La fraternità per umanizzare la democrazia
Nell’ambito del corso di formazione dell’ufficio diocesano Cultura sul tema: “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”: dal Concilio Vaticano II a papa Francesco, il quarto incontro alla parrocchia S. Roberto Bellarmino
L’Ufficio diocesano Cultura ha recentemente organizzato il quarto incontro del corso di formazione sul tema: “Popolo di Dio e Fraternità dei Popoli”: dal Concilio Vaticano II a papa Francesco. Il paragrafo 220 della esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” è ricordato ancora una volta all’inizio del momento di formazione: In ogni nazione, gli abitanti sviluppano la dimensione sociale della loro vita configurandosi come cittadini responsabili in seno ad un popolo, non come massa trascinata dalle forze dominanti. (…) Ma diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta.
Il quarto appuntamento sul tema “La fraternità, per umanizzare la democrazia” si è svolto mercoledì 1° marzo 2023, alle ore 18, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri, come ormai è ben noto, sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.
Due relazioni iniziali
L’incontro è iniziato con la lettura di altre due relazioni sui concetti di città, cittadinanza e responsabilità dei cittadini. Entrambe sono state scritte da due partecipanti al corso, Graziana Camaretta e Manuela Dimitri, studentesse dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose – Taranto. Tali relazioni hanno permesso ai partecipanti di riassumere quanto approfondito negli incontri precedenti. Il prof. Prenna ha così ampliato le tematiche affrontate: “La cittadinanza verticale è il rapporto dei cittadini con lo stato, che si sviluppa nella rivendicazione dei diritti di libertà. La cittadinanza orizzontale è l’insieme di relazioni tra i cittadini, che si sviluppa nei doveri di uguaglianza. Tocqueville riconosce alla democrazia americana il merito di far precedere le libertà all’uguaglianza, al fine di rimuovere le disuguaglianze. La solidarietà deve governare le relazioni sociali ed è anima della democrazia”.
La lettera a Diogneto
Il relatore ha citato la “Lettera a Diogneto” come testo che spiega in modo chiaro il concetto di cittadinanza per i cristiani. Così ha presentato l’argomento: “Nel 1436 in una pescheria di Costantinopoli furono ritrovate opere dei padri apologisti, tra queste anche un opuscolo a Diogneto. Nel 1592, alla fine dell’Umanesimo, il testo fu pubblicato. Si è pensato di attribuirlo a Giustino, ma la scrittura non è realmente riconducibile a lui. L’autore è ignoto ma il destinatario, Diogneto, potrebbe essere uno dei maestri di Marco Aurelio oppure uno dei procuratori di Alessandria, ad ogni modo un illustre personaggio che voleva interrogarsi sullo stile di vita dei cristiani. Papa Francesco, nel “Prologo al libro cattolici e politici. Una identità in tensione”, cita la “Lettera a Diogneto” come modello dell’identità politica del cristiano. Si ritrova infatti la stessa logica bipolare oppositiva a cui fa riferimento il Pontefice in altri suoi scritti”.
La solidarietà
Partendo dal secondo articolo della nostra costituzione, il prof. Prenna afferma: “La repubblica vincola i cittadini nell’adempimento dei doveri di solidarietà politica, economica e sociale. Questo concetto di solidarietà è integrativo di quello di cittadinanza. La solidarietà dovuta, vera anima della democrazia, è diversa da quella voluta, tipica del volontariato e facoltativa. Giovanni Paolo II nell’enciclica “Sollicitudo Rei Socialis” dice che la solidarietà è: la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siano veramente responsabili di tutti. La solidarietà è, dunque, virtù politica che ricerca il bene comune, ma che non coincide strettamente con il bene dei cattolici”.
La mediazione
Il prof. Prenna ha evidenziato la necessità del ricorso alla mediazione nell’agire politico, sottolineando che: “L’agire da cristiani non corrisponde all’agire in quanto cristiani. La mediazione è il modo proprio del cristiano di essere nella società. La “Lettera agli Ebrei” parla di Gesù mediatore tra il divino e l’uomo. La mediazione è, dunque, capacità di unire divino e umano, assoluto e relativo, idea e fatti, principi e realtà effettiva. La politica è l’arte del negoziare (a differenza dell’oziare). Bergoglio, infatti, parla di praticabilità dei principi”. Il relatore ha continuato, ricordando: “Nel 1919 Max Weber tiene una conferenza dal titolo la “Politik als Beruf”, cioè la politica come professione o come vocazione. I politici agiscono per convinzione o per responsabilità, imponendo dei principi oppure controllandone l’applicazione per non creare danni”.
Umanizzare la democrazia
Il relatore ha concluso citando una frase a lui cara, tratta dalla lettera “Umana Communitas” inviata dal papa al presidente della Pontificia Accademia per la Vita: “Dobbiamo riconoscere che la fraternità rimane la promessa mancata della modernità”. Si è, infine, annunciato il tema del prossimo incontro del corso di formazione: “L’educazione delle nuove generazioni alla convivenza sociale”.
L’appuntamento è per il 13 aprile, con inizio alle ore 18 e ingresso da via San Roberto Bellarmino. Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it