Corvace (Città sostenibile): “Sottozona 32” non va edificata neanche in parte: ecco perché
Leonardo Corvace: ecco perché è sbagliato
edificare tutta o parte della “sottozona 32”
La vicenda della “Sottozona 32”, ovvero l’area che si estende da via Speziale fin oltre il centro commerciale “Porte dello Jonio”, costeggiando Cimino, è sempre al centro dell’attenzione per via dei progetti urbanistici che la riguardano e l’importanza che il suo destino assume per la città. Abbiamo riportato, ieri, la notizia della costituzione del Comitato città sostenibile, nato con l’adesione di diverse sigle e singoli cittadini, proprio allo scopo di sventare la cementificazione di tutto o di parte di quel territorio, consapevoli che le dinamiche edilizie sono da sempre i problemi più delicati e rischiosi di cui gli enti locali sono chiamati a occuparsi. Del resto è anche noto che il Comune ha recentemente affidato l’incarico per la realizzazione del nuovo Pug all’architetto Francesco Karrer dell’Università La Sapienza.
Di questa “battaglia” per evitare la cementificazione della Sottozona 32, che in realtà è sotto la lente degli speculatori da alcuni decenni, abbiamo parlato con Leonardo Corvace, ambientalista per molti anni alla guida di Legambiente Taranto, ma da sempre in prima linea per la difesa dell’ambiente e del territorio e che è stato tra gli ispiratori dell’esposto contro il progetto di porticciolo turistico in zona Blandamura.
Dopo le prime prese di posizione contro il progetto della sottozona il sindaco ha proposto una nuova delibera. Cosa cambia?
La nuova delibera approvata in giunta modifica quella precedente che faceva già una divisione della Sottozona, ma non è che la situazione migliori tanto, perché il riferimento diventa più generico ma in realtà si parla più concretamente di queste strutture a servizio dell’ospedale. Sul tappeto, a livello progettuale, vi sono i progetti dei fratelli Marchetti che sono momentaneamente accantonati, ma comunque citati nell’ultima delibera e che prevedono la realizzazione di capannoni a ridosso di via Speziale, uno per Leroy Merlin e l’altro è Decatlhon, che ha già il suo spazio nell’ex Auchan e poi altri tre capannoni per strutture produttive minori. La parte che viene indicata anche se sul piano generico, si riferisce all’altro progetto che è sul tappeto che è il “Leonida”, più “pesante” che prevede un grande parcheggio davanti a Cimino
In cosa consisterebbe concretamente l’intervento?
L’attuale area verrebbe cementificata e ridotta a parcheggio, poi verrebbe realizzata una “porta”, una sorta di struttura scenografica che rappresenta un ingresso al complesso da realizzare e poi, via via, gli interventi sarebbero a ridosso dell’ex Auchan, prospicienti al carcere. Quel progetto prevede una serie di servizi: laboratori, rsa, residenze e altre strutture similari che sembrano essere quelle a cui il sindaco si riferisce. Allo stato attuale non vi sono altre progettazioni.
Ma voi vi opponete a ogni tipo di edificazione.
Certo, la posizione mia e quella del comitato è la contrarietà a ogni tipo di edificazione, in una città iperedificata e in continua decrescita. Servizi al nuovo ospedale? Ma abbiamo l’esempio del Miulli di Acquaviva, un ospedale notoriamente funzionante che sta nella campagna e che intorno non ha niente. E che anche per questo, è facilmente, un po’ come l’Ospedale Nord. Il problema è quello di prevedere trasporti veloci per arrivarci piuttosto che realizzare strutture a disposizione di studenti fuori sede o parenti di degenti che verrebbero “depositati” in piena compagna senza avere nessun rapporto col resto della città. É un’idea sbagliata. Lo dimostra la positività dell’esperienza della facoltà di giurisprudenza in Città vecchia che ha un’ottima frequentazione pur essendo apparentemente isolata.
Vi è anche da dire, poi, che la zona compresa tra viale Unicef e via Speziale presenta attualmente tanti vuoti. Se proprio si vuole realizzare qualcosa non è che manchino gli spazi. Basta farsi un giro e ci si rende conto di quanti spazi ci siano senza andare a invadere quella zona. Che tra l’altro è prospiciente il parco di Mar Piccolo.
Che è stato istituito nel settembre 2020 ma è rimasto lettera morta.
Proprio così. Il Comune di Taranto non ha dato corso agli adempimenti, mentre a quest’ora avremmo dovuto avere il comitato di gestione costituito dai Comuni che rientrano nel parco. Si sarebbe dovuto dar vita a tutto l’iter per l’approvazione del piano del parco, che a sua volta dovrebbe essere la bussola che dovrebbe governare tutti gli interventi di quel territorio. Visto che si parla tanto di ambiente e di turismo! Sta succedendo esattamente il contrario: è il cemento che va verso il Mar Piccolo, quando dovrebbe essere il Parco del Mar Piccolo a condizionare tutta quella zona.
Torna forse, a questo punto, la domanda sulla necessità di costruire in quel punto un nuovo ospedale con tutti i presidi ospedalieri già sparsi per la città.
Quello è il bubbone di partenza: aver realizzato un nuovo ospedale il quel territorio pare un’operazione puramente speculativa. Ne ho scritto e parlato spesso in passato. Ma ora non è che a un errore bisogna rimediare con altri errori. Per altro, vogliono creare nuove infrastrutture per l’ospedale ma non hanno ancora deciso cosa fare di quello che c’è. Del SS. Annunziata cosa vogliono farne? Sì dicono tante cose e alcune sciocchezza. E poi: il corso di medicina l’hanno appena insediato a piazza Ebalia, come si va a pensare a nuove sedi, per quanti studenti, poi? E quanti fuori sede? Non si può andare avanti così. Improvvisando in maniera confusa e pericolosa.