Udienza generale

Papa Francesco: “La morte fa un po’ paura, ma attraversata la porta c’è la festa”

Nella catechesi conclusiva del ciclo dedicato alla vecchiaia, il Papa ha chiesto ai suoi coetanei di essere luce per tutti

foto Vatican media/Sir
26 Ago 2022

di Giovanna Pasqualin Traversa

“La morte fa un po’ paura ma c’è sempre la mano del Signore, e dopo la paura c’è la festa”. Lo ha detto papa Francesco, nell’udienza generale di mercoledì 24, in aula Paolo VI nella quale ha fatto ingresso in carrozzina accolto da scroscianti applausi e dal suo nome scandito in coro dai presenti. Tra loro anche un gruppo di minori ucraini in rappresentanza dei circa 200 ragazzi accolti dalla Caritas italiana per progetto di accoglienza temporanea estiva, accompagnato dal direttore Caritas, don Marco Pagniello. Tema della catechesi odierna, che ha concluso il ciclo dedicato alla vecchiaia, “Le doglie della creazione. La storia della creatura come mistero di gestazione (Rm 8,22-24)”.

Gesù verrà a prendere ciascuno di noi. A pochi giorni dalla solennità dell’Assunzione, “questo mistero illumina il compimento della grazia che ha plasmato il destino di Maria, e illumina anche la nostra destinazione”, ha spiegato il papa collegando l’Assunzione di Maria con “la risurrezione del Figlio, che apre la via della generazione alla vita per tutti noi”. Gesù risorto con il suo corpo “vive nell’intimità trinitaria di Dio! E in essa non perde la memoria, non abbandona la propria storia, non scioglie le relazioni in cui è vissuto sulla terra. Ai suoi amici ha promesso: ‘Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi’”. “Non solo alla fine per tutti – ha aggiunto il papa a braccio – ; verrà per ciascuno di noi, verrà a cercarci per portarci da Lui. In questo senso la morte è un po’ il passo per l’incontro con Gesù che mi sta aspettando per portarmi da Lui”.

Luce per gli altri. “Gesù, quando parla del Regno di Dio – ha proseguito Francesco -, lo descrive come un pranzo di nozze, come una festa con gli amici”. “Prendere sul serio le parole evangeliche sul Regno abilita la nostra sensibilità a godere dell’amore operoso e creativo di Dio, e ci mette in sintonia con la destinazione inaudita della vita che seminiamo. Nella nostra vecchiaia, care e cari coetanei, e parlo ai vecchi e alle vecchiette – ha precisato con un sorriso il papa fuori testo – l’importanza di tanti ‘dettagli’ di cui è fatta la vita – una carezza, un sorriso, un gesto, un lavoro apprezzato, una sorpresa inaspettata, un’allegria ospitale, un legame fedele – si rende più acuta”. Secondo il pontefice “l’essenziale della vita, che in prossimità del nostro congedo teniamo più caro, ci appare definitivamente chiaro. Ecco: questa sapienza della vecchiaia è il luogo della nostra gestazione, che illumina la vita dei bambini, dei giovani, degli adulti, dell’intera comunità”.“Noi vecchi – l’esortazione a braccio – dovrebbero essere questo per gli altri, luce per gli altri”. L’intera nostra vita – ha proseguito – è “un seme che dovrà essere sotterrato perché nasca il suo fiore e il suo frutto. Nascerà, insieme con tutto il resto del mondo. Non senza doglie, non senza dolore, ma nascerà. E la vita del corpo risorto sarà cento e mille volte più viva di come l’abbiamo assaggiata su questa terra”.

Dopo la paura, la festa. Soffermandosi quindi sulla morte il papa ha ammesso: “Fa un po’ paura ma c’è sempre la mano del Signore, e dopo la paura c’è la festa”. Nel richiamare l’immagine del Signore Risorto, che “mentre aspetta gli Apostoli in riva al lago, arrostisce del pesce (e poi lo offre loro)”, Francesco ha osservato che questo gesto premuroso “ci fa intuire che cosa ci aspetta mentre passiamo all’altra riva. Sì, cari fratelli e sorelle, specialmente voi anziani, il meglio della vita è ancora tutto da vedere”. “Ma siamo vecchi – ha aggiunto di nuovo fuori testo -, cosa dobbiamo vedere in più? Il meglio, perché il meglio della vita è ancora tutto da vedere. Speriamo, speriamo questa pienezza di vita che ci aspetta tutti quando il Signore ci chiamerà”. Di qui un auspicio: “La Madre del Signore e Madre nostra, che ci ha preceduti in Paradiso, ci restituisca la trepidazione dell’attesa”, perché, ha proseguito in un lungo inserto a braccio, “non è un’attesa anestetizzata, annoiata; no, è un’attesa con trepidazione, quando verrà il mio Signore? Quando potrò andare là? Un po’ di paura, perché questo passaggio non so che cosa significa e passare questa porta fa un po’ di paura, ma c’è sempre la mano del Signore che ti porta avanti, e attraversata la porta c’è la festa.  Stiamo attenti, noi cari vecchi e care vecchiette coetanei – ha concluso -, stiamo attenti, Lui ci sta aspettando, soltanto un passaggio e poi la festa”.

L’appello. Al termine dell’udienza generale il papa ha rivolto il pensiero all’Ucraina che “da sei mesi, oggi, patisce l’orrore della guerra e ha lanciato un appello: “Auspico che si intraprendano passi concreti per mettere fine alla guerra e scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia”.

