Sport

Gran Premio Due Mari, Alex Belli e Delia Duran special guests all’ippodromo

30 Lug 2022

di Paolo Arrivo

Avvicinare i giovani allo sport. E a quella disciplina che, tutto l’anno, andrebbe valorizzata ulteriormente sul territorio ionico: l’ippica. È la mission di chi promuove l’evento che andrà in scena all’Ippodromo Paolo VI di Taranto. Nella serata di domenica prossima, 31 luglio, il Gran Premio di trotto internazionale Due Mari “trofeo Donato Carelli” promette divertimento ed emozioni; spettacolo e leggerezza, oltre all’agonismo e alle corse. L’evento particolarmente atteso vedrà la presenza di Alex Belli e Delia Duran. Coppia nota al pubblico televisivo, è reduce dall’ultima edizione del Grande Fratello Vip. La loro presenza come special guests accresce certamente l’attrattività della manifestazione.

IL PROMOTORE DELL’EVENTO SPORTIVO E NON SOLO. Alla serata prenderà parte Vito Antonio Punzi, nelle veste di presentatore. La motivazione: “L’ippica per me è una passione alla quale segue la volontà di promuovere il nostro territorio. Oltre ‘politica al trotto’, sono state tante negli anni le attività e iniziative da me organizzate che hanno portato bambini e studenti all’ippodromo – ricorda l’ex sindaco di Montemesola – il nostro territorio offre tanto, bisogna saper cogliere il bello”. Occorre coglierlo dalle risorse di cui si dispone e dalle persone. Così AP ribadisce il proprio impegno nell’avvicinare i giovani allo sport, all’ippica: questo sta alla base di un lavoro offerto gratuitamente dal consigliere provinciale, autore di quella iniziativa (politica al trotto) voluta per coinvolgere gli amministratori locali nella ricerca di un percorso utile a far uscire dalla crisi questo settore.

LE DONNE DEL TROTTO. La 45esima edizione del Gran Premio Due Mari è organizzata dalla società che gestisce l’ippodromo, la SIFJ. Ingresso libero, inizio corse alle ore 20. L’evento inoltre sarà occasione utile a premiare con un riconoscimento le sorelle Carelli. Che sono le uniche donne a gestire in Italia un ippodromo.

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Hic et Nunc

Un patto sociale per la riconversione produttiva, anche dell’Ilva: lo chiede la Cisl

29 Lug 2022

di Silvano Trevisani

Un patto sociale di vera partecipazione che punto anche alle risorse del Pnrr per non perdere ulteriori posti di lavoro: anche nel caso della opportuna riconversione dell’ex Ilva è necessario non solo riqualificare la manodopera ma creare occasione di lavoro diversificato. È quello che chiede il consiglio generale della Cisl di Taranto e Brindisi, che si è riunito ieri all’Hotel Salina per rilanciare il tema del lavoro, ponendo “Il lavoro al centro”, con la partecipazione anche di Antonio Castellucci, segretario generale Cisl Puglia e Angelo Colombini, segretario confederale nazionale Cisl che ha chiuso il dibattito. Un consiglio che, in qualche modo, si dimostra aperto all’ipotesi di una diversificazione che trasformi la produzione, e riconverta ad esempio l’area a caldo dell’ex Ilva, ma creando lavoro e non eliminandolo.

Investire – ha detto in chiusura Colombini – significa investire sulle attività produttive, riqualificare i lavoratori che cambieranno lavoro nei prossimi anni, dentro le grandi trasformazioni energetiche ed ecologiche e, dall’altro lato, garantire i lavoratori che in quella realtà produttive, dove non ci sarà più il loro lavoro, vengano fatti investimenti per un’ulteriore attività. Perché è inutile dire: chiudiamo l’Ilva e poi non si investe più in questa realtà, perché rischieremmo di avere lavoratori riqualificati ma disoccupati, i quali poi non possono chiedere il reddito di cittadinanza che non ha la dignità del lavoro ma al più ha la dignità di dare una risposta alla povertà delle persone”.

