Inaugurato San Gaetano, hub socio-culturale che vuole ridare un’identità alla Città vecchia
È stata ufficialmente sancita la riapertura dell’ex chiesa di San Gaetano in Città Vecchia, già conosciuta come Cantiere maggese, che diventa un contenitore socio-culturale rilanciando anche la sua denominazione originaria. L’immobile è stato affidato per dieci anni all’associazione Symbolum…
La Città vecchia si riappropria di uno dei luoghi simbolici della propria storia e della propria vita sociale, e ancora una volta lo fa per l’impegno e la disponibilità che la Chiesa dimostra nell’affiancare e sollecitare le istituzioni pubbliche e gli enti strumentali. Con la benedizione del parroco di San Cataldo, don Emanuele Ferro, e il taglio del nastro da parte del sindaco Rinaldo Melucci, è stata ufficialmente sancita la riapertura dell’ex chiesa di San Gaetano, già conosciuta come Cantiere maggese, che diventa un contenitore socio-culturale rilanciando anche la sua denominazione originaria. L’immobile è stato affidato per dieci anni all’associazione Symbolum, presieduta da monsignor Emanuele Ferro, parroco di Taranto vecchia. L’associazione è capofila del progetto “L’isola che accoglie”, finanziato da Fondazione con il Sud per un triennio e che riunisce diversi partner. L’obiettivo sarà promuovere buone pratiche sul territorio, con il diretto coinvolgimento dei residenti. Insomma, un futuro sostenibile e autogestito per gli spazi dell’hub.
La cerimonia di consegna si è svolta in una cornice di folla festosa che è stata prima guidata in un itinerario organizzato da Giovanni Guarino, denominato “Caccia alle mura”, mini percorso tra i vicoli a ridosso di san Gaetano alla scoperta delle mura greche, poi si è raccolta attorno a San Gaetano dove il sindaco Melucci, il vice sindaco Manzulli, gli assessori Azzaro e Marti, i rappresentanti di Fondazione per il Sud, dirigenti e tecnici hanno tenuto a battesimo la neonata compagine sociale.
È toccato a don Emanuele, presidente di Symbolum spiegare la genesi del progetto: “La Città vecchia è un contesto che attraversa una profonda crisi economica, sociale e identitaria che si manifesta tanto nella popolazione quanto nel suo patrimonio immobiliare. Per intervenire in questa difficile situazione si è scelto di trasformare l’ex chiesa di San Gaetano in un hub nel quale convogliare attività educative culturali di assistenza sociale, di formazione professionale e di supporto abitativo, generando in questo modo un impatto di lungo periodo sull’ambiente circostante e avviando processi di rigenerazione urbana”. Da qui nasce Symbolum, ente di servizio della cattedrale nato per avviare processi contro ogni tipo di marginalità, con il coinvolgimento di competenze necessarie al coinvolgimento della cittadinanza.
Dopo aver ringraziato Elena Modio e Francesco Falcone, punti di riferimento di Symbolum, ha spiegato come essa sia capofila di un gruppo di realtà associative e formative locali che sono partner, ovvero: Ammostro, Crest Formedil Cpt Taranto, Legabiente, Officina Maremosso Post Disaster.
“Lavoreremo – ha aggiunto don Emanuele – perché da San Gaetano possa partire un processo di ricostruzione dell’identità locale, perché possa essere un luogo delle opportunità, per tutti, a partire dai residenti. Chiediamo alla città intera, alle sue forze più sane e solidali di esserci a fianco, di partecipare in questa avventura che fa tremare i polsi ma che ci stimola a fare del nostro meglio come non mai”.
Nel suo intervento, il sindaco Melucci ha sottolineato come il problema più importante non sia quello di fare della Città vecchia il centro dei flussi turistici e quindi buona economia, di offrire nuove opportunità alle famiglie, non è neppure quello di creare un nuovo museo a cielo aperto “ma il problema è un recupero sociale che rivitalizzi e umanizzi il quartiere”.
“Su questa strada – ha detto Melucci – ci siamo incamminati e da qui in avanti vedrete sempre più cantieri attivi, grazie anche a Fondazione per il Sud che, nonostante le difficoltà e le lungaggini della burocrazia, ci è stata sempre vicina, non si è mai tirata indietro e ci ha stimolato a fare investimenti per le persone. Potrebbe occuparsi di tante cose, ha delle finanze che consentono una certa flessibilità ma sceglie la strada più complessa che è quella di individuare luoghi come questo e fare investimenti che possano ingenerare cambiamenti nella vita delle persone. Quindi, questa è per noi un bella giornata, non solo perché è il coronamento di tanto lavoro, ma perché una volta tanto ci sentiamo più contenti per le persone. E proprio alle persone che io vedo qua, oltre al ringraziamento voglio lanciare un messaggio perché sentano proprie queste cose e collaborino alla loro salvaguardia e valorizzazione, perché queste cose costano, costano lavoro, costano relazioni, costano denaro”.
Rivolgendosi direttamente agli abitanti del quartiere, ha detto: “Siccome ci stiamo sforzando di portare il bene e le possibilità alle persone che abitano in questo luogo, se vogliamo ottimizzare le ricadute ci dovete dare una mano”.
A conclusione, alcuni ragazzi dell’Istituto comprensivo Galilei hanno presentato una breve drammatizzazione. Ha concluso la dirigente scolastica Antonietta Iossa.