Approvato il progetto definitivo di piazza Fontana, l’opera di Carrino è circoscritta al suo interno
La giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per la riqualificazione di piazza Fontana proposto dalla direzione Lavori pubblici. Dopo un iter partecipato, e in previsione della conferenza di servizi propedeutica all’avvio dei lavori previsto nel 2023, è stato quindi definito il progetto che riqualificherà la piazza realizzata, circa trent’anni fa, dallo scultore tarantino Nicola Carrino,
L’intervento, si legge nelle nota, costerà circa 1 milione di euro e intende “dare lustro all’opera artistica di Carrino”.
Il progetto appare sostanzialmente modificato rispetto alla precedente proposta realizzativa, che aveva suscitato più di qualche perplessità. In particolare sembrano scomparse le quinte “verdi” che erano state in un primo momento previste sullo sfondo, in parallelo con la Torre dell’orologio, e anche la pavimentazione appare modificata, mentre l’area della fontana appare circoscritta all’interno del piazzale che appare leggermente ampliato. In sostanza, si è voluto inserire la fontana in un contesto più armonico, con una logica che, secondo l’assessore Mattia Giorno, lascia all’opera di Carrino raccontare l’anima della città partendo dalla piazza nel suo complesso. La scelta compiuta, spiega la nota del Comune, è evitare di schierare il passato contro il presente, accettando “una identità doppia tra passato e proiezione verso il futuro”.
Fa piacere ascoltare questa filosofia di coniugazione convinta tra passato e presente, soprattutto in una città che a volte sembra rinnegare il passato, i suoi antichi protagonisti e proiettarsi esclusivamente nell’oggi, non valorizzando che il passato molto prossimo. Con una tesi che passa troppo facilmente dalla politica (che ha molto da farci dimenticare!) alla cultura. In questo senso, l’opera di Carrino, sempre messa in discussione nella pratica, con la trascuratezza, la mancata manutenzione, le ipotesi di rimozione neppure tanto lontane, è di certo un luogo artistico ormai “lontano”, proveniente da un’era culturale ormai remota, rivendica la sua datazione e la sua proiezione nel futuro di Taranto che, se progetta se stessa in una nuova logica, non può dimenticare il suo ruolo fondamentale di città industriale. La recente classifica del “Sole 24Ore” lo dice chiaramente: la città scende in classifica perché i tarantini emigrano e lo fanno perché mancano le imprese produttive (non certo quelle turistiche che, appartengono al terziario, hanno solida affidabilità, soprattutto occupazionale) e il lavoro a esse connesso. Ebbene: ricordiamo che Carrino, al quale eravamo legati da profonda amicizia e condivisione, considerava la sua opera come testimonianza essenziale della dimensione industriale della città. E tale va considerata, salvaguardata e valorizzate, se davvero si vuol rispettare il suo autentico “valore artistico”. Un rispetto che avrebbe forse meritato una valutazione non solo architettonica del progetto ma anche “critico/artistica”. Ma questo è un altro discorso.
Il sindaco Rinaldo Melucci, l’assessore ai Lavori Pubblici Mattia Giorno e il direttore dei lavori, l’ingegner Domenico Mancini, hanno, inoltre, visitato il cantiere appena aperto di Palazzo Troilo, una perla architettonica che cela suggestivi ipogei e antichi affreschi, in parte ancora intatti.