Specificamente sull’ex Ilva ha detto che è necessaria la riconversione: “i forni elettrici sono un punto di riferimento, poi ci sarà anche l’idrogeno, però bisogna decidere al più presto, perché l’aria a caldo bisogna valorizzarla dentro questa grande trasformazione, altrimenti diventeremo la succursale di altri Paesi molto più grandi di noi e molto più capaci di quantità produttive, anche se non di qualità, perché l’acciaio italiano è uno dei migliori d’Europa. E questo vuol dire riqualificare l’attività produttiva anche all’interno della stessa attività”

Il consiglio era stato aperto dalla relazione del segretario generale territoriale Gianfranco Solazzo: “C’è la necessità di riportare il lavoro, al centro dell’agenda politica, di renderlo un obiettivo primario di ogni iniziativa mirata alla crescita del territorio. Il lavoro deve essere al centro non solo nella vita della persona, ma anche nella società. Occorre che rispetti e promuova la dignità di ogni persona umana. Per fare questo – ha detto Solazzo – è necessario che la politica e l’economia non guardino al lavoro esclusivamente come un dato quantitativo, ma come espressione della dignità inalienabile dell’uomo. È importante riconoscere la centralità del lavoro, quale strumento affidatoci per lo sviluppo della società. Pronti a cogliere favorevolmente le sfide e le opportunità che abbiamo davanti, come sindacato dobbiamo continuare a batterci contro il pericolo che una visione estremizzata dell’efficientamento aziendale finisca con soffocare la dignità delle persone. Nel corso della giornata – conclude – faremo il punto sulla vertenzialità in atto a livello territoriale, rilanciando lo strumento del dialogo sociale come fondamento di nuova interlocuzione con il Governo, affinché metta concretamente al centro le emergenze lavorative e sociali ancora presenti nelle provincie di Taranto e di Brindisi, considerando nello stesso tempo le importanti opportunità espresse dai vari settori produttivi che insistono sul nostro territorio”.

Per la Cisl Puglia – ha detto nel suo intervento il segretario regionale Castellucci – è evidente che molti dei principali comparti produttivi regionali sono coinvolti da incertezze e riassetti epocali: siderurgia, automotive, aerospazio ma anche la chimica e la farmaceutica e, seppure in modo diverso, anche l’abbigliamento, il calzaturiero e il settore del mobile imbottito. In Puglia, sono ormai decine e decine le vertenze incardinate nel comitato regionale Sepac, che coinvolgono migliaia di lavoratori; task force questa a cui chiediamo sempre più di divenire reale strumento e opportunità a livello regionale per la gestione e in particolar modo per la risoluzione positiva delle numerose vertenze a cui è sottoposta. Anche per questo è giunto il momento di reagire come sistema territoriale, attraverso un patto sociale di vera partecipazione, puntando con decisione anche sulle opportunità del Pnrr, per non perdere ulteriori posti di lavoro e creare nuove competenze e opportunità occupazionali di giovani e donne in particolare attraverso un lavoro stabile, sicuro e ben retribuito, considerando che in Puglia erano oltre 205 mila i disoccupati nel corso del 2021”.

Infine, citando “la madre di tutte le vertenze” cioè l’ex Ilva è il momento della responsabilità, non sono più rinviabili le sorti “dello stabilimento siderurgico più grande e importante del Paese. Il nostro appello è che adesso bisogna impegnarsi al più presto con un confronto tra istituzioni e parti sociali, per tutte le emergenze regionali.

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Sport

Boxe, è l’ora della verità tra Rossetti ed Helin

29 Lug 2022

di Paolo Arrivo

Si guardano, si stimano, si rispettano. Sportivamente si odiano. Sono accomunati dalla stessa età (ambedue ventunenni) e dalla fame di vittoria, Giovanni Rossetti e Jan Helin, che tra poche ore si sfideranno al castello Aragonese di Taranto. In palio c’è il titolo mondiale Youth UBO conteso tra i due pesi medi. Di loro, pugili professionisti, abbiamo scritto qui presentandoli al pubblico che non li conosce. Ebbene, l’incontro di questa sera è adatto anche al pubblico che non segue la boxe: uno di quegli eventi da collocare nelle politiche di riconversione del territorio, che passa anche attraverso lo sport: sul concetto di turismo sportivo è tornato il maestro Cataldo Quero, intervenuto alla conferenza stampa di ieri, che ha preceduto la tradizionale cerimonia del peso degli atleti – la bilancia segnava 71,400 kg per Giovanni Rossetti, 71,800 per Jan Helin. All’incontro, condotto dal giornalista Matteo Schinaia, direttore di Tutto Sport Taranto, sono intervenuti il capitano di Vascello Vito D’Elia e l’assessore allo Sport Gianni Azzaro. Presenti inoltre il delegato provinciale Coni Michelangelo Giusti; il supervisione UBO Matteo Fratini; Alessandro Romanella della Promo Boxe Italia; Gennaro Esposito, presidente del Pathlon Club Taranto Magna Grecia, già assessore allo sport; il delegato provinciale Fpi Mariangela Spinosa.