Il pensiero di Francesco è quindi andato ai tanti bambini feriti morti, rifugiati, e agli orfani, ucraini e russi. “Penso a tanta crudeltà, a tanti innocenti che stanno pagando la pazzia, la pazzia, la pazzia di tutte le parti perché la guerra è una pazzia” e “coloro che guadagnano con la guerra, sia con il commercio delle armi sono dei delinquenti che ammazzano l’umanità”. A Maria, al cui Cuore immacolato ha consacrato Russia e Ucraina, il papa ha chiesto di portare la pace, e ha ricordato anche le lunghe guerre in corso da anni in Siria e nello Yemen.

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Emergenze sociali

Con record dei prezzi del gas, un bando per installare pannelli fotovoltaici sulle stalle

L’installazione su circa 20mila stalle e cascine è importante per contribuire alla sovranità energetica del Paese

foto Sir
26 Ago 2022

Con il nuovo record del prezzo del gas, l’arrivo dei bandi per l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine è importante per contribuire alla sovranità energetica del Paese, con cittadini e imprese in difficoltà per i rincari scatenati dalla guerra in Ucraina. È quanto afferma la Coldiretti dopo la pubblicazione dell’avviso con le istruzioni per accedere agli 1,5 miliardi previsti dal decreto sull’agrisolare nell’ambito del Pnrr, che arriva mentre il future sul gas naturale alla borsa di Amsterdam ha ritoccato il suo record raggiungendo in apertura i 302 euro al megawattora.
L’esplosione del costo del gas – sottolinea la Coldiretti – ha un impatto devastante sulle tasche dei cittadini ma anche sulla filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, rendendo necessario sviluppare forme alternative di produzione dell’energia. In tale ottica, il bando sull’agrisolare, fortemente sostenuto dalla Coldiretti, consente l’installazione di pannelli fotovoltaici su una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di metri quadri per 0,43 GigaWatt sulle coperture degli edifici agricoli e zootecnici ma senza consumare terreno fertile.
Un sostegno per le imprese agricole e zootecniche che possono avvantaggiarsi del contenimento dei costi energetici ma anche – ricorda Coldiretti – per il Paese che può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti, proprio mentre si discute sul tetto al prezzo delle gas proveniente dalla Russia.
Le domande per i contributi destinati alla realizzazione di impianti fotovoltaici potranno essere presentate dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre. Una quota di finanziamenti pari a 1.200 milioni di euro è destinata alla realizzazione di interventi nel settore della produzione agricola primaria, 150 milioni sono assegnati a interventi nel settore della trasformazione di prodotti agricoli in agricoli, e altri 150 milioni andranno al settore della trasformazione di prodotti agricoli in non agricoli e alle altre imprese. È prevista poi una riserva del 40% per i progetti che saranno realizzati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Se tali risorse non saranno spese andranno a coprire le iniziative delle altre regioni.

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Sport

La bici, la casa, la cura dell’anima: Caterina Bello e il ritorno da vincente alle corse

La ciclista con la divisa Pedale Elettrico Team
25 Ago 2022

di Paolo Arrivo

Con uno scatto bruciante ha fatto sua una corsa complicata. La zampata dell’agonista ritrovata, che ha lanciato la sfida alle avversarie, e che annovera anche la furbizia tra le sue qualità: dopo alcuni piazzamenti, Caterina Bello si è aggiudicata la sesta prova di “Cicloamatour”, il campionato ciclistico regionale della Puglia su strada. Ha sofferto, la ciclista di Martina Franca. Ma neanche tanto: la gamba è già reattiva, e può crescere soltanto. L’esperienza non le manca, né un grande ciclista alla guida tecnica: il re delle granfondo, Tommaso Elettrico, dal quale può trovare ulteriori motivazioni, lascia intendere in questa intervista.

Partiamo dall’ultimo successo alla 12esima Coppa San Marco: che sapore ha avuto?

“L’ultimo successo ha avuto un sapore che definirei delizioso, perché inaspettato: si tratta quella di una gara impegnativa sia dal punto di vista tecnico che altimetrico, che nelle scorse partecipazioni mi aveva visto sicuramente in forma migliore. Ma per il momento posso ritenermi soddisfatta”.

Per diverso tempo sei stata lontana dalle competizioni. Cosa ti ha spinto a rimetterti in gioco, quest’anno?

“Per l’esattezza ero fuori dalle competizioni dal 2019. Ho mollato sicuramente durante il periodo Covid, che ha messo un po’ tutti ai box; poi per motivi vari, sia fisici che lavorativi, non ho avuto più lo stimolo di riprendere gli allenamenti. Quest’anno non ho fatto alcuna preparazione. Non dovevo rimettermi in gioco, ma l’ho fatto ugualmente: posso dire che la spinta me l’ha data la bici nuova acquistata. Questo per me ha un valore più profondo. Ecco, non lo definirei un “rimettermi in gioco”, piuttosto una sfida con me stessa per affrontare la vita in generale”.

Quali difficoltà hai incontrato nel fare ritorno in mezzo al plotone? Se ne hai avute…

“Sì, certamente ne ho avute, e non poche! Di sicuro il colpo d’occhio che in gruppo è fondamentale: se non lo alleni viene meno, e la lontananza dalle competizioni per 3 anni ha influito sulla tranquillità, sulla tecnica nell’affrontare i circuiti, le curve più tecniche o le discese. Diciamo che sono riaffiorate a galla tutte le mie paure che, per superarle, le etichetto come difficoltà. Queste, so bene, vanno affrontate. Altrimenti non riusciremo mai a sapere quale sia realmente la nostra forza, insieme ai limiti sui quali lavorare”.

Sei nota al pubblico delle due ruote come una big tra le donne. Al pubblico dei lettori che non ti conosce racconta quando ti sei messa su una bici da corsa per la prima volta, quanta strada hai fatto sino ad oggi, quali successi ti hanno dato maggiori gratificazioni.

