Mons. Caiazzo (Matera): “Tornare al gusto del pane” significa “uscire dalla logica di guerre condotte con ogni tipo di armi” compresa “la privazione del grano”
Stiamo assistendo al ricatto all’umanità, soprattutto quella più povera e bisognosa, attraverso la privazione del bene primario che è il pane
“Tornare al gusto del pane” significa “uscire dalla logica di guerre condotte con ogni tipo di armi. La peggiore delle quali è il ricatto all’umanità, soprattutto quella più povera e bisognosa, attraverso la privazione del grano e quindi del bene primario che è il pane. Oppure quella energetica che mette seriamente in crisi l’economia mondiale ma soprattutto le famiglie già duramente provate dalla pandemia”. Lo ha affermato, domenica 11, l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Giuseppe Antonio Caiazzo, nell’omelia pronunciata durante la messa che ha presieduto in cattedrale e trasmessa su Rai Uno.
Il presule ha incentrato la sua riflessione a commento delle letture offerte dalla liturgia ricordando che a Matera “tra qualche giorno si svolgerà il XXVII Congresso eucaristico nazionale” sul tema “Torniamo al gusto del pane, per una Chiesa eucaristica sinodale”.
“Tornare al gusto del pane – ha sottolineato l’arcivescovo – significa sentire il sapore dell’amore di Dio donato nell’Eucaristia, Parola che si è fatta carne nel seno di Maria e a noi donata nel Figlio, Gesù. Quanti riceviamo Gesù, diventiamo figli nel Figlio, quindi fratelli che si sanno accogliere, perdonare, gioire e piangere insieme, condividendo ogni cosa, facendo festa. È la logica del dono”. “Tornare al gusto del pane significa, allora, ritrovare il volto del Padre misericordioso, del Dio amore che mette l’anello al dito del figlio ritrovato, i sandali ai piedi, i vestiti regali”, ha proseguito, evidenziando che “è il Dio di Gesù Cristo che ridona dignità a chi l’ha perduta, apre i mari della disperazione, calma le acque agitate, fa approdare a nuovi lidi”. Riferendosi alla pagina evangelica, l’arcivescovo ha rilevato che “attraverso le tre parabole della misericordia – la pecora perduta, la moneta smarrita e il padre misericordioso – Gesù ci mostra il vero volto di Dio, quello di chi non vuole perdere nessuno dei suoi figli”. “La sua forza – ha ammonito – si chiama amore, misericordia, perdono, nostalgia di casa e gusto della festa. È l’immagine più bella della missione della Chiesa che celebra l’Eucaristia, accogliendo tutti i figli che ritornano e non abbandonando quanti potrebbero allontanarsi”. “Alla Madonna della Bruna – ha concluso mons. Caiazzo – affidiamo il Congresso eucaristico nazionale: è Lei che continua ad indicarci il Figlio, Gesù, quale cibo di vita eterna. Con Maria desideriamo tornare al gusto del pane per una Chiesa eucaristica e sinodale”.