Attraverso questo match, che sarà preceduto da quattro incontri dilettantistici per il 21esimo trofeo “Città di Taranto”, i riflettori resteranno accesi sul castello Aragonese, confermatosi contenitore multidisciplinare utile proprio alla crescita del capoluogo ionico. Ovvero capace di sopperire al deficit impiantistico. A tal proposito, l’assessore Azzaro ha assicurato che i finanziamenti previsti per i Giochi del Mediterraneo e non solo consentiranno la realizzazione di un palazzetto polifunzionale dove accogliere le arti marziali. Intanto c’è il castello come splendida location… Il primo gong per il trofeo Città di Taranto sarà dato alle ore 20. L’incontro, come ha ammesso il Maestro Cataldo Quero, che allena “Nino”, sarà equilibrato: i duellanti partono ad armi pari. Non c’è un favorito.

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Teatro

Parte nel segno di Alessandro Leogrande la stagione teatrale del Comune

28 Lug 2022

di Silvano Trevisani

Un omaggio ad Alessandro Leogrande aprirà la stagione di prosa del Comune che, dal 26 novembre al 30 aprile, proporrà otto spettacoli. Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno, con la regia di Fabrizio Saccomanno, metteranno in scena, il 26 e 27 novembre: “Alessandro. Un canto per la vita e le opere di Alessandro Leogrande”.

La stagione teatrale è stata presentata, nel foyer del teatro comunale Fusco, alla presenza del sindaco Rinaldo Melucci, dell’assessore alla Cultura Fabiano Marti, del direttore del Teatro Pubblico Pugliese Sante Levante e del direttore del Fusco Michelangelo Busco. “Oggi – ha detto Melucci – non stiamo presentando solo un’eccellente stagione teatrale, stiamo riaffermando la centralità della cultura nella nostra agenda, che poi è ciò che ci ha consentito di riposizionare l’immagine della città. Devo ringraziare tutti quelli che si sono impegnati in questa sfida, in particolare l’assessore Marti che le ha dato un’accelerata poderosa”. Gli ha fatto eco Marti che, sottolineando il lavoro svolto dal direttore Busco e da Giulia Delli Santi del Teatro Pubblico Pugliese, ha giudicato la prossima come una stagione che spazia dal teatro classico a quello più leggero, “ma sempre di altissima qualità”.

Il direttore del Teatro pubblico pugliese, Levante, ha annunciato che nelle prossime settimane saranno presentate anche le stagioni di Teatro Ragazzi e Musica al cui completamento si sta lavorando, mentre il direttore del teatro, Busco, ha detto: “l nostro scopo è confermare il Fusco come spazio di riferimento per l’offerta culturale cittadina, riportandovi numeri e qualità”.

Dopo lo spettacolo d’apertura, si prosegue il 6 e 7 dicembre con Lodo Guenzi in “Trappola per topi” di Agatha Christie con traduzione e adattamento di Edoardo Erba per la regia di Giorgio Gallone e il 13 e 14 dicembre con Gabriele Lavia in “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello con Gabriele Lavia e Federica Di Martino.

Il nuovo anno inizia il 10 e 11 gennaio con Gioele Dix che firma anche la drammaturgia e la regia di “La corsa dietro il vento. Dino Buzzati o l’incanto del mondo”. A febbraio, il 14 e 15, va in scena “Il medico dei pazzi” con l’adattamento di Eduardo Scarpetta e la regia di Claudio Di Palma. Il 28 e 29 marzo invece Massimo Ghini e Paolo Ruffini porteranno in scena “Quasi amici” tratto dall’omonimo film di Eric Toledano e Olivier Nakache con adattamento e regia di Alberto Ferrari. Seguirà Sergio Castellitto in “Zorro” di Margaret Mazzantini il 17 e 18 aprile e da Ambra Angiolini e Arianna Scommegna che chiuderanno la stagione con “Il nodo” di Johanna Adams e la regia di Serena Sinigaglia il 29 e 30 aprile.