“È una storia lunga. Cerco di sintetizzare: sono sempre stata una ragazza sportiva, ho praticato diversi sport nella mia vita, ma il ciclismo l’ho scoperto per caso: ero già grande, avevo 23 anni, e un giorno ho visto nel box di Davide, mio marito, allora fidanzato, tantissime bici da corsa perché lui da piccolo correva (poi il ciclismo lo ha lasciato). Ebbene, me ne ha sistemata una e siamo usciti per fare una passeggiata… Alla prima uscita andavo più forte di lui che, vedendomi portata, disse che avrei dovuto praticare questo sport. Così è andata. Nel giro di un anno ho iniziato con le gare; anche il mio compagno ha ripreso a pedalare, e la condivisione è molto importante per poterci stimolare. Sicuramente da quel 2013 ne ho fatta ad oggi di strada. Tutte le gare, ma anche le uscite mi danno gratificazione perché sfido me stessa sempre, sia in allenamento che in gara”.

Per gareggiare è fondamentale la preparazione. Non ti chiediamo di svelarci i segreti dell’allenamento più proficuo ma se, ancora oggi che il ciclista può disporre della tecnologia, e dedicarsi alle ripetute, sei capace di andare anche a sensazione…

“Sì, la preparazione è fondamentale. Io inizialmente sono sempre andata a sensazione ma poi passando ad allenamenti specifici posso dire che la differenza si vede, eccome. Me ne accorgo anche adesso, perché non avevo fatto nessun tipo di allenamento negli ultimi tre anni, ma solo uscite ogni tanto. Non siamo professionisti: andare a sensazione è bello, ed anche divertente; ma per obiettivi particolari o manifestazioni importanti fare una preparazione specifica sarebbe l’ideale”.

Il ciclismo è uno sport individuale ma anche di gruppo. Ci sono persone che ti hanno aiutata, insegnato o trasmesso qualcosa?

“Premetto che purtroppo, per noi donne, io lo definisco ancora uno sport individuale. Ultimamente ne vedo tante che si stanno avvicinando al ciclismo, ma non in numero tale da pensare di poter organizzare delle manifestazioni al femminile. Certamente ci sono persone che mi hanno aiutata, insegnato e trasmesso qualcosa. Io penso che lo faccia qualsiasi persona che incontriamo: può arricchire il nostro cammino esistenziale. Nel mondo del ciclismo, non posso citare tutte le persone che hanno arricchito la mia esperienza con questo sport, ma sicuramente non posso non nominare mio marito Davide, il primo a “mettermi in bici”, mio suocero Mario, ciclista anche lui che insieme a tutti i suoi compagni (cito, tra questi, Michele Lacarbonara) sono stati i primi ad accompagnarmi nelle uscite. C’è Giuseppe Vestita, il mio primo presidente con il team ciclisport, che ha creduto in me, sin da subito: a Carovigno abbiamo vinto la prima gara. C’è Tommaso Rubino, conosciuto in gara, dove è nata una bellissima amicizia. Mi ha aiutata tanto ad affrontare le mie paure ed ansie. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il mio attuale coach Tommaso Elettrico, sempre pronto ad aiutarmi in tutto, e a stimolarmi per fare sempre meglio. Sono felice di far parte del suo team da 4 anni”.

Hai un sogno ancora da realizzare, che ti stimoli a macinare altri chilometri? Un obiettivo nel medio o lungo periodo?

“Sogni nella vita, sempre e tanti; ma vivo alla giornata e non mi piace fare progetti a lungo termine. Quello che viene viene e mi rende felice sempre. Per ora il mio obiettivo è quello di recuperare la condizione persa in questi anni e magari, perché no, anche migliorarla! Non ho bisogno di obiettivi per macinare chilometri perché questo sport mi piace così tanto che se potessi pedalare anche di più lo farei. Il lavoro spesso non me lo permette”.

Quando non pedala, nella vita di tutti i giorni, chi è Caterina Bello?

“È una donna che ha tantissimi altri impegni ed interessi. Combattiva, dinamica, le piacerebbe avere una giornata più lunga di 24 ore per fare tutto quello che vorrebbe! Lavoro per un’azienda di tecnologie estetiche e sono spesso fuori casa. Amo cucinare, tanto che ho anche un blog di cucina a cui mi dedico, quando ho tempo, per creare nuove ricette. Mi prendo cura della mia casa e del mio terrazzo. Per me è importantissima perché la identifico come il mio luogo dell’anima, creata e progettata in base alle mie esigenze. Mi dedico alla cura dell’anima attraverso la lettura ed al pilates”.

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Ecclesia

L’impegno dell’Agesci: in prima linea per la legalità

Educazione delle giovani generazioni e impegno sui territori: questa la doppia vocazione degli scout Agesci che si fa concretezza nelle attività compiute nelle comunità parrocchiali, negli oratori, nelle piazze

foto Siciliani-Gennari/Sir
25 Ago 2022

di Fabio Mandato

Educazione delle giovani generazioni e impegno sui territori. È questa la doppia vocazione degli scout Agesci che si fa concretezza nelle attività compiute nelle comunità parrocchiali, negli oratori, nelle piazze. Uno stile che è testimonianza anche contro le forme di criminalità organizzata, soprattutto in quei territori e verso quei giovani che sono a rischio. “Come Agesci lavoriamo per la legalità, la giustizia, una sana cultura del lavoro e non per la raccomandazione.Cerchiamo di andare controcorrente rispetto alle lobby e alle raccomandazioni, perché i cittadini più giovani possano crescere e poi farsi strada da soli. Tentiamo di far crescere nei ragazzi una mentalità diversa, non improntata alla richiesta di favoritismi come ad esempio bussare alla porta del politico di turno per un posto di lavoro”. Le parole di Claudio Calimeri vengono dalla Calabria. Calimeri è responsabile regionale Agesci, e descrive tutto l’impegno che l’associazione realizza sul campo, “per far crescere buoni cristiani e buoni cittadini”. E mentre la cronaca consegna notizie di minori o di giovani che si macchiano di delitti, anche gravi, gli scout sono sempre in prima linea per la legalità. Un’azione necessaria in una regione con tanti lati oscuri. “Nello scorso anno abbiamo denunciato i roghi calabresi, in passato il marcio della sanità, che spesso assurge ai disonori delle cronache. Denunciamo costantemente i soprusi che avvengono sul territorio, anche grazie ai legami che abbiamo con le associazioni e i testimoni di giustizia”.

