Molti, quando leggono il nome di David E. Kelley, pensano subito al collegamento con la moglie Michelle Pfeiffer, una delle dive della Nuova Hollywood. In verità negli ultimi anni lo sceneggiatore e produttore Tv rischia di superarla in popolarità. Forte di una linea di racconto che predilige il legal drama e il poliziesco, Kelley è passato dai successi anni ’90 con “The Practice” e “Ally McBeal” a un granitico consenso odierno, mettendo a segno miniserie di grande impatto: la rivelazione “Big Little Lies” (2017), sulla violenza ai danni delle donne con una potente linea crime; il thriller psicologico “The Undoing” (2020); il mistery “Nine Perfect Strangers” (2021); e l’incalzante legal “Anatomia di uno scandalo” (2022). Da maggio su Netflix è arrivata una sua nuova creatura, “Avvocato di difesa” (“The Lincoln Lawyer”), legal drama che prende le mosse da un romanzo del popolare giallista statunitense Michael Connelly, portando sullo schermo l’avvocato penalista Mickey Haller.
Nella città delle stelle non ci sono solo divi ma anche crimini. Il penalista Mickey Haller, dopo una serie di difficoltà personali, cerca di rimettersi in pista assumendo un caso complicato, quello dello sviluppatore di video-giochi Trevor Elliott, accusato di duplice omicidio. Ad aiutare Haller un team di investigatori e la sua automobile Lincoln…
Uno dei tratti peculiari di “Avvocato di difesa” è la caratterizzazione del protagonista Mickey Haller, interpretato da Manuel Garcia-Rulfo, un avvocato penalista di talento che però si trova in un cono d’ombra della vita. A seguito di un incidente è scivolato nella dipendenza da antidolorifici. Con non poca difficoltà e con il sostegno di un fidato gruppo di amici-colleghi, tra cui le due ex mogli Maggie McPherson (Neve Campbell) e Lorna Crain (Becki Newton), Mickey Haller cerca la via del riscatto districandosi tra ostacoli in tribunale e incubi interiori. Oltre che per talento e intuito, l’uomo è noto per i metodi originali, come rendere la sua Lincoln l’ufficio ideale, il suo “pensatoio”. A ben vedere, il personaggio ha indubbio magnetismo, fascino, proprio perché è un eroe imperfetto, graffiato dalla vita. Piegato, ma pronto a rialzarsi. Un po’ come gli indimenticabili investigatori Alec e Ellie di “Broadchurch” (2013, David Tennant e Olivia Colman) o la trascinate detective Mare (Kate Winslet) di “Omicidio a Easttown” (2021). In “Avvocato di difesa” l’atmosfera è però meno fosca, illuminata da lampi di ironia sottile che imprimono dinamismo, un po’ come in “Scandal” (2012) e forse con rimandi persino a “Ally McBeal”. A dare di certo robustezza al racconto è il copione di Connelly, che figura come produttore esecutivo. Nell’insieme “Avvocato di difesa” si dimostra un giallo d’autore a sfondo legal dalla struttura abbastanza compatta e originale, che trova forza soprattutto nel suo protagonista, a tratti persino più incisivo del plot stesso. “Avvocato di difesa” è una serie complessa, problematica e per dibattiti.