Brasile: l’indignazione della Chiesa per le uccisioni dell’attivista indigeno Bruno Pereira e del giornalista Dom Phillips
La Chiesa brasiliana, attraverso una nota della presidenza della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) e prese di posizione di altre organizzazioni, esprime indignazione e solidarietà alle famiglie dell’attivista indigeno Bruno Pereira e del giornalista Dom Phillips, uccisi in territorio amazzonico, nella regione di Javari. Dopo lunghe ricerche i loro corpi sono stati rinvenuti e, secondo la polizia federale, l’uccisione sarebbe stata confessata da un pescatore illegale.
La presidenza della Cnbb sottolinea che “non possiamo accettare l’aggressione contro gli esseri umani, la mancanza di rispetto per l’ambiente e la nostra Casa Comune, né l’insabbiamento della verità e della giustizia”. Secondo l’episcopato brasiliano, “queste morti fanno parte della lista dei drammi vissuti nella regione amazzonica”, come si legge nella “Querida Amazonia”.
La Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) del Brasile, ha diffuso una nota, firmata dalla nuova presidenza, composta da dom Evaristo Spengler, dom Pedro Brito Guimarães e dom José Ionilton Lisboa de Oliveira. Vengono espresse “preoccupazione e indignazione” e viene sottolineata “la realtà di insicurezza e le minacce in cui vivono le persone che difendono i diritti delle popolazioni indigene e dei loro territori e che si impegnano nella cura e nella conservazione del bioma amazzonico”. La Repam manifesta solidarietà alle organizzazioni indigene e ai giornalisti impegnati per i diritti umani e le cause dell’Amazzonia, così come ai popoli indigeni della Vale del Javari. La nota invita le autorità “a porre fine all’illegalità e allo sfruttamento della natura in Amazzonia, che ha causato continue morti”.
Il Consiglio indigeno missionario (Cime) esprime “immensa tristezza e indignazione”, chiedendo indagini serie, che si estendano a tutti gli attori che promuovono comportamenti illegali nell’area amazzonica.