A colloquio con Graziano Delrio: “Basta con la guerra. Lo dice la gente, a partire dai cristiani”
Il comitato Uniti per la pace, che raggruppa oltre settanta tra associazioni, movimenti di varia natura, organizzazioni sindacali, oltre a parrocchie, comunità e gruppi cattolici di Taranto e dei Comuni vicini, dopo le manifestazioni di giovedì e venerdì scorsi, ha organizzato una conferenza, svoltasi nella Concattedrale Gran Madre di Dio. Illustre relatore è stato Graziano Delrio, parlamentare e più volte ministro in vari governi, oltre che sottosegretario alla presidenza del Consiglio e presidente del gruppo parlamentare del Pd che, introdotto da Gianni Liviano consigliere comunale e promotore del comitato e da monsignor Ciro Marcello Alabrese, parroco della Concattedrale, ha trattato il tema: “I cristiani e la pace”. In quell’occasione lo abbiamo avvicinato per porgli alcune domande.
Parlare di pace ai credenti ha qualcosa di diverso che invocare la pace come soluzione politica?
Beh sì, ha una certa differenza, perché i cristiani hanno la consuetudine di riconoscere nel loro Dio e in Gesù Cristo la fonte della pace. Sanno che Gesù è la nostra pace: è il Principe della pace. Se per l’uomo di tutte le ere e di tutte le civiltà la pace è un anelito comprensibile, per un cristiano è un’urgenza, un impegno insopprimibile.
E perché le parole del Papa, allora, suscitano entusiasmi più di circostanza che non di sostanza?
Come sempre avviene, le parole profetiche vengono derubricate come poco realistiche, poco capaci di incidere sulla realtà, come dichiarazioni di principio più che strade su cui camminare. Molto spesso è accaduto così nella storia, purtroppo, e così le parole profetiche dei papi, in tante situazioni, a partire dalla Prima Guerra Mondiale, che fu definita “Un’inutile strage” da Benedetto XV, fino alla Seconda guerra mondiale, cui si opposero i papi in maniera determinata, purtroppo restano parole inascoltate, ma che poi si rivelano vere.
E la posizione della politica di fronte al tema della pace come la valuta? Non c’è crescente perplessità da parte della gente su come i partiti si stanno ponendo di fronte alla questione della guerra?
Credo che sia proprio così, perché si nota che in questa fase storica in cui l’urgenza della pace viene a galla in tutta la sua drammaticità, proprio in questa fase storica sembra di notare una certa timidezza della politica quindi, mentre si vede il Papa che ha in coraggio di dire le parole giuste e sagge non si vede, invece, la politica dire parole altrettanto determinate alla ricerca di un soluzione di pace.
E infatti tutte le istituzioni, sia quelle governative che quelle sovranazionali, come i singoli Stati, l’Unione Europea, la Nato, Gli Stati Uniti sembrano tutti presi dalla voglia di portare avanti questa guerra, mentre invece la gene sta cominciando a pensarla diversamente.
La gente la pensa diversamente! È assodato ormai da parte di tutti i sondaggi che la gente non vuole abituarsi all’idea di una guerra. Si può spiegare questo fatto in molti modi ma certamente c’è di fondo una saggezza del popolo che sa che la guerra è un fallimento vero dell’umanità, oltre che della politica, e credo che questa saggezza di fondo del nostro popolo andrebbe ascoltata di più dalla politica.