L’attenzione alla politica, alla sanità, all’ambiente, dicono proprio la cifra dell’impegno dell’Agesci sul campo, nel rispetto delle origini del movimento, come ricorda Fabrizio Marano, capo scout Agesci d’Italia: “Lo scoutismo sposa la sua causa iniziale, dare una mano ai ragazzi che vivono marginalità e degrado”.

A fargli eco Daniela Ferrara, capo Guide d’Italia. “L’unica vera forza di cambiamento è l’educazione, che non è mai neutra, ma è un’educazione ai valori della libertà, della giustizia, della non violenza e del rispetto per le leggi. Si tratta di una educazione integrale che permette al ragazzo di poter fare delle scelte”.Infatti, prosegue Ferrara, “facendo esperienze di bene si impara a fare il bene. Il bene è una strada per la felicità. È il mandato del giudice Borsellino: ‘noi arrestiamo i padri, voi dovete educare i figli’”. È fondamentale allora la presenza sui territori, perché – aggiunge Ferrara – “diventino luoghi di esperienze positive, di bellezza. Ed è importante farlo insieme alle altre istituzioni, creando comunità aperte, dialogando, capaci di far diventare i territori delle comunità inclusive”.

La strada tracciata in Calabria è ambiziosa, perché l’Agesci locale intende portare la sua testimonianza proprio laddove sembra più difficile, in quelle aree della regione dove lo scoutismo non c’è e i ragazzi sono ai margini della società.“Stiamo elaborando un progetto per raggiungere quanti più giovani possibile – afferma Calimeri -. Vogliamo immaginare l’inimmaginabile, pensare l’impensabile per essere presidio di legalità. E questo significa partecipare alla vita dei territori in rete con le istituzioni, aprire le nostre sedi, essere presenti sul campo”.

Intanto l’Agesci calabrese negli scorsi anni si è messo in gioco grazie alla gestione di due beni confiscati alla ‘ndrangheta, a Reggio Calabria, nel quartiere di Archi, e a Siderno (RC), dove è nata la casa dei giovani “Maestri nel sogno”. Attività ludiche, ricreative, culturali, incontri e spettacoli. “È il nostro modo per dire no al malaffare e ritagliarci spazi per la formazione di una mentalità diversa sia per i giovani scout che per i luoghi dove operiamo – prosegue Calimeri – anche perché questi beni sono stati messi in mano proprio a cittadini di Reggio e di Siderno”.

Fabrizio Marano, catanzarese, ha a cuore le sorti della Calabria, e ricorda il grido di papa Francesco nella Piana di Sibari del 21 giugno 2014 e la sollecitudine delle Chiese locali nell’impegno contro la criminalità organizzata. “La Chiesa e le conferenze episcopali regionali sono un soggetto molto importante per portare avanti l’educazione sui territori e dare opportunità diverse e positive per le giovani generazioni.Da sempre come scout proviamo a raccogliere le sollecitazioni dei vescovi. Ricordo i richiami di don Tonino Bello in Puglia, l’impegno in Calabria e in Sicilia dove vi è il rischio di forti esposizioni alle mafie, anche se non dobbiamo dimenticare che la criminalità è anche al Nord”. Per Marano “oggi è messa in discussione e in grave pericolo la possibilità di offrire educazione ai ragazzi, per questo vogliamo essere presidio educativo sui territori intercettando i giovani, rapportandoci in rete con le istituzioni, le realtà di volontariato e la scuola per dare proposte che contrastino le forme di criminalità”. Per farlo, secondo Marano, bisogna “unire gli sforzi contro l’abbandono scolastico, l’esclusione sociale, la scarsa spesa pubblica in favore dei minori. Le mafie si abbeverano di consenso e di offrire quelle false illusioni, creando quel gancio che può anche attirare i giovani. Si tratta di lottare per un forte impegno educativo nella nostra società”. Conclude Calimeri: “Noi siamo in campo, perché essere scout segna per la vita”.

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Politica italiana

Draghi al Meeting di Rimini: “L’Italia ce la farà anche questa volta”

Il premier Draghi torna a Rimini dopo due anni ed elenca tutte le misure adottate nei suoi 18 mesi di Governo. La direzione è tracciata: “Abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese”

foto Ansa/Sir
25 Ago 2022

di Daniele Rocchi

È stato un bagno di folla quello del premier Mario Draghi tornato al Meeting di Rimini due anni dopo la sua prima apparizione (agosto 2020), quando venne a parlare delle sfide della politica e dell’economia post-pandemia. Un’accoglienza affettuosa da parte del popolo di CL, segnata da applausi e ringraziamenti, “Bravo presidente!”, “Grazie Mario!”, sin dal suo ingresso in Fiera, dove è stato accolto dalle autorità locali e da Bernhard Scholz, presidente del Meeting.

foto Sir

E se allora quel suo intervento alla Fiera riminese fu interpretato come il trampolino di lancio per l’incarico a premier, oggi è stato il momento del bilancio – più che di un commiato – a un mese dal voto del 25 settembre indetto dopo la fine anticipata del suo governo. “Guidare l’Italia – ha detto con un velo di commozione – è un onore di cui sono grato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Parlamento e a tutti gli italiani che mi hanno accompagnato con il loro affetto”.