Già definiti anche i costi per gli abbonamenti a otto spettacoli: Abbonamento platea intero 176 euro; abbonamento platea ridotto 160 euro; Abbonamento galleria intero 160 euro; abbonamento galleria ridotto 152 euro. Costo dei biglietti: Platea intero 30 euro; platea ridotto 25 euro; Galleria intero 25 euro; galleria ridotto 20 euro.

INFO 099. 9949349 Teatro Fusco; amministrazione@teatrocomunalefusco.it; www.teatropubblicopugliese.it/taranto; tpp@teatropubblicopugliese.it

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Sport

Judo, agli EYOF2022 brilla il talento di Ilaria Finestrone

28 Lug 2022

di Paolo Arrivo

Gli sport da combattimento parlano femminile: in mezzo alle gesta della karateka Silvia Semeraro, che ha chiuso la prima parte di stagione con l’oro ai World Games, segnaliamo il successo nel judo di Ilaria Finestrone, la quale si è imposta agli EYOF2022 – Festival Olimpico della Gioventù Europea di Banska Bystrica. Il risultato è la riprova del talento della giovanissima atleta pugliese. Che ha davanti a sé un percorso roseo, un futuro luminoso. La judoka protagonista nella categoria 48 kg ha portato in alto la bandiera tricolore. E naturalmente il nome della Puglia, in quanto massima interprete della sua disciplina sportiva. IF risiede a Valenzano ed ha diciassette anni. Fa parte, potremmo dire, di quella generazione che non si arrende: che combatte, soffre, e vince! La medaglia conquistata in Slovacchia rappresenta anche il primo oro per l’Italia a questi giochi Olimpici tra dieci discipline. L’atleta in forza all’Asd Judo Team Iacovazzi aveva vinto quest’anno la medaglia di bronzo alla Lignano European Cadet Cup, dimostrando di essere protagonista, capace di dire la sua sui più grandi palcoscenici. Nell’ultima competizione ha superato in finale l’azera Konul Aliyeva dopo aver controllato il match sin dall’inizio. In precedenza aveva sconfitto la georgiana Julieta Rodonaia, e la turca Pinar Boga.

PIOGGIA DI ORI. “Ero un po’ in ansia all’inizio – ha confidato nel post gara Ilaria Finestrone – ma poi grazie al mio coach sono riuscita a sbloccarmi, ad andare avanti. Bellissimo vedere la bandiera italiana sventolare più alta di tutte, sono felice di essere stata la prima medaglia d’oro, e auguro a tutti gli italiani di vincere altre medaglie ancora”. Gli ori sono poi fioccati a Banska Bystrica 2022. A brillare, oltre alla Finestrone, Latena Cervone nell’atletica, Alice Dimaggio e Filippo Bertoni nel nuoto; il quartetto misto Alessandro Ragaini, Davide Passafaro, Sara Paolina Marconi, Valentina Procaccini che si è imposto su Lituania e Germania.

 

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Sport

L’Italvolley prepara i Mondiali: tra i convocati c’è Falaschi

foto Bonalore
27 Lug 2022

di Paolo Arrivo

Lo abbiamo visto tra i protagonisti dei Giochi del Mediterraneo. E la medaglia di bronzo conquistata in Algeria, a Orano, non può che essere solamente l’antipasto per chi continuerà ad indossare e onorare la maglia della nazionale italiana: Marco Falaschi figura tra i convocati del collegiale in programma a Cavalese, in Trentino, ad agosto – da lunedì 1 a venerdì 12. Si lavorerà in vista dei Campionati del mondo. Sono ventidue gli atleti inclusi nella long list che la Fip ha comunicato alla Federazione mondiale. Sarà poi il cittì a scegliere, tra questi, quanti meriteranno di prendere parte alla massima competizione per nazionali che si svolgerà dal 26 agosto all’11 settembre. Si giocherà in Slovenia, a Lubiana, e in Polonia (Gliwice e Katowice). Il Mondiale potrebbe essere magari occasione di pronto riscatto per l’Italia. Che è reduce dalla Volleyball Nations League, chiusa solamente al quarto posto: nella finale di consolazione, il gruppo capitanato da Giannelli si è arreso alla Polonia, campione del mondo. Mentre è stata la Francia, guidata da Andrea Giani, ad aggiudicarsi la quarta edizione della NL battendo gli Stati Uniti alla Unipol Arena di Bologna. Facendo tesoro degli errori commessi, la nazionale italiana ha dunque un mese per prepararsi al grande appuntamento. Allo stesso vorrà arrivare anche il capitano della Gioiella Prisma Taranto, Falaschi, terzo palleggiatore a disposizione di Fefè De Giorgi nel collegiale, insieme a Giannelli e Sbertoli.

