L’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero si presenta alla comunità: “Cammineremo insieme”
È stato il primo vero incontro con la diocesi, quello che l’arcivescovo coadiutore Ciro Miniero ha avuto, nella Concattedrale, con l’assemblea sinodale diocesana. Un’occasione particolare, che gli ha dato modo di rivolgersi a una rappresentanza di tutte le parrocchie della diocesi. Noi abbiamo approfittato dalla sua presenza per rivolgergli alcune domande.
In questi giorni lei è ancora un “ospite” per la nostra comunità che attende di conoscerla più approfonditamente. Come ha percepito l’attenzione della comunità, del clero e il clima della città?
Certamente di grande accoglienza e disponibilità in questi primissimi giorni, e certamente questa sensazione crescerà sempre di più quando inizierò a conoscere le persone direttamente. Però è già un bel clima.
Ma lei aveva, prima ancora di venire tra noi, una percezione di cos’era Taranto?
Avevo una percezione abbastanza chiara per le sue bellezze, per il suo mare, per i paesi vicini noti per l’ospitalità, ma non conoscevo direttamente Taranto, se non per occasioni di passaggio. È una città di cui ho sentito però parlare tante volte, anche per l’opera di monsignor Santoro, che faceva sentire la sua presenza all’interno della Conferenza episcopale italiana, e per i problemi legati al lavoro. Poi adesso sto iniziando a guardare le persone.
C’è un legame storico e culturale antico tra Taranto e Napoli, un legame forte che ha tratti saldi di collegamento anche nella Chiesa, come san Francesco de Geronimo che ha operato a Napoli, ma anche attraverso personaggi della cultura, come Paisiello.
Certo. Anche nella Cattedrale è chiaramente visibile questo legame attraverso gli affreschi di Paolo De Matteis o le bellissime statue di Giuseppe Sanmartino e tante altre opere che richiamano questo legame antico con Napoli con il Cilento. È una bella sintesi e certamente questo mi aiuterà ancora di più a bussare e ad entrare nel cuore delle persone per poter camminare insieme.
Quest’assemblea, che si svolge in un luogo sacro che è anche simbolo della modernità, la Concattedrale progettata da Gio Ponti, le dà anche modo di scoprire un altro lato della Chiesa di Taranto.
Anche questo è un luogo bellissimo, come la Cattedrale di San Cataldo: due chiese importanti due luoghi belli che mettono insieme “radice” e “prospettiva”.