Società

Toccante libro-inchiesta di Nello Scavo su alcune delle tragedie globali di oggi

01 Feb 2023

di Silvano Trevisani

Di notte l’orizzonte non esiste è il titolo di un interessante libello del giornalista e inviato speciale di “Avvenire”, Nello Scavo, che racchiude alcune delle esperienza professionali “estreme”, trasformatesi, negli ultimi anni, in reportage toccanti e coinvolgenti. Scavo, “nomen omen” si potrebbe dire a suo riguardo, vista la capacità di entrare nelle realtà più drammatiche, ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da varie zone “calde” del mondo. Negli ultimi anni ha trascorso molto tempo sulle navi di salvataggio dei migranti nel Mediterraneo gestite dalle Ong, e nel gennaio 2019 è stato il primo giornalista a salire a bordo della “Sea Watch 3”.

Scrive, a proposito dei viaggi della speranza: “Natale è ogni volta che un bimbo nasce. È ogni volta che un bimbo viene al mondo e deve già scappare. Ogni volta che il nemico, l’invasore, l’usurpatore è proprio lui, il bambino”. Potrebbe sembrare un paradosso, ma è quello che accade da anni. Da quando la migrazione dei popoli ha preso nuovo vigore, a causa delle guerre, dalla povertà, della persecuzione, della desertificazione crescente, e di quella migrazione i bambini sono l’anello più debole eppure più importante, perché sono il futuro dell’umanità, sono l’incrocio tra il vecchio, sempre contrassegnato da odi di varia natura, e il nuovo, che è una speranza sempre minacciata dalla sostanza di quell’odio.

Il capitolo dedicato ai viaggi della speranza e ai suoi protagonisti, da sempre oggetto di divisione, particolarmente nel nostro Paese, improvvisamente afflitto da xenofobia e razzismo, anche ad alti livelli, è uno dei più intensi. Scavo conosce bene e descrive con efficacia il mondo in cui i confini finiscono con l’essere pretesti, e in cui i bambini come Simba finiscono col diventare una minaccia per la quiete immobilistica di molte gente. La storia di Simba è quella di un neonato che si trova a far parte del gruppo cui, nel 2019, fu impedito l’immediato sbarco e “Loro, gli invasori con il pannolino, dovevano essere lanciati su una nave della Guardia costiera con il buio, mentre onde di oltre un metro sbatacchiavano la Mare Jonio contro la motovedetta”,

Il libro, che è stato realizzato anche con il contributo dell’Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, si apre proprio con l’introduzione della presidente dell’Associazione, Dora Bonfietti, che scrive “È il cuore della Memoria, il ricordo delle 81 vittime innocenti, la testimonianza dell’impegno per la verità sulla strage. Una verità fatta riemergere, proprio come il relitto dal fondo del mare, dagli abissi delle menzogne, dell’indifferenza e dell’oblio e poi ricomposta, ancora come il relitto, in tanti anni di ostinato impegno”. Ed è proprio il capitolo con il capitolo che riguarda questa sciagura immane, della quale, nonostante tante battaglie giornalistiche giudiziarie, e perisno film, non si sa ancora a pieno la verità, che si apre con le parole riprese dal titolo: “L’orizzonte, di notte, non esiste. Il confine tra il pianeta e il firmamento, semplicemente sparisce. È così che viaggiano i sogni. È così che cominciano gli incubi. C’era la guerra, quella notte del 27 giugno 1980. E c’erano sessantanove adulti e dodici bambini che tornavano a casa, che andavano in vacanza, che leggevano il giornale, o giocavano con una bambola, o sognavano…”

Poi Nello Scavo racconta di Simba, il bimbo ivoriano soccorso dalla nave Mare Jonio forzando il blocco del governo italiano, insieme agli altri venti “invasori col pannolino” e ad altre ottanta persone; racconta dei bambini siriani che ad Antiochia lavorano per poche lire al giorno come calzolai, panettieri, raccoglitori di patate; racconta del campo profughi di Moira, in Grecia, e dei sudamericani che tentano di oltrepassare il confine dal Messico verso gli Usa, dove i contrabbandieri sono pagati per scagliare al di là del muro, chiusi in sacchi, dei ragazzini come fagotti. Un testo che ricorda l’assurdità del concetto di “confine”, soprattutto quando dall’altra parte c’è un essere umano che ha bisogno di valicarlo.

Toccanti le parole che chiudono il volume: L’orizzonte, di notte, non esiste. Il confine tra il pianeta e il firmamento, semplicemente sparisce. È così che viaggiano i sogni. È così che cominciano gli incubi. In un campo di prigionia, su una zattera, con le braccia trapassate dal filo spinato, oppure nello sguardo perso di un bambino nel deserto. È così che la Storia ci rivolgerà una domanda antica: Caino, dov’è tuo fratello?”

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