Le Acli aderiscono alla petizione lanciata dalla Fondazione Terra Santa a sostegno dell’impegno del papa per la pace
Oltre 32mila sono coloro che hanno già firmato sulla piattaforma www.change.org la petizione pubblica per sostenere l’impegno di papa Francesco per la pace in Ucraina e in ogni altra parte della Terra, lanciata dalla Fondazione Terra santa lo scorso primo febbraio. Le Acli, con il presidente nazionale Emiliano Manfredonia, sono tra i primi firmatari insieme all’Azione cattolica italiana, Focsiv, Centro Astalli e Agesci.
Facendo seguito all’appello lanciato da papa Francesco nel suo recentissimo libro “Un’enciclica sulla pace in Ucraina”, nel quale invita tutte le donne e gli uomini di buona volontà ad agire ad ogni livello per la cessazione del conflitto tra Russia e Ucraina e per favorire una pace giusta e duratura, Fondazione Terra santa vuole farsi eco dell’appello del santo padre. Per questo ha lanciato, nell’imminenza del primo anniversario dell’inizio della guerra (24 febbraio), una petizione per mobilitare l’opinione pubblica a sostegno del dialogo tra le parti in conflitto e per la pace.
“La guerra in Ucraina – scrive il papa – ha interrogato ciascuno di noi. Dopo gli anni drammatici della pandemia, quando, non senza grandi difficoltà e molte tragedie, stavamo finalmente uscendo dalla sua fase più acuta, perché è arrivato l’orrore di questo conflitto insensato e blasfemo, come lo è ogni guerra? Possiamo parlare con sicurezza di una guerra giusta? Possiamo parlare con sicurezza di una guerra santa?
Noi, uomini di Dio che annunciamo il Vangelo del Risorto, abbiamo il dovere di gridare questa verità di fede. Dio è un Dio della pace, dell’amore e della speranza. Un Dio che ci vuole fratelli tutti, come ci ha insegnato il Suo Figlio Gesù Cristo. Gli orrori della guerra, di ogni guerra, offendono il nome santissimo di Dio. E lo offendono ancora di più se il suo nome viene abusato per giustificare tale indicibile scempio”.
Il grido di papa Francesco, commentano le Acli, deve risuonare forte nel mondo, perché si giunga velocemente ad una risoluzione pacifica di questo conflitto che troppa sofferenza, morte e distruzione ha già provocato.