LA LONG LIST. Convocati da coach De Giorgi gli opposti Giulio Pinali, Ivan Zaytsev, Yuri Romanò; i centrali Fabio Ricci, Lorenzo Cortesia, Gianluca Galassi, Simone Anzani, Roberto Russo, Leandro Mosca; gli schiacciatori Francesco Recine, Oreste Cavuto, Alessandro Michieletto, Mattia Bottolo, Daniele Lavia, Fabrizio Gironi, Tommaso Rinaldi; i palleggiatori Simone Giannelli, Riccardo Sbertoli, Marco Falaschi; i liberi Fabio Balaso, Alessandro Piccinelli, Leonardo Scanzerla.

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Viaggio apostolico

Francesco a Edmonton (Canada): “Vogliamo lasciare ai posteri un mondo in pace o in guerra?”

foto Vatican media/Sir
27 Lug 2022

“Oltre che figli di una storia da custodire siamo artigiani di una storia da costruire”. Ne è convinto il papa, che nell’omelia della messa presieduta al Commonwealth stadium di Edmonton ha affermato che “ciascuno può riconoscere di essere quel che è, con le sue luci e le sue ombre, a seconda dell’amore che ha ricevuto o che gli è mancato. Il mistero della vita umana è questo: siamo tutti figli di qualcuno, generati e plasmati da qualcuno, ma diventando adulti siamo anche chiamati a essere generativi, padri, madri e nonni di qualcun altro”. “Guardando alla persona che siamo oggi, che cosa vogliamo fare di noi stessi?”, ha chiesto il papa alla folla presente: “I nonni da cui proveniamo, gli anziani che hanno sognato, sperato e si sono sacrificati per noi, ci rivolgono un interrogativo fondamentale: che società volete costruire? Abbiamo ricevuto tanto dalle mani di chi ci ha preceduto: che cosa vogliamo lasciare in eredità ai nostri posteri? Una fede viva o all’acqua di rose, una società fondata sul profitto dei singoli o sulla fraternità, un mondo in pace o in guerra, un creato devastato o una casa ancora accogliente?”. “Non dimentichiamo che questo movimento che dà vita va dalle radici ai rami, alle foglie, ai fiori, ai frutti dell’albero”, il monito di Francesco, secondo il quale “la vera tradizione si esprime in questa dimensione verticale: dal basso verso l’alto”. Di qui la necessità di “non cadere nella caricatura della tradizione, che non si muove in una linea verticale – dalle radici ai frutti – ma in una linea orizzontale – avanti/indietro – che ci porta alla cultura dell’indietrismo come rifugio egoistico; e che non fa altro che incasellare il presente e conservarlo nella logica del si è sempre fatto così”.

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Editoriale

Consumo di suolo, Coldiretti: “Scomparso un quarto delle campagne italiane”

Un modello di sviluppo sbagliato mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare dell’Italia

foto Siciliani-Gennari/Sir
27 Lug 2022

“Nello spazio di una generazione è scomparso più di 1 terreno agricolo su 4 (-28%) seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile”. Lo afferma la Coldiretti in riferimento al record degli ultimi dieci anni nel consumo di suolo in Italia fotografato dal Rapporto Snpa 2022 dell’Ispra.
“Le aree perse in Italia dal 2012 – sottolinea la Coldiretti – avrebbero garantito la fornitura complessiva di 4 milioni e 150mila quintali di prodotti agricoli e l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde e aggravano la pericolosità idraulica dei nostri territori segnati dal moltiplicarsi di eventi estremi, dalla siccità ai violenti temporali”.
Nello stesso periodo, precisa la Coldiretti, “la perdita della capacità di stoccaggio del carbonio di queste aree (oltre tre milioni di tonnellate) equivale, in termini di emissione di CO2, a quanto emetterebbe più di un milione di autovetture con una percorrenza media di 11.200 km l’anno tra il 2012 e il 2020: un totale di oltre 90 miliardi di chilometri percorsi, più di 2 milioni di volte il giro della terra”.
“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare che crei le condizioni perché il Paese diventi autosufficiente nella produzione di cibo”, ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, secondo cui “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo, ancora ferma in Senato, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”.

