Legambiente: Proroga Aia all’ex Ilva? Una vergogna, l’ennesimo schiaffo in faccia a Taranto
“L’ipotizzata, ennesima proroga del termine per l’ultimazione degli interventi previsti dall’Aia per l’ ex Ilva di Taranto è una vergogna, l’ennesimo schiaffo in faccia alla città” – dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – “Ricordiamo che si tratta di un’Aia varata nell’ottobre 2012, quindi oltre 10 anni fa, che è stata oggetto di ritardi continui e relative proroghe che ogni volta allontanavano nel tempo interventi indispensabili per la tutela della salute di cittadini e lavoratori e per l’ambiente.
È inconcepibile che Acciaierie d’Italia possa prospettare oggi, senza conseguenze, la necessità di ulteriori slittamenti, non di giorni, ma di diversi mesi e, spesso, anni, per una miriade di interventi, dagli impianti di raccolta delle acque meteoriche dell’area a caldo a quelli degli sporgenti marittimi, da impianti di captazione ed abbattimento fumi alle componenti elettriche di vecchia generazione disseminate nello stabilimento, per finire con gli impianti la cui bonifica verrà effettuata a fine vita, o alla loro fermata. Il ministro dell’Ambiente intervenga per imporre il rispetto delle scadenze previste, rigettando al mittente le richieste di proroga.
Sicuramente su questi ritardi e sulla inesistenza, allo stato attuale, di un piano industriale che ufficializzi cronoprogrammi dettagliati e impegni certi di investimento relativi alla decarbonizzazione pesa l’incertezza sull’assetto societario lasciato in un limbo da troppo tempo per non determinare conseguenze disastrose come l’ennesima, paventata proroga del termine dell’Aia. Ricordiamo a chi se ne fosse dimenticato che, peraltro, l’attuale Aia è dal 2019 oggetto di un riesame di cui si sono perse le tracce. È evidente che finché il nodo degli assetti societari non sarà sciolto definitivamente ritardi e inadempienze sono destinati a ripetersi anche in merito alla indispensabile decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto. E anche questo è inaccettabile.
Nel mondo “normale” i manager che non raggiungono gli obiettivi prefissati sono costretti a lasciare, a Taranto come abbiamo detto in altre occasioni siamo forse nella libera repubblica delle banane”.