Don Giussani e la musica: ne parliamo con l’arcivescovo e don Gino Romanazzi
In occasione dell’evento “Spirto Gentil: don Giussani e la Musica”, svoltosi ieri sera nel Salone di rappresentanza della Provincia, abbiamo intervistato l’arcivescovo, Filippo Santoro, e il coordinatore per Taranto del movimento di Comunizione e Liberazione, monsignor Gino Romanazzi.
Questo evento così importante per Taranto – chiediamo all’arcivescovo – quale segno vuole dare alla comunità?
Vuole dare il segno di come si può spendere la vita per un ideale come ha fatto don Giussani, perché la nostra terra sia illuminata dalla bellezza del Mistero e che tale bellezza diventi impegno per entrare nella realtà, per dare speranza, intervenire nelle vicende umane, offrire anche metodi per vivere una solidarietà più vera, più reale e oggettiva: la fede che diventa opera.
La musica così come l’ha vissuta don Giussani, per molti è una prospettiva nuova.
Anche nella musica come forma espressiva della bellezza don Giussani si rivela un maestro. Attraverso il genio artistico dei musicisti, ha saputo esprimere l’ansia umana, la domanda che nasce dal cuore e molte volte quella domanda è più esplicita negli artisti ed è al servizio della vita di tutti quanti.
Può rappresentare anche una pista pastorale.
Certo, la testimonianza attraverso la musica della solidarietà e della bellezza. La forma più bella però è la comunità.
Monsignor Romanazzi, perché Taranto ha voluto rimarcare questo aspetto singolare dell’insegnamento di don Giussani?
Perché l’incidenza di don Giussani a Taranto è presente da cinquant’anni. La sua persona è molto cara, ha generato la speranza di molti e qui si rende evidente una continuità della storia di don Giussani attraverso la presenza di persone, di adulti, di giovani, di ragazzi che sono affascinati dal suo carisma.
Se per gli aderenti a Cl è una cosa nota, per molti sarà una sorpresa conoscere questo lato di don Giussani.
Ma questo spiega perché abbiamo sempre voluto che la liturgia e gli stessi momenti assembleari vedessero sempre la presenza della musica. Noi ci introduciamo all’evento attraverso la guida di questi grandi autori della musica classica, ma anche della musica leggera, specie quando si tratti di canti che derivano dalla cultura europea e latino-americana o di altre nazioni. Questo lavoro che è stato fatto attraverso la collana dei Dc nata dal lavoro coordinato di don Giussani e Bellini va molto più pubblicizzato e conosciuto perché vi è una profondità inimmaginabile.
Intanto la risposta della gente a questo evento qualcosa dimostra.
Che don Giussani è… don Giussani! Come nel 1986, per il suo intervento alla Settimana delle fede don Giussani riempì la Concattedrale, stasera non poteva andare diversamente. La grandezza dell’uomo, del sacerdote, dell’educatore, del genio, diremmo noi si rivela anche qui.
INTERVISTA AL PROFESSOR BELLINI