L’oratorio sinodale: l’arte della condivisione cristiana
Si è svolto nel seminario arcivescovile di Taranto il terzo appuntamento del corso per animatori d’oratorio organizzato dal Comitato zonale Anspi
Si è svolto nel seminario arcivescovile di Taranto il terzo appuntamento del Corso per animatori d’oratorio organizzato dal Comitato zonale Anspi, in collaborazione con l’Ufficio per la pastorale giovanile e l’Ufficio diocesano per la catechesi.
Durante l’incontro, che si colloca esattamente nel mezzo di tutto il percorso, grazie all’aiuto di don Francesco Maranò, responsabile dell’Ufficio per la pastorale giovanile diocesana, è stato possibile riflettere sulla realtà oratoriale in chiave sinodale.
Se è vero che l’oratorio è da sempre “un ponte tra la Chiesa e la strada”, il cammino sinodale ci permette di riflettere e verificare lo stile dei nostri oratori, che in molte parrocchie costituiscono l’espressione tipica dell’impegno educativo. Questa realtà bella e allo stesso tempo antica non si limita al recupero, all’istruzione o all’assistenza dei ragazzi, ma fonda la sua esistenza su cinque peculiarità che don Francesco ha condensato con altrettante parole e che sono state anche brevemente sperimentate attraverso coinvolgenti attività interattive guidate dal formatore Anspi, Alessio Perniola.
Nell’oratorio i nostri ragazzi anzitutto possono sperimentare un clima di fiducia. Una comunità cristiana che vuole evangelizzare deve osare, scommettere sulla vita dei ragazzi, dare loro fiducia per permettere di essere veramente sé stessi. L’attivazione del desiderio di collaborazione e partecipazione alla vita della Chiesa, nato in un rapporto di fiducia, cresce in un clima di dialogo e si traduce in una relazione di cura. Si sente sempre più importante e non più rinviabile l’esigenza di costruire comunità e maturare stili ecclesiali che superino una pastorale massificante, per prendersi a cuore la vita dei singoli.
La cura si riflette naturalmente nell’accoglienza dell’altro, a volte diverso da noi, col quale sempre va instaurato un rapporto basato sul rispetto della sua identità, della sua libertà e dignità evitando relazioni che si attuino nel dualismo dominanza – dipendenza.
In ultimo attraverso lo stile di vita oratoriale si valorizza la qualità etica dei linguaggi accessibili a tutti che – promuovendo musica, teatro, letteratura e contemporaneamente gioco, sport e festa – fanno dell’oratorio un luogo di crescita, di formazione cristiana, di integrazione con altre culture.