Lo scrittore martinese Mario Desiati selezionato tra i 12 del Premio Strega
Lo scrittore martinese Mario Desiati è tra i dodici scrittori italiani selezionati per l’edizione 2022 del Premio Strega. Il suo ultimo romanzo “Spatriati” (Einaudi) è stato scelto tra una nutritissima e agguerrita rosa di scrittori, per essere ufficialmente candidato a quello che viene considerato il premio letterario più importante d’Italia. Per il giovane ma già notissimo scrittore originario di Locorotondo ma cresciuto a Martina Franca, quaranticinque anni a maggio, si tratta, se ce ne fosse stato bisogno, di un’ulteriore consacrazione, che arriva dopo un percorso ormai intenso, apertosi con la poesia: ha esordito nel 2000 nel volume “I poeti di vent’anni” (Stampa), seguite da alcune plaquette e dalla prima prova narrativa: “Neppure quando è notte” per Pequod (2003) cui seguì una raffica di altri nove romanzi, quasi tutti con Mondadori, tra i quali “Ternitti” che, nel 2011, lo vide già tra i finalisti allo Strega.
“Con la poesia o finito”, mi disse qualche anno fa, ed è comprensibile come le sono le scelte che Mario ha operato sempre nella sua vita, anche a costo di rinunciare a posti di prima fila, come la sue dimissioni dalla giuria del Viareggio, l’anno scorso, per non avere condiviso il modo poco ortodosso nel quale maturò la scelta finale.
E poi un “buco” di cinque anni dal precedente romanzo, “Candore” del 2016, pubblicato con Einaudi. Anni nei quali ha studiato, è stato all’estero, in Germania, ha cercato qualcosa di preciso. E ora sembra averlo trovato, tornando col suo racconto, ancora nelle terre d’origine, nella sua Puglia di bellezze e veleni, di slanci e contraddizioni, nella quale si incontrano i due “spatriati”, Claudia e Francesco. Sono loro i protagonisti di questo romanzo che, come descritti dal titolo con un aggettivo sostantivato delle nostre parti, sono personaggi singolari, che hanno un mondo tutto loro, proprio come chi espatria, lasciando consapevolmente la propria terra, ma restandone in qualche modo visceralmente legato, proprio come lo stesso Desiati. Anche se la sua è sempre una lettura critica, non certo velata dal nostos del rimpianto di valori antichi, che poi quasi sempre non erano “valori” ma polvere nascosta sotto i tappeti. E i due spatriati cominciano con l’affrontare quel po’ di polvere che il rapporto extraconiugale tra la madre di lui e il padre di lei sparge sulla loro storia, che trova poi altri elementi da sgrossare nel bigottismo religioso di Francesco, mentre Claudia sembra vocata a una trasgressione che la porta fino a Berlino. Nella capitale tedesca i due vivono insieme, ma sperimentano relazioni, fino poi a un ritorno “diversro” perché Mario Desiati ci ha abituati a romanzi “forti” e fuori dall’ordinario, ma ci dimostra, attraverso i suoi personaggi, e nonostante i suoi tentativi di rimozione, che, così come ammettono gli stessi “sbatriati”: “Le nostre origini ci rimangono addosso come una voglia gigante sulla pelle, che puoi coprire con tutti i vestiti che vuoi, ma resta sotto e quando ti spogli la vedi”.
La cinquina sarà svelata l’8 giugno, il vincitore il 7 luglio,