Francesco in Bahrein: “Pochi potenti, concentrati in una lotta per interessi di parte, ‘giocano’ con missili e bombe”
“Mentre la maggior parte della popolazione mondiale si trova unita dalle stesse difficoltà, afflitta da gravi crisi alimentari, ecologiche e pandemiche, nonché da un’ingiustizia planetaria sempre più scandalosa, pochi potenti si concentrano in una lotta risoluta per interessi di parte, riesumando linguaggi obsoleti, ridisegnando zone d’influenza e blocchi contrapposti. Sembra così di assistere a uno scenario drammaticamente infantile”. Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso alla chiusura del “Bahrain Forum for Dialogue East and West for Human Coexistence” ad Al-Fida’ Square al Sakhir Royal Palace. Al suo arrivo, il papa è stato accolto dal re del Bahrein, Hamad bin Isa bin Salman Al Khalifa, e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad AlTayyeb. Insieme si sono recati nel giardino per la cerimonia dell’Albero della Pace.
Nel suo intervento il pontefice ha ricordato che la parola Bahrein evoca “due mari”. “Acque del mare, che mettono in contatto le terre e in comunicazione le genti”, ha detto. Un punto di partenza per sottolineare come “eppure, viviamo tempi in cui l’umanità, connessa come mai prima, risulta molto più divisa che unita”. “Oggi ci troviamo affacciati su due mari dal sapore opposto – ha osservato papa Francesco -: da una parte il mare calmo e dolce della convivenza comune, dall’altra quello amaro dell’indifferenza, funestato da scontri e agitato da venti di guerra, con le sue onde distruttrici sempre più tumultuose, che rischiano di travolgere tutti. E, purtroppo, Oriente e Occidente assomigliano sempre più a due mari contrapposti. Noi, invece, siamo qui insieme perché intendiamo navigare nello stesso mare, scegliendo la rotta dell’incontro anziché quella dello scontro, la via del dialogo indicata da questo Forum”. Dalle parole del pontefice traspare un’altra consapevolezza: “Nel giardino dell’umanità, anziché curare l’insieme, si gioca con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte, ricoprendo la casa comune di cenere e odio”.