Nasce il museo dal mare – Maruccia: “Per navigare e far navigare alla scoperta della meraviglia”
“Naviga e fai navigare”. Questo il motto che anima un gruppo di appassionati del mare, riuniti dal 2011 nella Fondazione dal mare e oggi alle prese con un progetto avvincente: rendere quelle barche fatte a mano pezzi da museo galleggianti e vivi, capaci di ospitare visitatori e di veleggiare con loro. Per permettere anche a chi una barca non ce l’ha o non può permettersela, di godere della meraviglia che solo la navigazione regala. Alessandro Maruccia, skipper e velista, è tra le anime di questo progetto. “Abbiamo in mente tutto questo da dieci anni. Il nostro sogno originariamente era rivalutare barche d’epoca ma a Sud ne abbiamo poche. C’è invece un gran numero di barche che non possono definirsi d’epoca ma non sono neanche moderne. Diciamo che le possiamo considerare “vintage” e vanno dal 1990 indietro nel tempo. Sono infatti gli anni ’90 quelli che fanno da spartiacque, in cui ci sono le ultime imbarcazioni artigianali o semi artigianali. Poi le barche sono diventate simil Ikea. Tutte in serie, così si abbattono i costi. Neanche l’assemblaggio, le rifiniture, sono più in mano alle maestranze. Trent’anni fa invece esistevano già quelle in serie ma c’erano ancora quelle fatte a mano, anche in parte. Con il museo dal mare finora ne abbiamo una quindicina sparse per le Marine di Taranto e provincia, che vanno dal 1969 al ’90. Da quando si è diffusa la notizia aggiungiamo di continuo nuovi armatori e fra qualche settimana avremo altre 5 imbarcazioni”. Tra le barche esposte e che già compongono il museo, una in particolare attira l’occhio attento degli appassionati: è “Sunny Daniele”, gemella di Joshua costruita nei cantieri Meta in Francia. Una barca oceanica del tutto simile a quella con cui il leggendario navigatore francese Bernard Moitessier, compì un giro e mezzo del mondo in navigazione solitaria senza mai toccare terra. “I proprietari delle barche che decidono di aderire all’idea – spiega Maruccia – hanno la bandierina issata e una targa riconoscibile sulla poppa. I visitatori che si trovano in porto possono vederle e attingere a notizie sintetiche scritte lì. Tra poco, con un qr code, potranno approfondire con lo smartphone che collega direttamente al nostro sito, intanto chi vuole può trovare tutte le descrizioni dettagliate sull’imbarcazione che sta guardando, cliccando su www.museodalmare.com. Ogni volta che sarà possibile, un armatore sarà presente in banchina per farle visitare”. Il lavoro è anche di ricerca e studio. “Abbiamo creato un vero archivio storico, con tutte le informazioni sulle singole imbarcazioni che aderiscono. Finora reperirne non era facile, molto spesso erano scollegate o lacunose”. L’anno prossimo nel progetto verranno coinvolti anche gli studenti dell’istituto superiore Archimede, indirizzo nautico, perché l’ambizione è anche favorire nuove professionalità, oltre a mettere a sistema anche le associazioni per promuovere la cultura del mare”. Ecco perché non si tratta solo di vedere ma anche di navigare. Su appuntamento o in occasione di open day, gli armatori sono disponibili a far navigare appassionati e curiosi sulla barca prescelta, in un mini tour tra una barca e l’altra; una visita guidata itinerante, in mezzo al mare. “Molti armatori dall’Italia e dall’estero hanno aderito all’idea e nelle prossime settimane andremo ad aggiungere alle nostre imbarcazioni 5 barche ormeggiate a Brindisi e 3 a Procida. Chiunque in Italia e all’estero può aderire. Peraltro per incentivare, stiamo portando avanti una serie di accordi con chi gestisce il grosso dei servizi portuali delle marine italiane, così da ricevere vantaggi e sconti. In questo momento è previsto un tesseramento con una cifra simbolica per gli armatori, mentre per i passeggeri gli open day sono gratuiti. In futuro stiamo valutando che il museo diventi come un circolo sul mare, per cui tesserandosi si potrà usufruire delle barche, prenotandosi. Potremmo rendere il servizio sia a pagamento che gratuito esportando il modello che abbiamo adesso, informalmente, tra noi amici amanti della barche e del mare. In pratica se l’armatore magari è anziano o solo e ha voglia di compagnia o gli serve aiuto, ospita gratuitamente in cambio di presenza e supporto fattivo. Io ho una scuola di vela e con i corsisti questo meccanismo funziona. Semplicemente si mette in contatto domanda con offerta, chi ha una barca ma non ha l’equipaggio con chi vuole uscire ma non ha la barca”. Tutto il progetto parte dal basso, con zero fondi e tanto entusiasmo. Sarà anche per questo motivo che in tanti stanno sposando la causa e per la prossima edizione della famosissima Brindisi Corfù, grazie ad un accordo con il circolo vela brindisino, all’interno della regata ci sarà una classe dedicata proprio al museo dal mare.