Nuovo ospedale: Pelillo lascia tra le ombre
Il commento del presidente dei medici Nume
Le notizie sul San Cataldo, in questi ultimi giorni, si sovrappongono in maniera un po’ confusa. É stato proprio durante l’audizione della commissione Bilancio della Regione, lunedì scorso, che si è chiarito che il completamento del nuovo ospedale tarantino, destinato a diventare policlinico, slitterà a data da destinarsi. La mancanza di copertura finanziaria per i 105 milioni necessari all’allestimento degli interni e l’acquisto dei macchinati, cui si è cercato di ovviare con escamotage imprudenti e inutili, avviando gare senza copertura, si è evidenziata, nonostante le promesse politiche dei mesi scorsi.
Ora la presa di posizione di Pelillo, nominato un anno fa commissario per il nuovo ospedale, che di fatto rimette il mandato anche se lo definisce esaurito positivamente, non può non velare con nuove ombre tutta la vicenda. Con una lettera diffusa e già commentata, vanta di aver chiuso il suo lavoro che, indirettamente lo afferma, ha salvato la situazione che a febbraio scorso sembrava compromessa, e fa appello a Emiliano perché “faccia un altro sforzo per Taranto e per la sua gente, che se ne occupi personalmente, perché ora sarebbe un delitto non riuscire a realizzare pienamente
quello che dodici anni fa sembrava solo un sogno”. Non senza aver rivendicato la “variante urbanistica che permetterà alle facoltà di medicina e delle professioni sanitarie di abitare nel San Cataldo come si conviene in ogni policlinico”, ringraziandone il Comune.
In un’intervista a un quotidiano locale, poi, lancia strali nei confronti dei dirigenti regionali, in particolare il direttore del dipartimento, Vito Montanaro, che a Taranto non ha mai messo piede.
Insomma, la vicenda del San Cataldo, nata già tra le polemiche, per la scelta del sito, alternativo a quello più agevole di Paolo VI, che ha sempre destato sospetti, dopo le discussioni sulla variante approvata a progetto già in itinere, e dopo aver scoperta che per fare un ospedale non bastano i muri, ma ci voglioni i letti, le sale operatori, i macchinari diagnostici, ecc… non fa accumulare ritardi e nuovi ostacoli. Mentre la situazione della sanità ionica si aggrava giorno per giorno.
È proprio per questo che abbiamo chiesto un commento alla vicenda al presidente dell’Ordine dei medici di Taranto, Cosimo Nume.
“La situazione è molto delicata – ci risponde il dottor Nume – per il semplice fatto che si è molto investito, economicamente e socialmente, su questo progetto, anche in relazione alla costituzione di un polo universitario di area sanitaria afferente alla facoltà di medicina, che di fatto comporterebbe la trasformazione del nuovo ospedale in policlinico, con tutto ciò che ne deriverebbe per l’autonomia funzionale e la crescita. La battuta d’arresto è molto preoccupante, ma ancora più preoccupa, in questo preciso momento, la mancanza di medici e operatori sanitari, che penalizza fortemente tutta la sanità ionica e che farà correre seriamente il rischio di non poter garantire, in prospettiva, livello quantitativi di risposta sufficienti ai tanti bisogni di assistenza che la gente esprime. Del resto, sia a livello territoriale, sia a livello ospedaliero, l’allarme da tempo è stato lanciato. Quello che posso immaginare, ma sicuramente sperare, è che, una volta terminato, il San Cataldo possa aumentare l’attrattività nei confronti di medici che scelgono, normalmente, altri siti nei quali operare, invece di Taranto . Ma, per come stanno adesso le cose, non c’è da essere molto ottimisti”.
Per lunedì prossimo è prevista una nuova audizione in commissione Bilancio. Forse sarebbe stato utile sentire Pelillo.