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L'argomento

Cozza presidio Slow Food. Carriero: “A maggio prossimo il 30% del prodotto sarà sostenibile”

26 Lug 2022

di Marina Luzzi

Dieci anni fa esatti il sequestro dell’area a caldo dell’ex Ilva da parte del gip Patrizia Todisco per il disastro ambientale causato dalla fabbrica. Una vicenda che squarciò il velo su tante questioni su cui si dibatteva, compreso l’inquinamento del mar Piccolo, già gravemente compromesso dalla presenza dell’Arsenale Militare. “Da quegli anni ad oggi la produzione di cozze si è ridotta del 30-40%, pensare che la cozza tarantina non aveva rivali – spiega Luciano Carriero, mitilicoltore che oggi ha un nuovo centro ittico e sta investendo sulla cozza ‘sostenibile’ – ancora dovevamo produrla ed era già venduta. Siamo arrivati in passato a produrre a Taranto 500mila quintali di cozze, secondi solo alla Spagna. Una città che produceva poco meno di una nazione intera. Era un’altra epoca, non c’erano tutti i controlli sanitari che oggi vengono giustamente imposti anche dall’Europa. La grande industria ci ha devastato. Dovrebbero premiarci solo perché resistiamo, per quante ne abbiamo passate”. Oggi però è tempo di guardare con più fiducia al futuro. Dallo scorso autunno la cozza tarantina è presidio Slow Food e Carriero è tra coloro che stanno investendo in sostenibilità. “Adesso funziona così: nel primo seno di mar Piccolo si coltiva il seme, dopo 6-7 mesi, entro il 28 febbraio di ogni anno, avviene lo spostamento nel secondo seno. Per diventare adulta la cozza ci mette 18 mesi. Tutto sotto vincolo sanitario, sotto controllo. Per i problemi ambientali che abbiamo a Taranto ormai la cozza tarantina è la più sicura in assoluto. Siamo 24 cooperative a lavorare al presidio della cozza Slow Food. Al disciplinare hanno aderito circa 300 famiglie su 600”. Le regole sancite per far parte del presidio sono principalmente due: non utilizzare alcun tipo di plastica, con le retine inquinanti sostituite da quelle in canapa e poi, essere in regola con le concessioni demaniali, garantendo tracciabilità del prodotto e contratti in regola. La prima cozza “sostenibile” al 100% la potremo assaggiare solo a maggio 2023 ma – precisa Carriero- “già spiegare il progetto e quello che stiamo facendo ha aperto i mercati ed aiutato la richiesta da tutta Italia. La produzione si attesterà intorno ai 30mila quintali l’anno. Taranto produce in totale un centomila quintali”. Adesso bisognerà convincere gli altri mitilicoltori, più scettici o poco propensi a mettersi in regola. Intanto negli scorsi giorni l’assessore allo Sviluppo Economico e vice sindaco Fabrizio Manzulli, è tornato a parlare di questo progetto per raccontare di un primo importante traguardo.  “Grazie al lavoro dei mitilicoltori e al supporto di Federcanapa, dopo 100 giorni in mare le nuove retine totalmente biodegradabili, realizzate a partire dalla fibra vegetale, hanno superato a pieni voti tutti i test – ha spiegato dopo un sopralluogo in mar Piccolo – e il loro uso di questo prodotto sta garantendo anche una migliore crescita del prodotto, un risultato tutt’altro che trascurabile». L’obbiettivo è quello di avviare un percorso di economia circolare che parta dalla coltivazione della canapa, che come è noto è anche molto utile per la bonifica dei terreni, per giungere alla produzione di questi supporti fondamentali per la coltivazione della nostra cozza nera tarantina. «Attualmente sono attive sul nostro territorio due differenti sperimentazioni – ha concluso Manzulli – che stanno ottenendo entrambe ottimi risultati: oltre la canapa, c’è anche un lavoro del Cnr sull’utilizzo dell’agave».

