Spreco alimentare: “È immorale per l’80% dei giovani che si impegna per evitarlo”
Sono questi i risultati più evidenti di una ricerca fra le giovani generazioni condotta dal team scientifico dell’Università Lumsa
Il 44% dei giovani fra 18 e 25 anni non esita a ricorrere alla doggy bag quando, al ristorante, rimangono dei cibi; il 75% ordina solo quel che può effettivamente mangiare e il 90% preferisce “ingozzarsi” piuttosto che buttare alimenti. Sono questi i risultati più evidenti della ricerca sullo spreco alimentare fra le giovani generazioni condotta dal team scientifico dell’Università Lumsa coordinato da Laura Michelini (docente associato di Economia e Gestione delle Imprese, Università Lumsa) e da Massimiliano Scopelliti (ordinario di Psicologia sociale, Università Lumsa). Dati diffusi in occasione della Giornata nazionale di prevenzione contro gli sprechi alimentari.
Se il 90% dei ragazzi si dichiara pronto a mangiare pur di non gettare il cibo rimasto, la percentuale scende un po’ quando si tratta di organizzare la spesa settimanale: il 72% programma gli acquisti in modo tale da evitare l’acquisto di alimenti in eccesso. Appare meno diffuso l’utilizzo delle app per per il food sharing: 6 su 10 dichiarano di non averle mai utilizzate e solo l’8% confessa di adoperarle costantemente. La Generazione Z dimostra ancora una volta grande sensibilità ai temi ambientali: il 45% dichiara di compiere scelte ecologiche all’atto dell’acquisto e l’80% ritiene semplicemente che sprecare sia immorale.