Ospedale S. Cataldo, slitta la consegna intanto la sanità tarantina è ancora bocciata
Ancora un rinvio per la consegna del nuovo Ospedale San Cataldo, che non avverrà più il 1° agosto, com’era stato stabilito dopo il precedente rinvio, ma il 18 novembre. Per sapere se questo significherà la reale attivazione di quello che è destinato, nelle intenzioni di politici e amministratori, a diventare un policlinico, bisognerà poi aspettare di conoscere la disponibilità dei 105 milioni di euro necessari per l’acquisto di apparecchiature e arredi. Soldi che sono stati stanziati ma non possono essere utilizzati.
A informare nel nuovo rinvio è stata la direzione dell’Asl di Taranto durante i lavori della I Commissione consiliare della Regione Puglia. Secondo il il report fornito dai dirigenti e dalla direzione dei lavori del nuovo ospedale nel corso dell’audizione, gli stati di avanzamento lavori sono al 73%, con 80 milioni di pagamenti effettuati.
Ma, mentre si attende l’apertura del nuovo ospedale, bisogna ancora fare i conti con i problemi di una sanità che, nel nostro territorio, non brilla in generale, fatte le dovute eccezioni per taluni settori d’eccellenza. I livelli di assistenza sono insufficienti, come del resto è sotto gli occhi di tutti: fine interminabili per visite ed esami, assoluta inadeguatezza del pronto soccorso, arretramento di alcuni settori di assistenza, per carenze di ogni genere, a partire dal personale sono solo alcuni dei problemi. Nei giorni scorsi è stato lo stesso ministero della Sanità a bacchettare la Puglia nel suo insieme per il livello di prestazioni erogate in questa fase post-covid, ma di recente anche la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, che annualmente esamina gli indicatori relativi al numero e alla qualità delle prestazioni, ha bocciato soprattutto le Asl di Taranto e Lecce, che si distinguono in negativo.
Su una base di 450 indicatori differenti, il sistema della sanità pugliese ha registrato per il 2021 performance altalenanti, con una valutazione “media” al 34,88%. Percentuali frutto della valutazione “pessima” fatta per le Asl di Taranto (41,67%) e Lecce (37,84%), rispettivamente ultima e penultima, per esempio, per controlli cardiologici in regione, e la performance “scarsa” dell’Asl di Brindisi (29%), penultima per controllo neurologici (-43,34%).
Intanto, nel 2020, rispetto al 2019, i costi sanitari pro-capite sono aumentati dell’11%, circa 237 euro a cittadino, con un picco di quasi 600 euro nella Provincia Autonoma di Bolzano, dove per altro (vale pure per Trento) l’efficienza dei pronto soccorso è altissima (oltre il 90% dei codici gialli è visitata entro la prima mezzora!). Tuttavia, soltanto una piccola quota della spesa aggiuntiva è andata alla medicina generale.
Sul nuovo rinvio della data di consegna del San Cataldo è intervenuto il consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio, il quale sottolinea come “Taranto ha una situazione sanitaria molto grave, soffre una carenza infrastrutturale che penalizza i cittadini: lunghe attese per prestazioni e visite, reparti ospedalieri insufficienti quando non del tutto assenti, carenza di personale sono, purtroppo, all’ordine del giorno”.
In ordine all’utilizzo dei 105 milioni per la fornitura di apparecchiature ed arredi, egli spiega come alla Regione Puglia non sia ancora giunta alcuna comunicazione. “Su proposta del presidente della I Commissione, Fabiano Amati, saranno valutate soluzioni alternative (ad esempio anticipazioni e obbligazioni), per accelerare l’iter dei bandi. L’esito di tale verifica sarà illustrato nella prossima seduta della Commissione in programma lunedì 11 luglio”.
“Abbiamo appreso – commenta Di Gregorio con un filo di ironia – che questa situazione riguarda anche le forniture di tubi in acciaio. Mi sembra paradossale vista la presenza a Taranto della più grande acciaieria d’Europa”.