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Sport

Marina di Ginosa Open Bandiera Blu: lo sport che promuove il territorio

26 Lug 2022

di Paolo Arrivo

Il protagonista è sempre lui: il mare. Ecco perché anche il mondo del tennis lo associa allo sport e a Marina di Ginosa, con riferimento al torneo che si terrà tra pochi giorni, dal 28 luglio al 7 agosto. Una competizione che chiamerà a raccolta i tennisti di tutta la Penisola e oltre. A organizzarlo, per la decima volta (al di fuori del circuito nazionale sarà la 41esima edizione), il Tennis Club Pro Loco Marina di Ginosa sotto l’egida della Federazione italiana tennis. Lo start sarà dato con gli incontri di quarta categoria. Le finali dei tabelloni principali maschili e femminili chiuderanno la manifestazione che, a giudicare dalla richiesta di iscrizioni, si preannuncia interessante anche sul piano qualitativo – importante anche il montepremi. Così il “Marina di Ginosa Open Bandiera Blu” si carica di aspettative.

LO SPORT CHE PROMUOVE IL TERRITORIO. Lo slogan dell’organizzazione vuole mettere l’accento sulle peculiarità culinarie e paesaggistiche, oltre che sul mare meraviglioso, già ben noto. Il presidente dell’Asd Pro Loco Marina di Ginosa Giuseppe Toma dichiara che tra gli obiettivi del torneo c’è proprio la scoperta del territorio a beneficio dei partecipanti e degli accompagnatori. Di quanti scelgono il soggiorno lungo il litorale occidentale ionico, per le vacanze in questa stagione. L’auspicio è che il caldo intenso di questi giorni possa dare una tregua. Ne gioverebbero gli spettatori, e soprattutto i tennisti impegnati sui campi dell’associazione turistica Pro Loco Marina di Ginosa.

LE SCORSE EDIZIONI. Tra i vincitori dell’Open ci sono atleti che hanno fatto la storia del tennis nazionale e pugliese. Lo stesso presidente Toma ricorda Antonio Scala, Francesco Garzelli, i fratelli Micolani e Giuseppe Tresca. Ma al di là dell’aspetto agonistico lo spirito del torneo è dare lustro a tutte le categorie in gioco. Questa la mission, da continuare a perseguire nelle prossime occasioni.

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Società

Erri De Luca: “Gli anziani non sono supplenza, ma l’albero di trasmissione di storie, conoscenze, mestieri”

Sulla terza età e i suoi problemi, abbiamo intervistato il noto scrittore campano durante il Giffoni film festival

26 Lug 2022

di Gigliola Alfaro

Domenica 24 luglio si è celebrata la seconda Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che ha avuto per tema “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”; ma, nella nostra società, qual è la considerazione che hanno realmente i vecchi?

Sulla terza età e i suoi problemi, abbiamo raccolto il parere dello scrittore Erri De Luca.

 

foto Ansa/Sir

Secondo lei, si permette ai vecchi, quando sono in condizioni fisiche e mentali per farlo, di dare ancora frutti?

I vecchi: a che età si è tali? Degli uomini di quarant’anni si chiamano tra loro ragazzi, a sessanta uno nega sfacciatamente di essere anziano. Si sta in un tempo di longevi, maggioranza della popolazione, che adatta la società alle sue esigenze, dalla pubblicità a ogni tipo di carica dirigente. Gli anziani, i vecchi sono al potere se agiati, allo scarto e all’ospizio se poveri o ammalati. Servono da nonni per tenere i nipotini, sostenere le famiglie con le loro pensioni. Sulle spiagge in questo periodo si vedono anziani che fanno attività sportiva, così come mi capita di trovarli in parete. Nel giro di un secolo in Italia si è raddoppiata l’età media della popolazione. Qui non si tratta di celebrare la giornata del vecchio, che si celebra tutti i giorni. Sarebbe da istituire la giornata del giovane, in via di costante diminuzione con lo sciopero delle nascite.

