Cori antisemiti allo stadio, mons. Olivero (Cei): “Occorre un fermo impegno a lavorare contro queste derive neo-fasciste”
“Da credenti cristiani deploriamo e soprattutto ribadiamo che è tempo di dire basta. E da credenti cristiani riaffermiamo anche il fermo impegno a lavorare contro queste derive neo-fasciste”. A ribadire in questi termini al Sir la ferma condanna della Chiesa cattolica italiana per quanto avvenuto ieri a Sassuolo, dove sugli spalti nello stadio, si sono purtroppo sentiti intonare dai tifosi cori antisemiti, è mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo e il dialogo. Proprio domani, 17 gennaio, si celebra in tutte le parrocchie del nostro Paese, la 34ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei che quest’anno ha scelto come tema “Consolate, consolate il mio popolo”. Quanto accaduto ieri negli stadi, dice subito il vescovo, “è deplorevole e assurdo”. E facendo riferimento alla Giornata di domani, osserva: “Ogni tanto ci si chiede se sia ancora il caso di sensibilizzare su questo tema. Questo caso dei cori negli stadi ci ricorda ahimè che questo virus antisemita gira ancora tra la gente ed è necessario non mollare la presa e continuare a fare opere di sensibilizzazione. L’intento della Giornata nasce proprio con questo scopo. Purtroppo questa distorsione esiste ancora e i cori lo dimostrano”. Secondo mons. Olivero, due “motivazioni” si celano dietro a questi fenomeni di antisemitismo. “Da un lato è diventato un luogo comune. È come prendersela con il nero o con le donne. Questi luoghi comuni di bassa ignoranza permangono come un modo per scaricare la rabbia. Dall’altro, bisogna anche riconoscere che sta rinascendo una certa mentalità filo-fascista. Abbiamo visto anche altre manifestazioni di gente che alza il braccio destro. Su questo dobbiamo vigilare perché sappiamo che su questa sensibilità neo-fascista, alla fine tornano fuori certe tremende questioni come l’odio antisemita. Da un lato quindi c’è il luogo comune di quando ci si deve sfogare negli stadi o nei momenti di aggregazione di massa ma dall’altro c’è anche sicuramente il fenomeno di un certo fascismo che sta rinascendo”.