“Siamo un grande Paese”. Diciotto mesi di Governo durante i quali l’Italia ha dimostrato di essere un grande Paese, come gli ha pubblicamente riconosciuto Scholz introducendo l’intervento del premier, durato poco meno di un’ora interrotto da oltre 30 applausi. L’ultima volta al Meeting, ha ricordato Draghi, “eravamo in una fase acuta e dolorosa della pandemia e si provava a riflettere su come ricostruire”. Davanti alla necessità di “sostenere famiglie e imprese, dissi di tornare ad una crescita sostenibile. Parlai di debito buono e debito cattivo. Queste idee hanno ispirato il governo di unità nazionale. Sembravamo avviati verso una ripresa lenta e incerta, a 18 mesi di distanza possiamo dire che non è andata così: gli italiani hanno reagito con coraggio e concretezza e hanno riscritto una storia che sembrava già decisa. Insieme abbiamo dimostrato che l’Italia è un grande Paese che ha tutto quello che serve per superare le difficoltà che la storia ci mette davanti”. Lo sguardo del premier uscente si allunga alle prossime elezioni: “Tra poche settimane gli italiani sceglieranno il nuovo parlamento. Sono convinto che il prossimo governo, di qualunque colore sarà, riuscirà a superare le difficoltà che sembrano insormontabili: l’Italia ce la farà anche questa volta. Vi invito tutti ad andare a votare”.

Lavoro da finire. “Anche oggi – ha riconosciuto – siamo in un momento estremamente complesso per l’Italia e la Ue, con il quadro geopolitico in rapida trasformazione con il ritorno della guerra e le tensioni su Taiwan. La congiuntura economica è segnata da una profonda incertezza. L’inflazione pesa in modo molto gravoso sui bilanci di famiglie e imprese”. Per questo le “decisioni di oggi segneranno a lungo il futuro Italia”. L’agenda sociale di questo anno e mezzo di governo è stata così descritta da Draghi: “crescita, occupazione, dignità nella vecchiaia, ai giovani fiducia e mezzi per raggiungere i loro obiettivi”. Lungo l’elenco delle misure adottate che vanno dai tagli delle tasse agli aiuti per la casa ai giovani, dalla riforma del catasto “per eliminare ingiustizie e opacità” alla lotta all’evasione fiscale che “non deve essere né tollerata nè incoraggiata”. Un lavoro da completare perché, ha affermato il premier, “puntiamo al più alto numero di target Pnrr prima del voto. Le erogazioni dei finanziamenti del Pnrr,191,5 miliardi, – ha spiegato – dipendono dalla valutazione che la Commissione fa del piano e della sua attuazione, quindi dalla capacità di realizzare le politiche innovative nei tempi stabiliti come fatto finora. Il Pnrr è una prova essenziale della nostra credibilità”. Politiche che hanno portato ad un miglioramento dei conti pubblici: “mai negli ultimi 20 anni una uscita dalla recessione era stata accompagnata da una riduzione così significativa del rapporto debito/Pil. Se saranno confermate anche le ultime previsioni – ha osservato Draghi – si tratterebbe del maggior calo in termini assoluti in un biennio a partire dal dopoguerra”.

foto Ansa/Sir

L’Italia e l’Europa. La crescita spinge l’Italia anche in Europa. Il premier ha ribadito la vena europeista e atlantista del nostro Paese, allontanando ogni pulsione autarchica e sovranista: “L’Italia non è mai stata forte quando ha deciso di fare da sola. Il posto dell’Italia è al centro dell’Ue, ancorato al patto atlantico ai valori di democrazia libertà e progresso che sono nella storia della nostra Repubblica. La credibilità interna deve andare di pari passo con quella internazionale. L’Italia è paese fondatore di Ue, protagonista del G7 e della Nato. Protezionismo e isolazionismo non coincidono con il nostro interesse nazionale”. E a proposito della guerra in Ucraina, ha aggiunto:

“L’Ucraina è un paese libero, sovrano e democratico, non possiamo dirci europei se non siamo pronti a difendere la libertà dell’Ucraina e dell’Europa. Allo stesso tempo dobbiamo essere pronti a cercare una pace duratura e sostenibile”. E non c’è contraddizione tra questo e l’imposizione di “sanzioni efficaci contro la Russia”.

Coesione tra forze politiche. “La nostra credibilità interna ed esterna – ha concluso Draghi – ha molto beneficiato della coesione che tutti abbiamo saputo dimostrare davanti alle avversità. Questa coesione avrà una declinazione diversa” dopo la fine dell’unità nazionale ma “il dialogo tra forze politiche è necessario anche nello scontro tra posizione diverse. Si dovrà ritrovare la coesione nel sentire comune di tutti i protagonisti nel loro senso di appartenenza alla Repubblica e agli ideali della Ue”.

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Sport

Frammenti di ritrovata normalità: il Premio atleta di Taranto

24 Ago 2022

di Paolo Arrivo

Una premiazione che va oltre i premi. Un tributo allo sport, che attraverso le eccellenze, i suoi migliori atleti e squadre, sa farsi strumento di recupero della normalità: può sanare le ferite di una umanità continuamente minacciata. È stato questo il Premio atleta di Taranto 2022. Un’iniziativa nata dall’intuizione della famiglia De Lorenzo, reiterata sino alla 13esima edizione, a capo ora dell’associazione culturale Triumphalia. Tutto perfetto ieri sera a palazzo Brasini, scelto come location dell’evento, patrocinato dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto, grazie alla disponibilità della sempre efficiente Aeronautica militare. Un luogo suggestivo che può essere inteso come emblema dell’opera di riconversione soltanto avviata nella città che ospiterà i prossimi Giochi del Mediterraneo, in quanto va riqualificato.

