La formazione permanente dei ministri ordinati
al centro del recente convegno di “Presbyteri”
La formazione permanente dei ministri ordinati quale orizzonte, cammino e sfida, nell’odierno contesto sociale ed ecclesiale.
Sono stati queste le principali tematiche, che hanno animato l’interessante convegno nazionale “Tra mistero e storia. La formazione permanente dei presbiteri”, svoltosi il 9 maggio scorso in presenza, a Roma, a Villa Aurelia e anche in modalità on-line sul canale YouTube di “Presbyteri”, la nota rivista di spiritualità pastorale, promotrice dell’iniziativa.
Rifondata 60 anni fa, grazie alla collaborazione tra la congregazione di Gesù sacerdote (i padri Venturini), i gesuiti di Sicilia e l’Unione apostolica del clero, “Presbyteri” pubblica 800 pagine annue, divise in 10 monografie tematiche, che affrontano singoli temi di particolare interesse per il mondo presbiterale e pastorale.
I lavori del convegno – introdotti dal vescovo di Andria, mons. Luigi Mansi, presidente nazionale dell’Unione apostolica del clero – hanno beneficiato di importanti contributi, partecipati ai convegnisti da parte di alcuni illustri ed esperti relatori: la prof.ssa Chiara Scardicchio (docente di Pedagogia generale e sociale presso l’Università degli studi di Bari), don Nico Dal Molin (delegato vescovile per la formazione permanente del clero nella diocesi di Vicenza), don Ezio Falavegna (parroco e docente di Teologia pastorale alla Facoltà teologica del Triveneto), don Raffaele Ponticelli (padre spirituale al seminario maggiore di Capodimonte-Napoli e docente di psicologia presso la pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale), don Andrea Regolani (responsabile del servizio di accompagnamento dei presbiteri dei primi cinque anni di ordinazione dell’arcidiocesi di Milano) e don Gianni Caliandro (rettore del pontificio seminario regionale di Molfetta).
«In un tempo, in cui l’esperienza della formazione permanente del clero non è esente da una diffusa crisi identitaria – ha affermato il vescovo mons. Mansi – vorremmo con questo convegno aiutare i presbiteri ad elaborare un paradigma formativo, capace di declinare insieme i vari ambiti della vita, per rimanere “dentro” la complessità del reale, laddove mistero, storia e vissuti personali trovino un loro equilibrio oltre che un’autentica integrazione. Abbiamo infatti bisogno di modificare i nostri percorsi, di entrare in relazioni formative profonde, che ci sostengano nel leggere i vissuti, ci aiutino a comprendere e gestire la complessità del reale quotidiano, per riuscire ad abitare efficacemente anche gli imprevisti e le accelerazioni, che caratterizzano la Chiesa e la società contemporanea. Per tale ragione – ha poi aggiunto – la formazione permanente non può più limitarsi ad essere un semplice aggiornamento o a prendere parte ad un ciclo di conferenze o a mere ed isolate occasioni di fraternità: il suo compito è quello di rinforzare la capacità di stare “nella” propria vita, ascoltare la propria umanità, aprirla “verso” agli altri, mantenendo forte il legame “con” il Signore».
«Il convegno nazionale, realizzato in proficua sinergia con l’Unione apostolica del clero italiana, si è andato pertanto configurando come singolare contributo ed interessante sintesi di un intero anno di intensa attività della rivista – ha spiegato don Giuseppe Zito, membro del comitato scientifico di redazione. Da sempre infatti “Presbyteri” si occupa con passione della formazione permanente dei ministri ordinati italiani mediante un approccio olistico, volto a cogliere i molteplici e variegati aspetti della vita e del ministero sacerdotale».
Un’ultima ed importante annotazione: non è mancato un proficuo scambio di idee e di esperienze tra i partecipanti al convegno insieme alla condivisione di una lauta e festosa agape fraterna.