La storia. Assisi, 1211. Chiara (Margherita Mazzucco) abbandona casa appena diciottenne per seguire le orme di Francesco (Andrea Carpenzano). Nonostante i tentativi intimidatori dei familiari, non cambia idea, ma inizia al contrario a ispirare altre ragazze e donne, che si uniscono al suo cammino di povertà. A frenare il suo progetto c’è però il Cardinale Ugolino – papa Gregorio IX (Luigi Lo Cascio)…
“La forza della storia di Chiara sta per me nella sua radicalità”. È quanto sottolinea la regista Susanna Nicchiarelli, precisando la prospettiva da cui osserva la figura di Chiara. La sua, aggiunge l’autrice, è “una radicalità che è sempre attuale, e che ci interroga in qualsiasi epoca. È la storia di una diciottenne che, per quanto in un contesto davvero distante dal nostro, abbandona la casa paterna, la ricchezza, la sicurezza, per combattere per un sogno di libertà:la mia speranza è che il film trasmetta a tutti l’energia di questa battaglia”.
“Chiara” arriva nella carriera professionale della Nicchiarelli dopo altri due ritratti di donne forti e controcorrente: “Nico, 1988” (2017), sulla cantante dei Velvet Underground, e “Miss Marx” (2020), sull’attivista inglese Eleanor Marx. Dopo di loro c’è dunque “Chiara”, la storia di una Santa, proposta per il suo coraggio profondamente umano, quello del tener testa a un mondo patriarcale, particolarmente rigido nei confronti delle donne.Una diciottenne che ha avuto il coraggio di rinunciare a se stessa, alle sue agiatezze, per seguire un sogno di povertà, la vocazione accesa dalla fede, sull’esempio di Francesco d’Assisi. Una religiosa che rifiuta di chiudersi in convento, il prevedibile cammino claustrale, ma vuole condividere insieme alle sue sorelle il messaggio del Vangelo tra la gente e con la gente.
La Nicchiarelli rispetta il tempo della storia di Chiara, lo abita con il suo sguardo accorto e puntuale, inserendo però anche elementi di “ribellione” che si ricollegano alla sua cifra stilistica. Il film è infatti attraversato da raccordi musicali, in linea con lo spirito del tempo, come pure da una scarica contemporanea di sound rock. Sì perché la forza della sua Chiara è quella di essere inserita nel perimetro della Storia, ma protesa verso l’oggi.
Ancora, aspetto nodale del racconto è il temperamento di Chiara: tiene conto delle regole che la società impone, ma non si rassegna a esse, soprattutto se sono marginalizzanti e “discriminanti” verso le donne. La giovane e brava Margherita Mazzucco, appena uscita da set della serie Tv “L’amica geniale” che l’ha lanciata, cesella lo sguardo di Chiara con forza e delicatezza, in maniera mite e fiera, umile e libera. Una Chiara determinata e resiliente, ben più solida del suo amico Francesco, come anche lui le riconosce.
Nell’insieme il film dimostra carattere, originalità, seppure di costruzione apparentemente classica; la Nicchiarelli mette a segno un’altra prova di regia grintosa. Raccomandabile, poetico, per dibattiti.