La Taranto che omaggia il calcio in piazza
Passeggiare tra i vicoli della città vecchia significa fare memoria delle tradizioni che si rinnovano nella contemporaneità. Lì dove il tempo sembra essersi fermato, come a farci da monito, gli antichi sapori si mescolano ai nuovi. Si sentono e non c’è niente di più bello nel vedere i più giovani giocare a pallone. Lo hanno fatto disciplinatamente grazie all’iniziativa realizzata in questi giorni dall’Oratorio San Giuseppe: un torneo di calcio a tre nelle piazze della città vecchia. Si è partiti a largo San Gaetano, venerdì scorso, per replicare il cinque settembre a largo Fuggetti. Terzo appuntamento in salita San Martino. Venerdì l’epilogo in piazza Duomo. Ci si ritrova ogni volta alla stessa ora, alle 19, per dedicarsi allo sport che non necessita della tecnologia, ma solo della volontà di fare esperienza di condivisione. Di una palla e due porte mobili. Dopo le partite, al Centro San Gaetano, si fa festa. Come sempre, finito il gioco, si riprendono gli smartphone, per fare foto magari. Si gettano le basi per la convivenza pacifica nella Taranto impegnata in una complessa opera di riconversione a trecentosessanta gradi. Il futuro di quei ragazzi, degli abitanti dell’Isola, è legato a quello della stessa città vecchia.
L’evento è stato condiviso da Sparta Taras che ha scelto di operare proprio a Taranto vecchia con l’Oratorio San Giuseppe. La mission delle iniziative da loro messe in campo va al di là del gioco. La crescita dei calciatori in erba è infatti funzionale allo sviluppo armonico della persona, per fare in modo che i cittadini del domani siano protagonisti del loro territorio. Il calcio come palestra di vita. Lo sport come metafora dell’esistenza assimilabile ad una grande corsa a tappe. E poi magari, quando il divertimento si fa agonismo non esasperato, tra quei vicoli della parte antica della città può emergere un nuovo Antonio Cassano. Qualcuno che sia capace di mettere a frutto il proprio talento anziché sprecarlo.