Nella chiesa del Carmine giovedì 16 marzo, l’accoglienza delle statue dopo il restauro conservativo
Sono quelle dell’Addolorata, della Colonna, dell’Ecce Homo e della Cascata
Giovedì 16 marzo alle ore 18, nella Chiesa del Carmine di Taranto, ci sarà la presentazione dei lavori di restauro effettuati alle quattro statue della processione dei Misteri del Venerdì Santo. Interverranno mons. Marco Gerardo, padre spirituale dell’arciconfraternita del Carmine, e Valerio Iaccarino, maestro restauratore.
I simulacri, che saranno esposti nella stessa Chiesa alla venerazione della comunità venerdì 17 marzo, dalle ore 8.30 alle 12 e dalle 17 alle 20, erano stati affidati al lavoro d’intervento conservativo del laboratorio d’arte di Valerio Iaccarino e Giuseppe Zingaro di Andria, il 19 gennaio di quest’anno.
La statua dell’Addolorata era già rientrata e posta alla devozione dei fedeli in tutta la sua originale bellezza, durante la prima domenica di Quaresima lo scorso 26 febbraio. Indossa l’abito autentico, gelosamente conservato nell’oratorio della Confraternita e utilizzato in rare occasioni, stretto in vita con la cintura, anch’essa originale, così come il cuore trafitto che tiene nella mano destra.
Le altre tre statue che rientrano nella Chiesa del Carmine, custodite dall’omonima confraternita da più di un secolo, sono quelle della Colonna, dell’Ecce Homo e della Cascata, realizzate nel 1901 dal maestro cartapestaio Giuseppe Manzo. L’artigiano leccese, nato il 17 marzo 1849 e morto il 7 gennaio 1942, era considerato uno dei migliori artisti dell’arte della cartapesta, che è di origini antichissime. In giovanissima età fu avviato dal padre a quest’antico mestiere, frequentando alcune “botteghe”, sino al 1894 quando aprì il suo personale e prestigioso “Reale Laboratorio”, dove l’attività proseguì, grazie ai suoi operai, sino a diversi anni dopo la sua morte. Ottenne diversi riconoscimenti importanti, anche a livello internazionale, che gli resero la fama di artista nell’anima, vista la mistica attrazione che le sue opere riscuotevano sulla gente; una percezione che ancor oggi si riceve attraverso le tre statue dei Misteri di Taranto, attraverso quei volti segnati dalla sofferenza e dal dolore, oltre che dai muscoli contratti e martoriati.
Sempre il 17 marzo alle ore 19.30, a conclusione dell’esposizione dei simulacri restaurati, si terrà una conversazione dal titolo “Quei tre fratelli di nome Gesù”, tratto dal libro di Nicola Caputo, storico e già priore, tenuta da Giovanni Schinaia e Antonello Stenta, componenti del consiglio d’amministrazione della confraternita.