Papa Francesco alla messa della notte di Natale:
“Siamo chiamati a essere una Chiesa che adora Gesù povero e serve Gesù nei poveri”
“Nella mangiatoia del rifiuto e della scomodità, Dio si accomoda: viene lì, perché lì c’è il problema dell’umanità, l’indifferenza generata dalla fretta vorace di possedere e consumare. Cristo nasce lì e in quella mangiatoia lo scopriamo vicino. Viene dove si divora il cibo per farsi nostro cibo. Dio non è un padre che divora i suoi figli, ma il Padre che in Gesù ci fa suoi figli e ci nutre di tenerezza”. Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa della Notte nella Solennità del Natale del Signore. La mangiatoia di Betlemme, ha aggiunto Francesco, “oltre che di vicinanza, ci parla di povertà”. “Gesù nasce lì e la mangiatoia ci ricorda che non ha avuto altro intorno, se non chi gli ha voluto bene: Maria, Giuseppe e dei pastori; tutta gente povera, accomunata da affetto e stupore, non da ricchezze e grandi possibilità. La povera mangiatoia fa dunque emergere le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone”, ha precisato il Santo Padre. “Noi siamo chiamati a essere una Chiesa che adora Gesù povero e serve Gesù nei poveri”, ha indicato il Papa: “Certo, non è facile lasciare il caldo tepore della mondanità per abbracciare la bellezza spoglia della grotta di Betlemme, ma ricordiamo che non è veramente Natale senza i poveri. Senza di loro si festeggia il Natale, ma non quello di Gesù”. Per Francesco, “Gesù, che nasce povero, vivrà povero e morirà povero, non ha fatto tanti discorsi sulla povertà, ma l’ha vissuta fino in fondo per noi”.