Al TaTà, domenica 2 aprile, “Il più furbo. Disavventure di un incorreggibile lupo”
Per il cartellone “favole&TAmburi”, rassegna di teatro ragazzi, alle ore 18 all’auditorium in via Deledda ai Tamburi
«Io sono il più forte, il più bello e il più furbo». Per il cartellone “favole&TAmburi”, rassegna di teatro ragazzi, domenica 2 aprile, alle ore 18 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Il più furbo. Disavventure di un incorreggibile lupo”, dall’opera di Mario Ramos, con Andrea Coppone, regia e scene Fabrizio Montecchi, sagome Nicoletta Garioni e Federica Ferrari (dai disegni di Mario Ramos), produzione Teatro Gioco Vita. Durata 50’. Biglietto 7 euro. Info e prenotazioni al numero 366.3473430 attivo anche WhatsApp.
Nel folto del bosco, un grande e cattivo lupo affamato incontra la piccola Cappuccetto rosso e subito elabora (dopotutto lui è il più furbo) un diabolico piano per mangiarsela, e, senza esitazioni, corre alla casa della nonna… Sembra l’inizio della favola che tutti conosciamo, almeno finché il lupo (che si crede davvero il più furbo) non infila la rosa camicia da notte della nonna con tanto di cuffietta d’ordinanza ed esce di casa, rimanendo chiuso fuori. Così conciato, e in attesa di elaborare un nuovo, geniale piano, al lupo (che ancora si crede il più furbo) non rimane che nascondersi nel bosco, un luogo però molto frequentato, soprattutto dai personaggi delle fiabe.
Tratto dai libri “Le plus malin” (2011), “C’est moi le plus beau” (2006) e “C’est moi le plus fort” (2001) di Mario Ramos, acclamato autore di album illustrati per i piccoli, pubblicati da L’école des loisirs, casa editrice parigina pioniera nel campo della letteratura per l’infanzia, lo spettacolo “Il più furbo” (consigliato dai 3 anni) è un concentrato di leggerezza e d’ironia che fa ridere e pensare. Il lupo di questa storia suscita simpatia perché, a fronte della sua declamata presunzione “io sono il più forte, il più bello e il più furbo”, si dimostra sgraziato e goffo. Ridere di lui, in cui tutti ci possiamo riconoscere, è ridere di noi, e questo ci fa sentire più umani.
In scena un solo attore/danzatore. Grazie al repertorio di tecniche d’ombra proprie di Teatro Gioco Vita e alla danza ci conduce dentro un mondo sorprendente, dove la dimensione favolistica e quella realistica s’incontrano, producendo quell’effetto comico e grottesco proprio della storia raccontata. Le figure in ombra, essenziali ma cariche di espressività e humor, e il linguaggio, diretto e scanzonato, contribuiscono a rafforzare i temi che la storia, senza moralismi, ci propone.