Cittadinanza “inclusiva” per i minori stranieri: approvata la mozione in Consiglio comunale
Mentre il Paese invecchia e l’incidenza delle nascite pende a favore delle tante famiglie di migranti che scelgono il nostro Paese per vivere, sul tema dei diritti agli stranieri l’Italia resta indietro. Ad oggi la cittadinanza italiana è trasmessa solo secondo il principio dello ius sanguinis, cioè da un genitore italiano (almeno uno per coppia, ndr) al figlio appena nato. Da tempo si dibatte sulla possibilità di estendere la cittadinanza italiana ai figli di migranti nati in Italia o che vi risiedono e frequentano qui la scuola ma i tempi non sembrano essere ancora maturi. Intanto vari Comuni italiani, pur non potendo legiferare in materia, si attivano mostrando sensibilità al tema e volontà di metterlo al centro del dibattito. Da ieri anche il Comune di Taranto è tra questi. È stata approvata la mozione per far ottenere una cittadinanza simbolica detta ‘inclusiva’ ai minori stranieri nati a Taranto o che frequentano la scuola nel capoluogo ionico. A presentarla, come primo firmatario, il consigliere comunale Luca Contrario. L’approvazione ieri in Consiglio comunale. «Si tratta di una mozione che nasce dalle Agorà democratiche guidate da Ilaria Cinieri che si sono svolte in piazza Marconi – ci spiega – e poi ripresa dall’associazione Giustizia per Taranto, con un’iniziativa sull’accoglienza a margine della quale è stata sviluppata una mozione che riprende i principi dello ‘ius soli’ e dello ‘ius scholae’. Diritti che mi preme sottolineare non sono alternativi ma vanno entrambi sostenuti. La mozione impegna l’amministrazione comunale ad istituire un nuovo istituto, chiamato ‘cittadinanza inclusiva’, simbolico ma allo stesso tempo significativo per far sentire parte integrante della comunità tarantina i minori». L’idea è l’istituzione di una giornata in cui simbolicamente il sindaco conferirà sia ai minori stranieri nati a Taranto e che risiedono qui (ius soli), sia a quelli che non sono nati qui ma frequentano qui la scuola e hanno completato un ciclo scolastico in città, la ‘cittadinanza inclusiva’. «Certo, formalmente i minori non acquisiscono la cittadinanza italiana – prosegue il consigliere Contrario – ma serve a far sentire i bambini parte integrante della comunità tarantina ed è anche un impegno da parte dell’amministrazione a schierarsi e ad impegnarsi facendo pressione nelle sede opportune perché si approvino in Italia sia ‘ius soli’ che ‘ius scholae’. Inoltre la mozione impegna gli uffici preposti del Comune, a migliorare a livello di informazione, efficacia, aggiornamento e confronto con le associazioni, alcuni istituti sulla cittadinanza reale che sono di competenza del Comune. Ad esempio, compiuti i 18 anni i minori in Italia hanno diritto per legge a chiedere la cittadinanza italiana entro il 19esimo anno di età; una procedura che obbliga i Comuni ad informare i cittadini stranieri di questa opportunità. Il Comune di Taranto con la mozione si impegna a favorire queste procedure, sia attraverso l’Ufficio anagrafe, via telefono, via email o in qualsiasi forma, sia attraverso la collaborazione con gli istituti scolastici».