Fabiola De Lorenzo

La serata è stata condotta dal giornalista Gianmarco Sansolino. Al suo fianco, l’eleganza, la simpatia e la spontaneità di Fabiola De Lorenzo, che si è alternata sul palco con Roberta Di Gregorio e Alessia Marsella. Tra i premiati, mancava l’ospite più atteso: Benedetta Pilato. Il suo premio è stato ritirato dalla mamma, apparsa emozionata – alla campionessa, reduce da un’ottima annata, è stata inoltre conferita la massima onorificenza del Coni, il Collare d’Oro al Merito Sportivo. Assente anche la campionessa di karate Silvia Semeraro (lontana da Taranto, vive e si allena nella capitale), che tuttavia non ha mancato di far sentire la sua presenza, la voce, la vicinanza attraverso un messaggio registrato. I riflettori si sono quindi spostati sui tanti atleti tarantini e pugliesi che, nella stagione passata, hanno dato lustro al territorio, all’intera regione: dal nuotatore Luca Serio al pugile Luigi Merico, dalla pesista Giulia Imperio al coach Giuseppe Laterza passando alle squadre. Si pensi, ad esempio, al modello Happy Casa, nel basket: la dimostrazione di come anche una realtà del Sud Italia possa affermarsi e restare sulla cresta dell’onda per tanti anni. Il più grande esempio nella città dei due mari è rappresentato dalla Gioiella Prisma Taranto che, per il secondo anno consecutivo, si appresta a disputare il campionato di volley più importante del mondo: la Superlega Credem Banca.

Coach Di Pinto tra i premiati

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Ecclesia

Papa Francesco il 4 settembre presiederà la beatificazione di Giovanni Paolo I

Città del Vaticano - Aula Nervi - Settembre 1978 - Udienza di Papa Giovanni Paolo I - Papa Albino Luciani
24 Ago 2022

Il 4 settembre 2022, alle 10.30, sul sagrato della Basilica di San Pietro, Papa Francesco presiederà la celebrazione eucaristica e il rito della beatificazione del Servo di Dio Papa Giovanni Paolo I.

Lo comunica il bollettino della Sala stampa vaticana diffuso oggi.

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Sport

Dominate the water, a Taranto è già conto alla rovescia. Donadei: “Un grazie particolare alla Marina Militare”

24 Ago 2022

È già conto alla rovescia per l’evento sportivo più importante dell’estate tarantina. I prossimi 10 e 11 settembre i migliori nuotatori di fondo in acque libere si daranno battaglia a Taranto nella seconda tappa nazionale di “Dominate the water”. Il circuito è ideato dal campione del mondo e olimpico Gregorio Paltrinieri che nei giorni scorsi ha aggiunto al suo palmarès l’oro nella 5km agli Europei di Roma. “Greg” come è stato affettuosamente ribattezzato dai tifosi, gareggerà nelle acque del Mar Grande, sotto il Ponte Girevole, costeggiando lo splendido Castello Aragonese.


“La particolarità della tappa di Taranto di Dominate the water – spiega Massimo Donadei, direttore generale del locale Comitato organizzatore – è la location unica al mondo. Le gare di nuoto in acque libere, infatti, si tengono prevalentemente sulle spiagge per cui la partecipazione del pubblico è limitata. La nostra idea di tenere la competizione nel cuore della città, vicino ai suoi scorci più belli e suggestivi, è subito piaciuta agli organizzatori nazionali. In questo modo, sposando e condividendo la filosofia della Fin regionale (Federazione italiana nuoto) e del suo presidente Domenico Pantaleo, vogliamo organizzare manifestazioni sportive di livello che siano anche un veicolo di promozione per il territorio. Vieni a nuotare in Puglia non è solo un hashtag, uno slogan, ma è una realtà come testimonia l’ottima qualità del nostro mare lungo i quasi 800 km di costa della Puglia”.

A poco più di due settimane dalla manifestazione la macchina organizzativa marcia a pieno regime. “Ringrazio tutti i collaboratori e i volontari che nonostante il periodo di ferie sono impegnati a garantire la buona riuscita dell’evento – aggiunge Donadei – a tal proposito ringrazio pubblicamente la Marina Militare. Senza la grande collaborazione e disponibilità del Comando Militare Marittimo Sud e del suo comandante, ammiraglio di squadra Salvatore Vitiello, non avremmo potuto realizzare questo grande evento sportivo, sicuramente non nei termini e con le modalità che sveleremo nel dettaglio nei prossimi giorni. Senza il supporto della Marina Militare, infatti, non sarebbe stato possibile nuotare nel Canale Navigabile e senza la grande apertura alla città della Marina Militare non avremmo potuto usufruire del bellissimo Castello Aragonese, uno dei monumenti più visitati della nostra regione, e allestire al suo interno il villaggio atleti. Senza far torto a tutti gli altri partner istituzionali (Comune di Taranto, Regione Puglia, Coni, Fin Puglia, Museo Marta, Giochi del Mediterraneo, Opes Puglia Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, Cnr-Talassografico), che ringrazio caldamente, ritengo che alla Marina Militare vada riconosciuto il grande impegno in favore della città di Taranto”.

