Elezioni in Lombardia e nel Lazio: alle urne dodici milioni di cittadini
In Lombardia e nel Lazio sono oltre 12 milioni i cittadini chiamati alle urne per eleggere presidenti e consigli delle rispettive Regioni. Si è votato ieri, domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e oggi lunedì 13, dalle 7 alle 15.
Il dato che balza agli occhi è il crollo dell’affluenza: Alle 23 di domenica, ha votato il 31,78% degli aventi diritto in Lombardia, e il 26,26% nel Lazio. Un parallelo con le ultime regionali non è comunque attendibile, perché nel 2018, i seggi rimasero aperti solo di domenica: in Lombardia votò il 73,10% su 7.882.634 aventi diritto, nel Lazio il 66,36% su 4.786.096.
Si tratta di un appuntamento che ovviamente interessa in primo luogo gli elettori lombardi e laziali per la scelta molto rilevante che devono concretamente operare, ma che raccoglie un grande interesse anche a livello nazionale per il particolare rilievo delle due Regioni (la più popolosa d’Italia e quella che contiene la Capitale), per l’elevato numero di elettori coinvolti (in pratica un quinto dell’intero corpo elettorale) e per le indicazioni che gli osservatori attendono sugli equilibri tra gli schieramenti e dentro di essi, con particolare riguardo al tema delle alleanze.
Le leggi elettorali sono diverse da Regione a Regione, ma sia in Lombardia che nel Lazio il presidente viene eletto in un’unica tornata, senza ballottaggio: chi prende più voti vince.
Differenti sono invece i meccanismi per assicurare o favorire una maggioranza di consiglieri a supporto del “governatore”: in Lombardia, se il vincitore ottiene meno del 40% dei voti le liste collegate ricevono il 55% dei seggi, se invece i voti sono più del 40% il premio per le liste sale al 60% dei seggi; nel Lazio, le liste che appoggiano in vincitore ottengono un bonus di 10 seggi. Sulla scheda compaiono i nomi dei candidati presidenti e i simboli delle relative liste, con possibilità di due preferenze (di sesso diverso) e di voto disgiunto, vale a dire per un presidente e una lista non collegati.
In Lombardia i candidati presidente sono quattro: Attilio Fontana (Lega, FdI, FI, Noi Moderati-Rinascimento Sgarbi e lista civica Fontana presidente); Pierfrancesco Majorino (Pd, M5S, Alleanza Verdi e Sinistra, lista civica Majorino presidente); Letizia Moratti (Azione-Italia Viva e lista civica Moratti presidente); Mara Ghidorzi (Unione Popolare con Democrazia e Autonomia, Potere al Popolo, Rifondazione comunista e altri partiti della lista).
Nel Lazio i candidati alla presidenza sono cinque: Alessio D’Amato (Pd, Azione-Italia Viva, +Europa, Democrazia Solidale, Psi, Verdi e Sinistra, lista civica D’Amato presidente), Francesco Rocca (FdI, Lega, FI, Noi Moderati-Rinascimento Sgarbi, Unione di Centro-Verde è Popolare, lista civica Rocca presidente), Donatella Bianchi (M5S, Polo progressista di sinistra ed ecologista), Rosa Rinaldi (Unione popolare con Democrazia e Autonomia, Potere al Popolo, Rifondazione comunista e altri partiti della lista), Sonia Pecorilli (Partito comunista italiano).
Lombardia e Lazio non sono le sole Regioni al voto in questa prima metà del 2023. Il 2 e 3 aprile, infatti, sarà la volta del Friuli-Venezia Giulia, poi entro giugno toccherà al Molise.