Vincenzo Corrado (Ucs): “La comunicazione è comunione in azione!”
Così il direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, nel messaggio inviato ai partecipanti all’incontro “I nuovi obiettivi del Coordinamento”
“La comunicazione è comunione in azione! Ed è una chiara forma di evangelizzazione. A noi il compito di esplorare nuovi confini per far sì che il Vangelo risuoni in contesti inediti. Seguendo sempre un principio che reputo basilare: non servono tante parole ma le giuste parole! Quelle che sgorgano dal cuore, insieme a quelle che non sempre si esplicitano vocalmente: lacrime, sorrisi, carezze, sguardi…”. Così Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei, nel messaggio inviato ai partecipanti all’incontro “I nuovi obiettivi del Coordinamento” che vede radunati, in presenza e in collegamento, oggi a Roma, presidenti e delegati delle 29 associazioni che fanno parte del Copercom.
“Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore la bellissima mattinata trascorsa con papa Francesco che ci ha confermati nella fede, dando nuovo impulso al nostro lavoro quotidiano”, ha osservato Corrado, secondo cui “i tre obiettivi che il Santo Padre ha consegnato a tutti noi – coordinamento, cambiamento e incontro-ascolto-parola – costituiscono una cartina al tornasole con cui guardare al presente ma anche e soprattutto una solida base su cui progettare il futuro”. “Coordinamento – ha proseguito – per continuare nel lavoro di ri-appropriazione dell’appartenenza al Copercom. Cambiamento per cogliere i segni dei tempi in un contesto in continua evoluzione. Incontro-ascolto-parola per dare senso compiuto a ogni atto comunicativo o informativo”. Riferendosi poi al tema dell’incontro odierno, il direttore dell’Ucs Cei ha rilevato che “prima di ogni azione, a prescindere dallo strumento che si utilizza, il nostro servizio quotidiano è legato in maniera indissolubile all’annuncio”. E ha invitato all’impegno per una “rete” che abbia “il calore della testimonianza” e a “un’azione” che sia “espressione di coerenza umana e, nel nostro caso, evangelica. È questa la nostra originalità e, su questa, occorre fondare la progettualità”.