“Mamma, ci stanno bombardando!” il messaggio drammatico di Oksana dall’Ucraina
La giovane donna, da ventidue anni a Taranto, era in Ucraina per prendersi cura del fratello vittima di un grave incidente di lavoro. L’abbiamo raggiunta nell’alimentari di prodotti della terra natia
È scesa dal taxi alle 2.30 di una notte sferzata da un vento astioso e freddo. Oksana con il suo borsone e il giaccone appoggiato sul braccio ha varcato la soglia del suo portone dove l’aspettava in lacrime sua mamma Maria. Lei il freddo, quello che taglia la faccia, lo conosce dacché è nata. Lei il freddo lo ha sentito, gelido, nel cuore, al risveglio ucraino, giovedì 24 febbraio, quando le sirene di guerra raccontavano che un uomo senza scrupoli aveva – ancora una volta – compiuto il gesto infame di cambiare il corso della storia con la violenza e le bombe.
Ci son volute 63 ore per venir via dall’inferno. Tanto ha impiegato un pullman che dalla sua città natia l’ha riportata a Taranto: “Son tornata a casa!” ci dice con occhi lucidi, che hanno avuto modo di vedere le prime conseguenze della follia umana.
Siamo stati diverse volte nel suo negozio di generi alimentari ucraini, accanto alla parrocchia San Francesco di Paola, sul margine del centro cittadino.
Siamo stati in apprensione con sua madre che apriva l’attività commerciale più per raccogliere l’abbraccio non solo ideale di una città accogliente come il suo porto, di scogli a forma di braccia aperte.
Non aveva testa di lavorare da quando un messaggio di primo mattino ha stravolto giorno e pensieri: “Mamma, hanno bombardato l’aeroporto di Ivano-Frankivsk… Ci hanno attaccato!”.
Quell’aeroporto dista solo venticinque chilometri dalla casa in Ucraina e i missili ora erano davvero cosa reale, non solo minaccia per intimorire il mondo intero.
Oksana, come mai eri in Ucraina?
“Mio fratello, che vive lì con moglie e tre figli, ha avuto un brutto incidente e sono corsa da lui per sostenerlo e curarlo.
Il rischio che Putin passasse dalle parole ai fatti c’era, ma questo non ha impedito che rimanessimo comunque increduli. «Lo ha fatto davvero!» mi ha detto mio fratello, con un filo di voce.
Quindi ero lì per un evento fortuito, perché non ci andiamo spesso, sebbene vivano lì tanti nostri affetti”.
Parlavi dell’incredulità che ha pervaso tutti, nonostante la tensione con la Russia salisse giorno dopo giorno
“Che Putin fosse un uomo senza scrupoli lo avevamo capito dal 2014, quando ha cominciato un conflitto per riconquistare la Crimea, che è repubblica indipendente ma su suolo ucraino: come è San Marino per l’Italia, per intenderci.
Il fatto che avesse minacciato di attaccare giorno 16 febbraio, aveva fatto abbassare il livello di preoccupazione: giorno dopo giorno ci eravamo convinti che no, questa volta non mettesse in pratica le sue intenzioni!”
La fila di mezzi, lunga chilometri, verso il confine con la Polonia
Come si svolge, se si svolge, la vita in Ucraina in questi giorni?
È una situazione surreale: sembra di vivere in una bolla. Pochi continuano a lavorare come i sanitari o chi ha negozi di alimentari. Sono poche le attività aperte: una mia cara amica mi raccontava che, dopo l’attacco, ha venduto tutto entro mezzogiorno e sebbene l’approvvigionamento dei prodotti alimentari sia ancora garantito, nessuno pensa che possa essere così anche in futuro.
Se la mente riesce a distrarsi un attimo, ci pensano le sirene militari a riportare alla triste realtà. A quel punto, l’unica cosa da fare è scappare nei sotterranei del palazzo per sentirsi al sicuro. In Ucraina tutti i palazzi hanno sotterranei di sicurezza, ma non chiedermi la ragione ‘storica’ di questo.
Vedi spiragli di luce dalla trattativa in corso?
Per l’esperienza che abbiamo, non sono molto fiduciosa; ma la speranza – come si dice qui da noi – è l’ultima a morire!
Io che vivo a Taranto da ventidue anni – che sono di più di quelli trascorsi in Ucraina, dalla mia nascita -, non conosco poi le dinamiche precise, quelle che conoscono solo quelli che le vivono quotidianamente, di questo intervento militare. Oltre a sentirmi profondamente italiana, vedo i tg italiani e, a parte questa fase drammatica, seguo poco le vicende ucraine. Quando parlo con mio fratello o le mie zie, parliamo di come stanno, della salute o di cosa faranno di bello nel weekend, non di geopolitica e un uomo senza morale”.