Mons. Perego (Migrantes): “Accogliere e tutelare le persone in fuga, superando i tempi della burocrazia”
“Il 24 febbraio 2022, la guerra tra Ucraina e Russia iniziata nel 2014 nel disinteresse di tutti, subiva un’accelerazione con l’invasione del Donbass da parte delle truppe russe. Da quella data la guerra è diventata mondiale, ha coinvolto tutti sul piano economico, sociale, politico e militare. Sul piano economico la guerra ha innescato una crisi a partire dal costo del gas, ma anche dal blocco del grano”. Lo scrive mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente Cemi e Migrantes, in una nota sull’anno di guerra in Ucraina. “Sul piano sociale è iniziato un esodo di 7 milioni di persone, di cui 3 milioni e mezzo hanno preso la strada dell’Europa, 170 mila hanno raggiunto l’Italia, generando un nuovo mondo di richiedenti asilo e protezione internazionale. Sul piano politico abbiamo assistito alla creazione di fatto di due blocchi – Stati Uniti ed Europa, Russia e Cina – e al fallimento di ogni tentativo diplomatico di pace. Sul piano militare è ripresa la corsa agli armamenti, anche nucleari e è iniziato l’invio di armi dai Paesi europei verso l’Ucraina”.
A distanza di un anno ogni giorno conosciamo le armi che vengono inviate in Ucraina, ma non sappiamo il numero dei morti dall’una e dall’altra parte, osserva l’arcivescovo, secondo cui, “l’invio delle armi ha preso il sopravvento sui morti civili e militari, di giovani e adulti, di neonati e anziani”. “Dalle città europee le mamme e i bambini giunti tra noi in fuga dalla guerra ogni giorno, da mesi, vivono il dramma della lontananza da casa, dal proprio Paese, dai mariti, dai fratelli e genitori. Cosa fare a un anno di distanza? Anzitutto accogliere e tutelare le persone in fuga che sono arrivati tra noi, farli sentire a casa, superando i tempi lunghi della burocrazia, garantendo un minimo vitale, sostenendo i traumi nascosti, curando i malati”.