Comunità S.Egidio, somministrati 25.000 vaccini a persone senza dimora, migranti e rom
In 10 mesi l’hub vaccinale della Comunità di Sant’Egidio in un’ala dell’antico ospedale San Gallicano a Roma ha somministrato più di 25.000 vaccini anti Covid e raggiunto 16.200 persone: senza dimora, profughi e rifugiati, stranieri in attesa di regolarizzazione, rom. Ma anche italiani in condizioni di particolare marginalità sociale e studenti stranieri o religiosi temporaneamente presenti in Italia. L’hub vaccinale di Sant’Egidio opera grazie all’impegno volontario e gratuito di circa 140 tra medici, infermieri, personale sanitario, personale per la logistica e l’amministrazione. Gli utenti sono stati di diverse età – l’87% tra i 18 e i 59 anni, quindi in età lavorativa – appartenenti a 146 nazionalità (primi i peruviani, ma gli italiani sono al quarto posto), che sarebbero in massima parte rimasti esclusi dalla campagna vaccinale – non per scelta, ma per mancanza di informazione, di accompagnamento, e per l’impossibilità di esercitare il diritto alla salute e alle cure. Soltanto il 18,8% (meno di 1 su 5) aveva la tessera sanitaria. Per tutti gli altri, l’81,2% – che in termini assoluti significa 13.082 persone – l’accesso all’hub ha significato la possibilità di emergere da una vera e propria “invisibilità sanitaria”. Sorto a seguito della richiesta del generale Figliuolo, allora commissario straordinario per l’emergenza Covid, l’hub – in collaborazione con la Asl Roma 1 e con la Regione Lazio – intendeva rispondere all’esigenza di immunizzare quelle fasce di popolazione che, per condizioni di marginalità dettate da motivi diversi, sarebbero rimasti esclusi dalla campagna vaccinale.
foto Sir/Marco Calvarese