Uno dei mali dei nostri tempi è la solitudine, a soffrirne sono proprio gli anziani: perché non hanno più posto nelle nostre famiglie e sono considerati sempre di più un peso?

La solitudine è la regola, mentre sono liete eccezioni le coppie che si tengono insieme fino all’ultimo tempo. La società, fondata sulla famiglia, si è trasformata in società per cuori solitari. Ci sono i canali per gli incontri, selezionati da presunte compatibilità comprese le astrologiche, si danno il primo appuntamento in un bar, alcuni azzardano un ristorante dove si scrutano le rispettive masticazioni. È un tempo da singoli, gli appartamenti hanno la pezzatura per contenerli. La solitudine e l’isolamento sono condizioni che vanno allenate per non trovarsi poi sgomenti di fronte al diradarsi delle conoscenze.

Quale dovrebbe essere la nostra risposta a una società dello scarto dove i fragili, anziani, poveri, bambini non nati sono ritenuti un peso inutile da eliminare?

Considero un’empietà civile sbarazzarsi dei propri genitori anziani. Li rinchiudono in ospizi chiamati gentilmente case di riposo, residenze. Che fare? Niente, se la coscienza è un peso anziché il sostegno di una persona.

Gli anziani sono quelli che hanno pagato di più il Covid, ora con le nuove ondate sono di nuovo più a rischio…

Sono anziano e sono stato messo in grado di vaccinarmi gratuitamente tre volte. La nostra sanità pubblica è stata sottoposta a tagli di bilancio da ogni e qualunque governo, insieme alla scuola. Resiste ancora e ha dato buona prova di sé nell’epidemia. Noi anziani siamo per definizione precari, ma abbiamo un’ assistenza sanitaria tra le migliori del mondo.

Come creare una nuova alleanza tra gli anziani e le nuove generazioni?

Tra nonni e nipoti c’è sempre stata intesa. I bambini non giudicano i vecchi, anzi si affidano a loro più sicuramente che agli adulti. Nelle coppie moderne la mancanza di nonni è motivo di rinuncia a procreare. Non sono supplenza, sono invece l’albero di trasmissione di storie, conoscenze, mestieri che hanno bisogno della voce tranquilla, del tempo lento per assorbire, dei sorrisi durante qualche gioco. A proposito di diritti, la Costituzione americana aggiunge tra loro anche quello alla felicità. Oggi credo che sia, per un giovane come per un anziano, piuttosto un dovere.

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Ecclesia

Da martedì 26, a Collevalenza la Scuola di animazione carismatica del RnS

La Scuola si svolgerà dal 26 al 31 luglio e interesserà i ministeri di animazione della preghiera, musica e canto, intercessione per i sofferenti, ecumenismo e il servizio danza

foto: collevalenza.it
26 Lug 2022

“‘Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola al servizio degli altri… chi esercita un ufficio lo compia con l’energia ricevuta da Dio’ (cf I Pietro, 4 10-11). Carismatici, discepoli, missionari”. Sarà questo il tema che, sulla scia della recente 44ª Convocazione nazionale giubilare su base regionale, guiderà la prossima Scuola di animazione carismatica promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo. Quest’anno la Scuola si svolgerà dal 26 al 31 luglio, nella Casa del pellegrino in Collevalenza (Pg). Saranno interessati i Ministeri di animazione della preghiera, musica e canto, intercessione per i sofferenti, ecumenismo e il servizio danza. Presenti come équipe i cinque delegati nazionali dei Ministeri coinvolti. Intenso il programma delle sei giornate, scandito da sei relazioni plenarie, cinque simposi suddivisi per ministeri, dieci workshop interministeriali e sei celebrazioni eucaristiche (in una delle quali sarà amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi). La Scuola terminerà con il mandato finale. Come dichiara Salvatore Martinez, presidente nazionale del RnS, “occorre dare più credito all’azione dello Spirito Santo, che suscita ancora carismi e ministeri come provvidenza per la Chiesa e risposta alle necessità degli uomini e delle donne del nostro tempo. Carismatici si nasce con il battesimo, ma missionari si diventa mediante i ministeri, che sono i carismi in azione. C’è bisogno di rimettere in auge la ministerialità carismatica nella Chiesa, per cui una Scuola di animazione risponde davvero alle attese di tanti e ci permette di guardare.

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