Taranto, la “prima” di campionato sul campo della Turris
Meglio presto che mai: cambiare prima che sia troppo tardi, che il danno sia irreparabile. Dopo sole due giornate di campionato il Taranto ha un nuovo allenatore. C’è il ritorno di Eziolino Capuano, subentrato a Nello Di Costanzo, esonerato. Mentre Luca Evangelisti ha sostituito il direttore sportivo Nicola Dionisio. Troppo pesanti le sconfitte inflitte dal Monopoli e dal Catanzaro: sette goal subiti e uno fatto. Due prestazioni insoddisfacenti al di là del risultato. Questa sera i rossoblu proveranno a riscattarsi sul campo della Turris. È doveroso resettare: facciamo finta che il campionato sia cominciato soltanto adesso! L’esperienza fallimentare del successore di Giuseppe Laterza è una ferita che sanguina. E per rimarginarla occorre tempo. Quello che non ha avuto Di Costanzo, perché la legge del calcio è spietata: due inciampi consecutivi, collocati in un lungo percorso, possono essere troppi, se non si intravvedono segnali di miglioramento o una prospettiva di crescita.
LE PRIME PAROLE DI COACH CAPUANO. “Penso che la piazza non abbia bisogno di essere idolatrata, quindi a prescindere dal valore della rosa e della situazione attuale, sono qui perché ho scelto Taranto”, ha detto il tecnico di Salerno, confidando: “So che mi aspetta un lavoro duro, che ci sono tante difficoltà, ma sono felice e motivatissimo. Di Taranto serbo un bellissimo ricordo perché ci è nato mio figlio e perché è stata la mia prima esperienza importante, avevo 36 anni”. Forte dell’esperienza maturata in ventuno anni, promette di metterla a disposizione del gruppo, del rinnovato progetto. Il compito, di per se complicato, è aggravato dal calendario, dall’impegno ravvicinato. A lui non interessa il risultato ma lo spirito da mettere in campo. “Chi non suda la maglia deve andare fuori dai coglioni”, minaccia, con la schiettezza che lo caratterizza da sempre. Il personaggio vulcanico piace a Taranto. E la tifoseria chiede proprio questo ai calciatori che scendono in campo. Ovvero metterci il cuore, per sopperire anche ai limiti sul piano tecnico. Il Taranto non può vincere il campionato (anche i playoff, ad oggi, sono un miraggio) ma deve ben figurare certamente.