciotto anni di attività dell’Ufficio diocesano.

Un approfondimento dei temi contenuti nel messaggio del Santo padre lo ha offerto la relazione di don Ciro Alabrese, direttore diocesano dell’Ufficio Educazione, scuola e università, che ha rimarcato come la Chiesa abbia da sempre posto al centro della propria attività pastorale il problema delle migrazioni, come dimostra il fatto che quella del migrante sia stata la prima Giornata mondiale ad essere stata istituita, nel lontano 1914, quando erano milioni di italiani, seguiti anche da molti sacerdoti che ne curavano le esigenze spirituali, a emigrare, soprattutto nelle Americhe.

Flavia Leopardo, in rappresentanza dell’associazione “Noi e Voi”, ha presentato la testimonianza di un giovane profugo, il quale ha sottolineato l’importanza dell’integrazione, che rappresenta il necessario prosieguo del percorso che inizia con l’accoglienza e la protezione di chi arriva, secondo il messaggio del papa.

Dal convegno è scaturita una sollecitazione sia all’accoglienza che alla comprensione del diverso, nella consapevolezza che il confronto tra cultura ha sempre prodotto un reciproco arricchimento.

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