Sguardi del giornalismo d’inchiesta
Il racconto del giornalismo di inchiesta nel cinema hollywoodiano costituisce un nutrito filone. Tra i capisaldi “Quarto potere” (1941) di e con Orson Welles e “Tutti gli uomini del presidente” (1976) di Alan J. Pakula con Dustin Hoffman e Robert Redford.
Il coraggio della verità
Nel corso degli anni Duemila, sono poi da menzionare “Good Night, and Good Luck” (2005) di George Clooney e “Truth” (2015) di James Vanderbilt con Cate Blanchett e sempre Redford. E ancora, hanno lasciato il segno “Il caso Spotlight” (2015) di Tom McCarthy con Rachel McAdams, Michael Keaton e Mark Ruffalo così come “The Post” di Steven Spielberg con gli immensi Meryl Streep e Tom Hanks. Le serie Tv a stelle e strisce non sono da meno: “The Newsroom” (2012-14, Hbo) del geniale Aaron Sorkin con Jeff Daniels, “The Morning Show” (2019-, Apple TV+) con le intense Jennifer Aniston e Reese Witherspoon e, infine, la pluripremiata “Succession” (2018-23) firmata Jesse Armstrong con Brian Cox, che esplora le commistioni pericolose tra news, potere e denaro.
Su Disney+ “Lo strangolatore di Boston”
Il 17 marzo, su Disney+ un nuovo tassello: il thriller “Lo strangolatore di Boston”, tratto da una storia vera è scritto e diretto da Matt Ruskin – tra i produttori Ridley Scott – con protagoniste Keira Knightley e Carrie Coon.
La tenacia di Loretta e Jean: Boston 1962, una serie di morti violente turba la città: 13 donne, tutte strangolate. A interessarsi al caso, quando nessuno pensava alla pista di un killer seriale, è la giornalista del “Record American” Loretta McLaughlin, brillante e acuta che fatica a farsi accettare in redazione e a trovare piena libertà in casa. A indagare con lei la “veterana” Jean Cole. Insieme cercano di far luce sui crimini, respingendo le facili soluzioni proposte da politica e forze dell’ordine…
Secondo Pros&Cons…
Una bella sorpresa “Lo strangolatore di Boston” sulla piattaforma Disney+, sezione Star. Un racconto di grande tensione, che si muove nei territori narrativi del thriller poliziesco e del murder mystery di stampo giornalistico. Nella cornice dell’America del tempo, resa splendidamente dalla messa in scena accurata, quasi a contrasto con una fotografia algida e velata sui toni freddi del blu, il racconto investigativo corre spedito con ritmo e tensione. Un film dalle sfumature macabre, che non esibisce mai la violenza, ma la fa filtrare “insidiosamente” in chiave hitchcockiana. A questo si aggiunge una suggestione interessante: non solo il tema del giornalismo di inchiesta, la testardaggine di reporter che non accettano facili verità, ma anche quello della donna nella società del tempo, chiamata a fronteggiare continue difficoltà e pregiudizi pur di essere considerata e ascoltata in un ambiente ancora molto maschile e “machista”. Keira Knightley (“The Imitation Game”, “Il concorso”) e Carrie Coon (“Ghostbusters: Legacy”, “The Gilded Age”) sagomano con grande fascino, intensità e carattere le due protagoniste. Magnifiche! Un giallo storico intricato e ben diretto, che trae forza soprattutto dallo spessore delle due giornaliste.