In mostra le foto artistiche di Enzo Ferrari ispirate ai brani musicali di Franco Battiato
Sarà visitabile fino al 24 marzo, nella project room del centro espositivo Crac-Puglia, in corso Vittorio Emanuele n.17 in Città vecchia, guidato da Giulio De Mitri, la mostra fotografica “I giardini della preesistenza, un viaggio fotografico nell’universo musicale di Franco Battiato”, a cura dello storico e critico d’arte Lara Caccia, promossa e organizzata dal Crac, patrocinata da Comune di Taranto e dalla Regione Puglia. Si tratta di uno spaccato essenziale tra fotografia e musica, due linguaggi artistici strettamente collegati da un significativo rapporto percettivo, mentale, artistico e culturale.
Ne è autore il giornalista, direttore di “TarantoBuonasera”, Enzo Ferrari, appassionato di fotografia e vicepresidente del Circolo fotografico Il Castello, che espone dieci “scatti” ispirati dalla musica e dai testi di Franco Battiato, uno degli autori più importanti che l’Italia abbia avuto, certamente tra i più amati da Ferrari che proprio dai suoi brani ha tratto ispirazione oltre che il titolo stesso della sua mostra. Si tratta di immagini ricavate da foto digitali, senza alcuna elaborazione in post produzione, che trasformano un dato emozionale in effetto cromatico, ma anche viceversa. Ne viene fuori uno spaccato coscienziale, sicuramente concettuale, in quanto elaborazione intellettuale connessa a una propria visione ispirata attraverso sensazioni mnemoniche, ma che non sarebbe errato neppure definire astratte, dal momento che di astrazione rispetto a un’idea sinolica di connessione materia-forma si tratta, dove la relazione è affidata agli effetti più che alle cause formali, foniche e linguistiche, o anche filosofiche.
Del resto la fotografia astratta accompagna, se non addirittura precede, anche l’arte astratta, come dimostrano gli esperimenti dell’americano Alvin Langdon Coburn risalenti agli inizi del Novecento, e naturalmente Man Ray, sempre con procedimenti tecnici di tutt’altra materia e in bicromia, anche se già nel 1940 le esperienze di foto astratte a colori si vanno moltiplicando, soprattutto in Usa e in Francia. Non possiamo esimerci, qui, neanche dal citare gli esperimenti formali condotto dal futurismo, pensiamo soprattutto alle fotografie di Anton Giulio Bragaglia, che hanno molto a che fare proprio con il movimento e la sua dinamica, ma anche al “nostro” Carlo Belli, teorico dell’astrattismo geometrico e padre dei convegni sulla Magna Grecia, e alle sue esperienze di fotografia dinamica, dei quali ebbi occasione di occuparmi nel catalogo della mostra “Giorgio De Chirico e la Metafisica del Mediterraneo”.
Enzo Ferrari ci mette grande passione per innestarsi in questo complicato settore, portandoci il gusto per il cromatismo e il movimento che riescono ad assumere una dimensione autonoma nell’ispirarsi alla musicalità di Battiato, anch’essa fondamentalmente legata al movimento e alla ritmicità propria delle culture mediterranee.
La mostra è presentata in catalogo da Lara Caccia che nota come nelle opere di Ferrari “il tempo e lo spazio si protraggono verso un infinito: filamenti di luce colorata guizzano da fondi di luce bianca o dalla sua assenza, fondi neri o scuri. Essi creano una sensazione di movimento circolare e/o oscillatorio che scandisce ritmicamente il tempo, il quale oramai non segue la successione di momenti uguali, come punti in una retta, ma diviene onde che seguono uno slancio vitale, verso una cognizione temporale personale”.