Dominate the water è una gara che vedrà in acqua i big del nuoto in acque libere, ma non solo. “Le iscrizioni sono già aperte e approfitto per ricordare che la competizione non è rivolta solo agli agonisti – spiega Donadei – ci attendiamo, infatti, una grande partecipazione anche degli atleti master che avranno l’occasione di gareggiare in uno scenario unico, fianco a fianco con un campione come Gregorio Paltrinieri. Dominate the water, inoltre, ha una vocazione fortemente ecosostenibile in ogni suo aspetto: dagli sponsor, all’utilizzo di materiali biodegradabili, fino al pacco gara particolarmente ricco e che vale sicuramente il costo dell’iscrizione. Vi aspettiamo a Taranto i prossimi 10 e 11 settembre”.
Per info e iscrizioni: https://dtw.mediterraneovillage.com/ – cell: 3756984612

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Politica italiana

Meeting Rimini: i leader di partito sbarcano in Fiera e parlano di programmi elettorali

Foto Meeting
24 Ago 2022

La politica sbarca al Meeting di Rimini che oggi ha accolto i leader di partito impegnati nella campagna elettorale per il voto del 25 settembre. Al tradizionale incontro proposto dal Meeting, in collaborazione con l’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà, hanno partecipato Luigi Di Maio, capo politico di Impegno Civico; Enrico Letta, segretario nazionale del Partito Democratico; Maurizio Lupi, capo politico Noi Moderati, presidente Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà; Giorgia Meloni, presidente nazionale di Fratelli d’Italia; Ettore Rosato, presidente nazionale di Italia Viva; Matteo Salvini, segretario federale della Lega; Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia. Sussidiarietà, scuola, educazione e lavoro sono stati tra i principali temi trattati dai responsabili dei partiti, sollecitati da Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la sussidiarietà e moderati da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera. Grandi assenti Giuseppe Conte e Matteo Renzi mentre Calenda è atteso in fiera giovedì, in chiusura di Meeting. Sulla scuola i leader hanno evidenziato alcuni dei punti presenti nei loro programmi elettorali, dai libri di testo gratuiti fino alle superiori, all’Erasmus anche per gli studenti delle secondarie, dall’allungamento dell’obbligo scolastico dall’asilo e fino ai 18 anni per arrivare a all’aumento consistente degli stipendi degli insegnanti nel giro di 5 anni, per adeguarli alle medie europee. A riguardo Letta ha chiesto a tutti l’impegno a favore di uno stipendio europeo mentre Meloni ha proposto un “sistema serissimo di borse di studio” e anche di “reintrodurre i voti nella scuola primaria e valorizzare l’esame di maturità”. Per Salvini è necessario pensare a rendere detraibili i libri di testo “alle medie e alle superiori” per venire incontro ai bisogni delle famiglie gravate dalla crisi. Al centro del dibattito anche la scuola paritaria. Lupi ha ribadito che “la scuola paritaria offre un servizio pubblico per questo va difesa” e che “la prima battaglia è per la libertà dell’educazione: la scuola ha il compito fondamentale di educare e formare una persona per questo la libertà di educazione è il cuore per raggiungere questo obiettivo”. Il leader di Noi Moderati ha parlato anche di famiglia e natalità: se spendiamo l’1% del nostro Pil per famiglia e natalità e la media Ue è dell’1,8% vuol dire che qualcosa non va. Si tratta di usare meglio le risorse decidendo le priorità”. A Lupi ha fatto eco Tajani. Per il coordinatore di Forza Italia “serve un bonus, troppe scuole non statali stanno chiudendo perché strangolate da una politica a loro contraria. Esiste il diritto di educare da cristiani i nostri figli”. Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, ha ribadito il rispetto del principio costituzionale della sussidiarietà soprattutto quando si parla di sistema scolastico e sanitario. “Senza il nostro sistema di sussidiarietà – ha osservato – il sistema scolastico e sanitario non funzionerebbero. Non sarebbero adeguati alle sfide che abbiamo. Su questo prendiamo un impegno: c’è una spina dorsale in Italia che è il terzo settore e su questo facciamo investimenti”. I responsabili di partito si sono poi confrontati, senza interruzioni e accavallamenti di voci, anche sulla guerra in Ucraina, “una guerra mondiale da un punto di vista energetico e alimentare” secondo Di Maio, sul reddito di cittadinanza, “Lo Stato – ha detto Tajani – deve aiutare chi non può lavorare, e mettere chi può nelle condizioni di farlo. Nel reddito di cittadinanza è proprio il principio che è sbagliato”, di tetto europeo al prezzo del gas e di tasse, con il leghista Salvini che ha annunciato di voler alzare il tetto della flat tax da 65mila a 100mila euro per il lavoro autonomo e nell’arco dei 5 anni estenderlo a lavoratori dipendenti e famiglie, partendo dai redditi più bassi. Su tasse e lavoro si è vista una insolita convergenza di Letta e Meloni: entrambi hanno concordano sulla necessità di intervenire sul taglio delle tasse sul lavoro per aumentare i salari. La platea ha seguito con molta attenzione il dibattito e ha premiato Giorgia Meloni, alla sua prima apparizione al Meeting, con gli applausi più intensi. Sul podio anche Matteo Salvini ed Enrico Letta. Dietro Tajani, Di Maio e Rosato. Fuori concorso Lupi che ha ricevuto una vera ovazione, prevedibile, perché come detto da Fontana, “Maurizio gioca in casa”. Domani in fiera arriva Draghi. Il suo intervento è molto atteso. Il premier farà un bilancio dei suoi 18 mesi di Governo.

 

 

 

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Sport

La pallacanestro al Tursport: il Cus Jonico ritrova il suo palazzetto storico

23 Ago 2022

di Paolo Arrivo

Non è soltanto un campo di gioco. Ma un luogo che può essere assurto a tempio vero e proprio, il palazzetto dello sport: raccoglie battaglie sportive, lacrime e sudore, gioie e dolori; momenti di silenzio, in mezzo al frastuono, di raccoglimento, di preghiera. È il Tursport a candidarsi a questo scopo come nuova casa del Cus Jonico Basket Taranto. Che a partire dalla prossima stagione, si allenerà e disputerà le partite della serie B Old Wild West nella struttura di San Vito. Un ritorno di fiamma, potremmo dire: si tratta del palazzetto inaugurato dallo stesso CJ. Correva l’anno 1981 quando al Tursport fu organizzato un torneo al quale parteciparono tre squadre di serie A1. È lo stesso palazzetto dove l’indimenticato Cras Basket Taranto, eccellenza della pallacanestro femminile in riva allo Jonio, conquistò il primo tricolore, prima di prendere dimora al PalaMazzola. La palla ora torna agli uomini. L’auspicio è che lì si possano scrivere altre pagine memorabili di sport, in una escalation di ambizioni.

