Ecclesia

I 94 anni di don Domenico sacerdote amato ed evangelizzatore anche via radio

30 Mar 2022

di Silvano Trevisani

Dall’alto dei suoi novantaquattro anni appena compiuti don Domenico Morciano ci guarda con simpatia e, ormai poco assistito dall’udito, ci assicura comunque che ricomincerà a contare di nuovo i suoi anni. La voce è sempre quella stentorea e allegra, che riversava come un fiume delle antenne di Radio Puglia, sua straordinaria e seguitissima emittente, sempre sancita dal suo saluto: “pace e gioia!”. Ora circondata ma non sovrastata dall’eco di parenti e amici che non gli hanno voluto mancare il loro affetto nel giorno del suo genetliaco. È stato un punto di riferimento per molte generazioni, nella sua parrocchia Maria SS. Immacolata di San Giorgio Jonico, e anche per molti sacerdoti. Ma anche un modello educativo e, perché no, professionale per molti che si sono avvicinati alla radio come a uno strumento di comunicazione che, a partire dagli Settanta, era centrale nella vita delle comunità. E la sua rubrica era così seguita, anche perché prodiga di suggerimenti e di consigli per tutti i casi, spesso anche drammatici, che venivano proposti dai radioascoltatori, che tra gli anni Ottanta e Novanta creammo, sul nostro settimanale “Nuovo Dialogo”, una rubrica a disposizione di lettori e radioascoltatori che proponevano i problemi ai quali don Domenico forniva le sue risposte. Quando si trattò di pensare a un titolo azzeccato, per questa rubrica, fui io a proporre, giocando con le parole: “Lettere per l’etere”, lettere e richieste, cioè, che transitavano attraverso le antenne della radio per approdare poi sulle pagine del giornale. A lui piacque molto e vi profuse il suo solito impegno a trasferire ai lettori quello che era il patrimonio del suo pubblico radiofonico. Impossibile proporre in così poco spazio un ritratto efficace di un uomo di fede e sacerdote come don Domenico, ma resta in noi chiara la vivacità del suo insegnamento, l’ottimismo della sua fede, la disponibilità nei confronti di tutti, la capacità di comunicare, che aderiva e ancora aderisce in pieno al dettato evangelico di San Matteo: “Gridatelo dai tetti”.

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