Ucraini ospiti del centro di accoglienza della Caritas. Il vescovo: “Rimanete per tutto il tempo che vorrete”
Nel centro di prima accoglienza della Caritas diocesana, Palazzo Santacroce, in città vecchia, da lunedì sera c’è una bambina ucraina dagli occhi blu: si chiama Sofia. La madre, Olga, è la più giovane delle dieci donne che hanno raggiunto Taranto lunedì sera, accolte dall’arcivescovo della diocesi ionica, mons. Filippo Santoro, dal direttore della Caritas diocesana, don Nino Borsci e da tanti volontari. L’arrivo è stata promosso dall’arcidiocesi, con il coordinamento della congregazione don Luigi Orione, rappresentata da don Alberto Fossati. Le profughe sono giunte in Italia, a Milano, con l’autobus e poi a Taranto con il treno, attualmente gratis per i profughi. Successivamente l’accoglienza in stazione e lo spostamento nel Centro. A gestire e coordinare l’emergenza, Rosanna Putzolu. “Delle dieci donne arrivate – ci racconta- tre sono andate in una famiglia e sette sono rimaste da noi per la notte. Una poi il mattino successivo è partita alla volta di Crotone, in Calabria, dove l’attendeva una famiglia ospitante. Da noi sono rimaste cinque donne e una bambina di 2 anni e mezzo. Sono persone che fanno molta tenerezza. Gli sguardi sono assenti, pensierosi. Abbiamo tenuto un primo incontro per capire le loro abitudini, la loro cultura, per sapere di cosa avevano bisogno, schede telefoniche, cellulare, cosa gradissero mangiare per colazione o pranzo. L’emozione lunedì sera è stata tantissima. Olga piangeva, temeva che la figlia avesse la febbre. Invece, visitata da un medico volontario, si è rivelato un raffreddore.
Negli occhi di queste persone c’è la paura, la tensione ma anche la voglia di ritornare presto a casa, dove hanno lasciato parenti, mariti. Per impegnarle e renderle indipendenti, abbiamo pensato di accompagnarle a fare la spesa e farci cucinare qualcosa di tipico nelle prossime cene al Centro”. C’è un altro aspetto su cui la Putzolu focalizza l’attenzione: la sinergia tra parrocchie, enti ecclesiastici e cittadini, per dare una mano. “Sono oltre 200, le richieste di ospitalità che ci sono pervenute. Nei giorni scorsi, solo per fare degli esempi, alla parrocchia Maria Santissima Immacolata di san Giorgio sono state sistemate in 6, dalle Ancelle di Dio Misericordia 3, a Grottaglie, nella comunità della chiesa del Santissimo Sacramento, ne ospitano 5. Ci si organizza anche per vicarie ed è commovente sentire che siamo parte di un’unica grande famiglia, che è la nostra diocesi”. “Non era il caso e non me la sono sentita di chiedere subito i loro vissuti – ci spiega Serena Tagliente, psicologa e volontaria del Gruppo Protezione Civile di Taranto – la prima comunicazione è stata a gesti. Solo una di loro conosce un po’ di inglese. Le altre parlano soltanto ucraino e abbiamo provato ad utilizzare una app che traduce simultaneamente dall’italiano all’ucraino e viceversa, per capirci meglio. Olga mi ha chiesto di imparare l’italiano, perché vuole sentirsi indipendente. Abbiamo cominciato dalle basi, dalla presentazione, dall’io mi chiamo ed è già un primo passo importante. Abbiamo parlato dei loro piatti tipici, le abbiamo accompagnate sulla ‘ringhiera’ per vedere il mare e oggi visiteranno il Castello aragonese, che per ora hanno visto solo dall’esterno. Sono affascinate dalla nostra città”.