Enti locali e sindacati: basta toppe, per l’ex Ilva serve un decreto “salva Taranto”
Bisogna cambiare decisamente pagina sulla vicenda ex Ilva: dopo anni di attese, decreti, compromessi ed esborsi di denaro dovuti solo a confusione e incapacità politica, è il momento di “quagliare”, attraverso un “decreto Salva Taranto”, che garantisca un futuro all’azienda considerata strategica e ridimensioni il ruolo di ArcelorMittal, il cui coinvolgimento nella storia dell’azienda siderurgica è stato un gravissimo errore (come il nostro giornale ha segnalato sin dalla indizione dell’asta pubblica). Questo è quanto emerso dall’incontro tra le istituzioni locali e i rappresentanti dei lavoratori svoltosi nel salone degli Stemmi della Provincia: un momento significativo della vita della comunità e del dibattito sulle sorti dello stabilimento siderurgico ionico. Dal salone degli Stemmi, il mondo del lavoro e il territorio, all’unisono, inviano al Governo un messaggio forte e chiaro, anche in vista della manifestazione nazionale che si sindacati terranno presso Palazzo Chigi il prossimo 11 gennaio: nessun ulteriore prestito pubblico ad ArcelorMittal deve essere erogato, in qualunque forma, in difetto di garanzie per i lavoratori diretti e indiretti, come pure di prospettive per la città, poiché il partner privato sin qui si è dimostrato del tutto inadempiente ed inaffidabile, nella direzione del rilancio dell’area ionica e della transizione giusta invocata dalle politiche comunitarie e spinta dagli investimenti pubblici.
Il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci ha così commentato: “Ringraziamo gli amministratori locali intervenuti e guardiamo con attenzione alle dichiarazioni del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Noi restiamo alle recenti affermazioni pubbliche del Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ci aspettiamo cioè che il prossimo consiglio dei ministri tenga nella più alta considerazione il grido di allarme e disperazione di lavoratori e cittadini ionici, occorre interrompere ogni sostegno dello Stato ad un operatore privato che si è dimostrato capace solo di sgradevoli ricatti ed azioni incostituzionali, ora occorre lavorare tutti insieme per un piano industriale finalmente al servizio della comunità, sicuramente riequilibrando in tempi rapidi la governance in favore del socio pubblico di Acciaierie d’Italia. È perciò il momento di un decreto salva Taranto, non di altri interventi normativi a favore di ArcelorMittal, per questo insieme alle parti sociali e ai sindaci ionici manifesteremo in maniera eclatante il nostro dissenso a Roma il prossimo 11 gennaio.”
I sindacati, da parte loro, al termine della riunione, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Il consiglio di fabbrica della Rsu di Fiom, Uilm e Usb ritiene fondamentale la giornata di oggi in cui finalmente gli interessi dei lavoratori e dei cittadini vanno nella direzione più volte auspicata di una transizione ecologica e sociale che può avvenire esclusivamente con l’immediato intervento pubblico. Nei prossimi giorni convocheremo le assemblee per preparare la manifestazione dell’11 gennaio presso Palazzo Chigi e siamo contenti della disponibilità ricevuta dalle Istituzioni regionali e locali. È infatti giunto il momento per tutti di decidere da che parte stare. Noi siamo dalla parte dei lavoratori e dei cittadini del territorio ionico.”