L’ATTESA IN CASA CUS JONICO. A suonare la carica, in attesa del campionato, che partirà il 2 ottobre con la sfida interna contro Pozzuoli, i vertici rossoblu partendo proprio dal saluto al Tursport: “Ringraziamo innanzitutto la famiglia Ture che ci ha messo a disposizione la struttura. Cogliamo anche l’occasione di ringraziare il PalaFiom che ci ha ospitati per cinque anni”. Il presidente Sergio Cosenza e il vice Roberto Conversano aggiungono che “non vediamo l’ora di assistere al raduno e ai primi allenamenti della nuova squadra con coach Olive”. La dirigenza sta facendo una corsa contro il tempo per giocare già la prima gara di Supercoppa. Informano, inoltre, che la campagna abbonamenti partirà tra poco. “Vogliamo riempire questo storico palazzetto della città e regalare tante soddisfazioni al nostro pubblico”, chiosano i due facendosi interpreti del desiderio di quanti tifano per tutto lo sport ionico.

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Letteratura

“Una città in poesia”, incontro con gli autori di Taranto nel cortile del collettivo “Le Onde”

23 Ago 2022

Giovedì 25 agosto, ore 19,30, nella Corte interna del Collettivo Le Onde, via Acclavio 88, a Taranto, è in programma: “Una città in poesia”, incontro che verterà sul volume di Silvano Trevisani “Taranto città della poesia”, ma che avrà come protagonisti i poeti viventi che sono presenti nella raccolta, e alcuni testimoni, familiari di poeti scomparsi, che hanno accettato di dare la propria testimonianza sull’opera e la figura dei propri congiunti.

I poeti partecipanti sono: Vincenzo Jacovino, Aldo Perrone, Antonio Liuzzi, Dino De Mitri, José Minervini, Paola Mancinelli e Mara Venuto. I testimoni che porteranno il loro contributo sono: Giuseppe Pierri, Maria Lucia Rasulo, Maria José Fornaro e Massimo Causo.

Porterà i saluti l’assessore alla Cultura Fabiano Marti, che ha voluto, lo scorso anno, il progetto “Sulle orme di Alda Merini, Ciclo di incontri con la poesia”, affidato a Trevisani in collaborazione con l’Associazione Marco Motolese e con il Club per l’Unesco di Taranto, entrambi presieduti da Carmen Galluzzo Motolese.

Introduce e coordina Silvano Trevisani.

Il libro “Taranto città della poesia”, esalta la città dei due mari che annovera numerosi poeti di primo piano, nati o vissuti a Taranto vanto della poesia italiana. Si evidenziano così poeti che hanno dato lustro al territorio determinandone crescita culturale e diffondendo l’amore per la Poesia.

Sono 32 i profili che compongono il racconto poetico della città tra il XX secolo e i primi decenni del XXI, e che naturalmente si assommano a tutti i poeti del passato, entrati a pieno diritto nella storia di Taranto. Nella prima parte sono inseriti i poeti “storicizzati”, che hanno ottenuto fama nazionale: Cesare Giulio Viola, Michele Pierri, Raffaele Carrieri, Nerio Tebano, Giacinto Spagnoletti, Giosi Lippolis, Cosimo Fornaro, Alda Merini, Cosimo Ortesta, Giovanna Sicari. Un’evidenza particolare è dedicata a Michele Perfetti, teorico della poesia visiva, che proprio a Taranto tenne la sua “prima” mondiale e a Pasquale Pinto.

Nella seconda parte il Trevisani antologizza i poeti che, dal Novecento ad oggi, hanno fatto poesia in lingua italiana a Taranto con continuità: Augusto Cardile, Rosetta Baffi Silvestri, Piero Mandrillo, Pio Rasulo, Vittorio D’Amicis, Myriam Pierri, Sebastiano Causo, Tommaso Mario Giaracuni, Vincenzo Jacovino, Angelo Lippo, Tommaso Anzoino, Ettore Toscano, Aldo Perrone, Antonio Liuzzi, Giovanni Amodio, Dino De Mitri, José Minervini, Christian Tito, Paola Mancinelli, Mara Venuto.

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Ecclesia

Meeting. L’arcivescovo Santoro su Avvenire: «Chiesa e carisma Cl? Un percorso di piena sintonia»

23 Ago 2022

Pubblichiamo di seguito l’intervista di Paolo Viana, inviato al Meeting di Rimini per il quotidiano Avvenire, al nostro arcivescovo

Così mons. Filippo Santoro: “Secondo don Giussani l’esperienza del movimento di Cl, della Fraternità e dei Memores Domini, è una compagnia guidata al destino, che nella semantica del Gius indica la presenza del significato del mondo, del Verbo che si è fatto carne nel grembo di Maria e che vive nella Chiesa. Quindi le elezioni sottolineano la responsabilità personale nel seguire un punto di riferimento autorevole per il cammino della fede e dell’esperienza ecclesiale. Ce lo hanno confermato gli esercizi spirituali estivi dei Memores, in cui è stato ripreso un testo – l’Alleanza – di don Giussani, secondo il quale la legge fondamentale della vita, consiste nel «seguire gli avvenimenti in cui Lui (Cristo) ha preso iniziativa verso di noi»”.

 

Il link all’intervista completa pubblicata su Avvenire:

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/meeting-vescovo-santoro-cl-chiesa-carisma

 

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