Le raccomandazioni conclusive dell’Assemblea sinodale europea: “Prendere coraggiose decisioni sulle donne”
“Prendere concrete e coraggiose decisioni sul ruolo delle donne all’interno della Chiesa e su un loro maggiore coinvolgimento a tutti i livelli, anche nei processi decisionali (decision making and taking)”. “Esplorare forme per un esercizio sinodale dell’autorità”. Superare “la frattura tra fede e cultura per tornare a portare il Vangelo nel sentire del popolo, trovando un linguaggio capace di articolare tradizione e aggiornamento”. “Ascoltare il grido dei poveri e della terra nella nostra Europa, e in particolare il grido disperato delle vittime della guerra che chiedono una pace giusta”. Sono alcune delle “raccomandazioni conclusive” sottolineate nel comunicato finale diffuso oggi a Praga al termine della prima parte dell’Assemblea sinodale europea. Da domani, e fino al 12 febbraio, si incontreranno solo i presidenti delle Conferenze episcopali per rileggere “collegialmente l’esperienza sinodale vissuta insieme”. Al termine di quattro giorni di ascolto e di dialogo “ancora una volta – scrivono i circa 200 delegati nel comunicato finale – abbiamo sentito il dolore delle ferite che segnano la nostra storia recente, a partire da quelle che la Chiesa ha inflitto attraverso gli abusi perpetrati da alcune persone nello svolgimento del loro ministero o incarico ecclesiale, per finire con quelle provocate dalla violenza mostruosa della guerra d’aggressione che insanguina l’Ucraina e dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria”. Questi giorni di lavoro, hanno permesso di “guardare negli occhi la Chiesa che è in Europa, con tutti i tesori delle due grandi tradizioni latina e orientale che la compongono”. “Sentiamo – si legge nel comunicato – di amarla ancora più profondamente, nonostante le ferite che ha inferto, per le quali ha bisogno di chiedere perdono per poter passare davvero alla riconciliazione, alla guarigione della memoria e all’accoglienza delle persone ferite”.
Durante le sessioni di lavoro sono stati presentati 39 rapporti nazionali sulle domande del Documento per la tappa continentale; il confronto è continuato nei lavori di gruppo. Questa mattina il Comitato redazionale ha presentato all’Assemblea una bozza di documento finale. Si tratta – spiegano gli organizzatori – di un testo ancora soggetto ad “emendamenti” e aggiustamenti redazionali che sarà restituito a tutti i partecipanti, dopo le modifiche richieste, per una eventuale ulteriore revisione prima di essere consegnato alla Segreteria generale del Sinodo. “È stata – scrivono i delegati – “un’esperienza spirituale che ci ha condotto a sperimentare, per la prima volta, che è possibile incontrarci, ascoltarci e dialogare a partire dalle nostre differenze e al di là dei tanti ostacoli, muri e barriere che la nostra storia ci mette sul cammino”. “Per questo desideriamo continuare a camminare in uno stile sinodale: più che una metodologia, lo consideriamo uno stile di vita della nostra Chiesa, di discernimento comunitario e di discernimento dei segni dei tempi. Concretamente desideriamo che questa Assemblea continentale non resti una esperienza isolata, ma diventi un appuntamento periodico, fondato sull’adozione generalizzata del metodo sinodale che permei tutte le nostre strutture e procedure a tutti i livelli. In questo stile sarà possibile affrontare i temi su cui i nostri sforzi hanno bisogno di maturare e intensificarsi: l’accompagnamento delle persone ferite, il protagonismo dei giovani e delle donne, l’apertura ad apprendere dalle persone emarginate”. “Costruire una Chiesa sempre più sinodale – si legge ancora nel testo – è un modo per dare concretezza all’uguaglianza in dignità di tutti i membri della Chiesa, fondata nel battesimo che ci configura come figli di Dio e membri del corpo di Cristo, corresponsabili dell’unica missione di evangelizzazione affidata dal Signore alla sua Chiesa”.