Ruta Meilutyte e Benedetta Pilato: la bellezza del duello è l’essenza della gara
Cala il sipario sugli Europei di nuoto in corsie. Che hanno visto padroneggiare la nazionale italiana, la più forte di sempre, a quanto pare, capace di vincere 35 medaglie (13 ori, 13 argenti e 9 bronzi). Nell’ultima giornata abbiamo assistito al trionfo di Ruta Meilutyte la quale, con il tempo di 29”59, ha fatto meglio di Benedetta Pilato (29”71), nella finale dei 50 metri rana. Ebbene, nel bene e nel male, la campionessa lituana rappresenta un esempio per l’italiana: negativo perché non ha saputo gestire la sconfitta e la popolarità, tanto che nel 2019 si era ritirata; positivo perché è riuscita a rialzarsi, e a fare subito il grande risultato. Questa lezione in realtà Benny l’ha già imparata. Perché dopo la delusione delle Olimpiadi di Tokyo ha firmato un’ottima annata, aggiudicandosi il titolo italiano, europeo e mondiale nei 100 rana – resiste il suo record nei 50 (29”30). Inoltre non ha mai perso il sorriso e la voglia di divertirsi in vasca. Lo ha dichiarato lei stessa nel post gara.
LE VICISSITUDINI DELL’AVVERSARIA. Nata a Kaunas il 19 marzo 1997, Ruta Meilutyte è orfana di madre: l’ha persa quando aveva solo 4 anni, a causa di un incidente in auto. All’età di 7 anni ha cominciato a nuotare. A 13 si trasferì con il padre e i fratelli in Inghilterra, a Plymouth, dove si è fatta allenare da Jon Rudd. Le si è aperta una nuova vita con i successi in vasca: nel 2012, a soli 15 anni, ha preso parte ai Giochi olimpici di Londra laureandosi campionessa nei 100 m rana. Nel 2013 ha realizzato il record europeo. Così in vasca corta, 50 rana, nel 2014. Prese a vincere tutto finché non è stata la depressione ad impossessarsi di lei. Ha combattuto contro problemi di salute mentale, ed è tornata grande quest’anno, all’inizio dell’estate, diventando la nuova campionessa del mondo dei 50 rana. Le mancava l’acqua, la velocità, il posto dove può sentirsi bene ed esprimere una parte di sé, ha confidato. E poi l’adrenalina della gara. Il mondo del nuoto l’ha ritrovata. E pure Benedetta Pilato la ringrazia: la competizione si nutre del duello, della rivalità sana, a beneficio dello spettacolo e della carica motivazionale degli stessi atleti, che sono fenomenali.