Una mostra al MarTa documenta la grandezza di Taranto e i rapporti antichi con Castro
É stata inaugurata, nelle sale espositive del Museo nazionale MarTa, la mostra “Athenaion: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro”, curata da Francesco D’Andria, illustre archeologo tarantino, accademico dei Licei, professore emerito dell’Università del Salento e direttore degli scavi e del Museo archeologico di Castro e da Eva Degl’Innocenti, direttrice del Museo di Taranto. Si tratta di una mostra temporanea di grande importanza, che ha permesso di cogliere le relazioni che già in antichità vi erano tra i due importanti insediamenti, soprattutto dopo le campagne di scavo nella località salentina che hanno messo in luce importantissimi ritrovamenti
Alla presentazione hanno preso parte, oltre ai curatori, la soprintendente per le province di Brindisi e Lecce, Francesca Riccio; il vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Castro, Alberto Antonio Capraro, la direttrice dell’Istituto di Scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche, Costanza Miliani e il presidente dell’Associazione “Rotta di Enea”, Giovanni Cafiero.
Il professor D’Andria ha spiegato come le indagini archeologiche condotte a Castro a partire dall’anno 2000, abbiano permesso di identificare il Santuario di Atena (Athenaion) citato da numerose fonti letterarie, in particolare da Virgilio che, nel libro III dell’Eneide, vi ambienta il primo approdo in Italia dei Troiani in fuga da Troia, guidati da Enea. Gli studi effettuati hanno posto l’attenzione sul ruolo svolto dal luogo sacro come spazio di incontro tra genti diverse, greci, messapi, popoli dell’opposta sponda balcanica, in un punto strategico della navigazione antica, all’ingresso del mare Adriatico.
Per la direttrice del MarTa: “La mostra è l’occasione per mettere a confronto le testimonianze archeologiche di Castro con le produzioni artistiche di Taranto, offrendo anche ai visitatori l’opportunità di conoscere uno dei contesti della Puglia antica, quello di Castro, in cui maggiormente si manifesta la diffusione della cultura artistica tarantina”.
In effetti, come hanno spiegato gli archeologi che hanno collaborato agli scavi e alla realizzazione del percorso espositivo, nell’area del santuario, realizzato con materiali realizzati proprio a Taranto e trasportati a Castro, dove non vi era la consuetudine di erigere templi, sono stati trovati numerosi manufatti realizzati a Taranto, o da artigiani tarantini che operavano nell’area sacrale, o in altri centri antichi da cui arrivarono nel Salento. Tra i manufatti alcuni straordinari monili, vari realizzati esclusivamente a scopo religioso, gioielli aurei e in materiali preziosi.
Questo a conferma delle parole di D’Andria, secondo il quale “Taranto nel IV e nel III secolo a.C., sia stata una grande metropoli del Mediterraneo, un centro di elaborazione artistica di altissimo livello capace di influenzare anche per secoli non solo le colonie greche o le popolazioni indigene, ma anche di inventare modelli come quello dei girali, che influenzeranno l’arte e la scultura nei secoli a venire”.
La mostra “Athenaion: Tarentini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro” è corredata anche di ricostruzioni in 3D: tra cui la riproduzione della statua di Atena a mezzo busto, creata dal Fab Lab (laboratorio di artigianato digitale e innovazione) del Museo di Taranto, esposta nel chiostro del Museo, valorizzata nella sua parte inferiore da una ricostruzione in metallo realizzata dall’artista pugliese Nicola Genco. La mostra rimarrà aperta fino al 18 giugno 2023.