La sanità vive un momento di grave crisi: atti di violenza, carenze e picco del Covid
È ancora la sanità in primo piano in questo inizio di estate rovente che fa segnare numerose emergenze sulle quali balza il picco di quasi 12.000 nuovi casi di Covid registrati ieri 5 luglio, in Puglia con 10 nuovi decessi. Se si considera che i tamponi processati erano 32.000, se ne deduce che la percentuale incredibile degli infetti si attesta sul 35%. Di fronte a questa situazione balza alla luce in maniera impietosa l’assoluta inadeguatezza della risposta sanitaria, la cui incidenza sui pronto soccorso della regione cresce di giorno in giorno, a fronte di una carenza assoluta di personale. Se si verificano poi episodi di violenza contro i medici, come quello che si è verificato all’Ospedale Moscati di Taranto, che ha visto anche la presa di posizione del sindaco Melucci, o l’intervento della magistratura sui ritardi eccessivi al pronto soccorso del “Fazi” di Lecce, dove pure mancano medici e posti letto, si avrà un quadro preoccupante che richiede interventi risolutivi, quali erano stati preconizzati allo scoppio del Covid, ma non si sono poi registrati.
Dell’episodio criminale accaduto a Taranto si occuperà la Commissione regionale sulla criminalità, secondo l’impegno che il presidente Perrini ha manifestato al consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio, impegnandosi a riunire con urgenza la Commissione, “reputando questo organo consiliare il più idoneo ad approfondire la problematica”.
“È urgente dare un segnale concreto di interesse e impegno delle istituzioni nei confronti di quanti giornalmente, con il proprio lavoro, assicurano il funzionamento di un servizio fondamentale per la collettività”, afferma Di Gregorio, ma altrettanto urgente è intervenire con misure in grado, intanto, di arginare l’epidemia che, a differenza di quanto accaduto negli anni scorsi, non è affatto frenata al caldo ma trova terreno di diffusione della dismissione di tutti i criteri e gli accorgimenti che erano atti al suo contenimento. La percentuale dei decessi, oltre che dei contagiati, continua a correre in maniera irrefrenabile e sembra ormai scontato che non si debba fare nulla. Non si tiene conto, inoltre, da un lato della diffusione favorita dalla mancata comunicazione da parte di molti infetti, né dal danno economico rilevante provocato da lunghi periodi di quarantena di lavoratori costretti ad assentarsi dal lavoro o da quello che potrebbe derivare da un aggravamento della situazione per molti settori economici che finalmente si stanno riprendendo dopo una lunga crisi. Molti esperti e medici sottolineano il rischio indotto dal totale abbandono di precauzioni da parte della maggioranza della popolazione. Preoccupano, inoltre, le reinfezioni la cui percentuale è in crescita.
Insomma: occorrerebbero da un lato misure di contenimento delle infezioni e dall’altro, di potenziamento della medicina ospedaliera, a partire dai pronto soccorso, per il potenziamento dei quali non è parsa una buona idea lo spostamento di medici da altri reparti, privi di esperienza specifica.