La caduta dell’amministrazione comunale ha avuto ripercussioni sullo stop del Peba

Tutto fermo per il Peba, il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Che il terremoto politico che ha portato alla caduta dell’amministrazione comunale si sarebbe fatto sentire, era chiaro. Andando ad analizzare i vari ambiti lo è ancora di più. L’assessorato comunale all’Urbanistica e Grandi Progetti aveva terminato le procedure tecniche per giungere all’approvazione definitiva del Peba, che era stato già presentato nel 2019 in un primo stralcio riguardante i quartieri Porta Napoli, città vecchia e Borgo e che, grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Regione Puglia, doveva essere esteso a tutta la città. «Abbiamo approvato il Peba in giunta – ci spiega Ubaldo Occhinegro, ex assessore al ramo del Comune – e adesso ci sarebbe dovuto essere un passaggio prima in consiglio comunale e poi con la città, ma non sarà così e probabilmente se ne riparlerà fra sette mesi, con l’insediamento di un nuovo sindaco. Dispiace perché ci avevamo lavorato tantissimo». Le barriere architettoniche non sono un “servigio” ai disabili, sono un sacrosanto diritto che si estende a tutti: mamme con passeggini, persone con infortuni temporanei per cui è necessario muoversi in carrozzina o con le stampelle. «Dicevo che dispiace perché il lavoro è stato impegnativo. Abbiamo censito tutte le criticità della città, che sono migliaia, dai marciapiedi privi di rampe agli impedimenti ottici. Un lavoro fatto insieme alla direzione lavori pubblici, che portando avanti un importante piano strade e marciapiedi doveva adottare il piano e renderlo operativo nel rifacimento dei vari accessi e rampe nelle strade»- prosegue Occhinegro. Dopo la presentazione degli elaborati progettuali da parte del tecnico incaricato, l’architetto Alessandro Massaro, e l’approvazione in giunta, assieme all’Urban Transition Center e all’assessorato ai Servizi Sociali era prevista una fase di consultazione pubblica con il coinvolgimento dei cittadini, dei professionisti e delle associazioni con cui il percorso era già stato avviato nel 2019 in cinque incontri tenuti all’assessorato all’Urbanistica. Il Peba, per un mese, doveva essere oggetto di eventuali osservazioni da parte di tecnici, associazioni e semplici cittadini, per poi passare al vaglio della commissione consiliare Assetto del Territorio e al voto per la definitiva adozione in Consiglio Comunale. A ottobre scorso, dopo l’approvazione in giunta, erano state queste le parole del neo eletto assessore al ramo, che aveva sostituito Occhinegro nel rimpasto di giunta, Emanuele Di Todaro. «La direzione Urbanistica ha compiuto un lavoro eccezionale compilando l’ennesima pianificazione che darà ordine a un settore così complesso. Ora ci aspettiamo che arrivino indicazioni costruttive, che possano ulteriormente qualificare il provvedimento e renderlo compiutamente rispondente alle esigenze dei cittadini».

Il lavoro era su tutti i fronti: istituti scolastici primari e secondari, uffici comunali inaccessibili o con ascensori che non funzionano, istituti superiori, di competenza della Provincia, in tutte le loro parti, o nelle aree comuni. A Taranto è ancora inaccessibile anche la stazione e la Sala Blu, che offriva un servizio di assistenza, è chiusa. «La nostra idea di transizione- aveva detto il sindaco Rinaldo Melucci –anche in campo urbanistico, è totalmente inclusiva: ora toccherà ai cittadini e ai loro rappresentanti offrire un contributo costruttivo a questa importante prospettiva». Per il momento così non sarà. Ad oggi nessuno è stato in grado di dirci se il commissario prefettizio potrà lavorare per portare avanti le consultazioni con la città ma comunque mancherebbe il placet del consiglio comunale.
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