Francesco

Papa Francesco al Gemelli, Bruni: “Infezione respiratoria, alcuni giorni di terapia medica”

foto Sir/Marco Calvarese
30 Mar 2023

“Nei giorni scorsi papa Francesco ha lamentato alcune difficoltà respiratorie e nel pomeriggio di mercoledì 29 si è recato nel Policlinico A. Gemelli per effettuare alcuni controlli medici”. Lo comunica ai giornalisti il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni. “L’esito degli stessi ha evidenziato un’infezione respiratoria (esclusa l’infezione da Covid 19) che richiederà alcuni giorni di opportuna terapia medica ospedaliera”, informa il portavoce vaticano. “Papa Francesco è toccato dai tanti messaggi ricevuti ed esprime la propria gratitudine per la vicinanza e la preghiera”, conclude Bruni.

 

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Eventi cittadini

Sarà possibile ammirare dal mare la processione dell’Addolorata con la motonave Clodia

L’iniziativa è di Alfredo Spalluto, presidente di Kyma Mobilità: «In linea con il programma dell’amministrazione Melucci, siamo impegnati nella valorizzazione della cultura, del turismo e delle tradizioni della nostra comunità

30 Mar 2023

«Kyma Mobilità partecipa ai Riti della Settimana Santa dando la possibilità a tutti, tarantini e turisti, di fare una straordinaria esperienza: assistere dal mare, a bordo di una motonave, all’uscita della processione della Madonna Addolorata dalla Chiesa di San Domenico!»: l’annuncio è di Alfredo Spalluto, presidente di Kyma Mobilità.

«In linea con il programma dell’amministrazione Melucci, Kyma Mobilità – ha poi commentato il presidente Spalluto – è impegnata nella valorizzazione della cultura, delle tradizioni e del turismo quali importanti volani di sviluppo economico della nostra comunità».

La partenza della motonave “Clodia” è prevista alle ore 23.00 di Giovedì Santo, 6 aprile, dall’imbarcadero al Piazzale Democrate, dove c’è un’ampia disponibilità di parcheggi.

Di lì la motonave inizierà il tragitto per raggiungere il Mar Grande attraversando il Canale Navigabile, passando così sotto il Ponte Girevole e di fianco al Castello Aragonese, uno degli scorci più affascinanti di Taranto, da dove è poi possibile ammirare il Lungomare e la Città vecchia, uno spettacolo mozzafiato reso ancora più suggestivo dall’atmosfera notturna.

Si raggiungerà il tratto di costa antistante la Chiesa di San Domenico, la cui facciata è ben visibile dal mare, dove la motonave stazionerà a poche decine di metri dalla costa, dando così la possibilità ai passeggeri di ammirare l’uscita della Processione della Madonna Addolorata.

L’escursione sarà accompagnata dalle note delle musiche che da secoli rappresentano la “colonna sonora” della Settimana Santa e dalle spiegazioni di una esperta guida che affascinerà i passeggeri con la storia dei riti tarantini “condendola” con aneddoti curiosi ed episodi poco noti.

Durante l’escursione, inoltre, è prevista la degustazione dei dolci della tradizione pasquale tarantina dell’Associazione autonoma Panificatori di Taranto e Provincia, accompagnati da un calice di vino di Varvaglione 1921.

Il biglietto costa € 15 ed è possibile acquistarlo presso l’Ufficio vendite, in via D’Aquino n.21 (099.4526785), presso le rivendite Kyma Mobilità autorizzate al Servizio Idrovie (elenco sul sito) e online nella Sezione Idrovie del sito www.kymamobilita.it e dell’App “Kyma Mobilità”.

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Sport

Taranto, dall’Avellino al Crotone: l’avversario non spaventa Capuano

foto G. Leva
29 Mar 2023

di Paolo Arrivo

Se qualcuno si fosse perso la partita di sabato scorso, perché ha preferito un altro avvenimento sportivo concomitante, importante (i playoff promozione che vedono impegnata la Nuovi Orizzonti basket Taranto), sappia che non è finita a reti bianche. Che allo stadio “Erasmo Iacovone” le emozioni non sono mancate. Il 2-2 finale dell’incontro che ha contrapposto l’Avellino al Taranto ha confermato i segnali di crescita della formazione allenata da Eziolino Capuano, già sbloccatasi in casa, sette giorni prima, ai danni della Virtus Francavilla. Un risultato che stava stretto allo stesso tecnico campano. I tre goal fatti nelle ultime due partite sono un miracolo, potremmo considerare, per una formazione che era andata a rete una sola volta nelle precedenti 13 giornate! Peccato si siano prese anche due reti dalla squadra campana. “Goal che fanno girare le scatole”, ha dichiarato l’estremo difensore ionico Gianmarco Vannucchi.

Il dopo Avellino, una prestazione da replicare

La trasferta di Crotone, in programma nella domenica delle Palme, appare proibitiva, almeno sulla carta. Ma se i rossoblu giocano come hanno fatto contro l’Avellino, fare il colpaccio, o almeno strappare un punto, non è un’impresa irrealizzabile. D’altro canto proprio il 2 aprile il Crotone celebrerà il centenario della nascita. E davanti ai suoi tifosi, la seconda forza del girone vorrà onorare al meglio una ricorrenza così importante.

Il campionato

L’obiettivo della salvezza appare alla portata del Taranto. Mancano quattro giornate alla fine del campionato, ed è di 5 punti la distanza dei rossoblu dalla zona playout. Il prossimo impegno casalingo sarà alla vigilia di Pasqua contro il Pescara – l’orario è stato anticipato dalle 20.30 alle 14.30. Guardando alle altre pugliesi, chi non se la passa tanto bene è il Foggia che, con ambizioni diverse da quelle degli ionici, ha scelto il nuovo allenatore: Delio Rossi. Il tecnico che ha fatto vincere la Coppa Italia alla Lazio, farà ritorno in Puglia, domani, nella città dove ha già allenato. Auguriamo al club rosanero di centrare l’obiettivo prefissato. Perché al netto dei campanilismi, delle antiche rivalità, la crescita di livello delle realtà calcistiche pugliesi (il Bari, con un pubblico straordinario, è lanciato verso la serie A) giova alla regione intera e al Sud Italia.

Taranto-Avellino, photogallery by Giuseppe Leva

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Emergenze ambientali

Legambiente: Proroga Aia all’ex Ilva? Una vergogna, l’ennesimo schiaffo in faccia a Taranto

29 Mar 2023

“L’ipotizzata, ennesima proroga del termine per l’ultimazione degli interventi previsti dall’Aia per l’ ex Ilva di Taranto è una vergogna,  l’ennesimo schiaffo in faccia alla città” – dichiara Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – “Ricordiamo che si tratta di un’Aia varata nell’ottobre 2012, quindi oltre 10 anni fa,  che è stata oggetto di ritardi continui e relative proroghe che ogni volta allontanavano nel tempo interventi indispensabili per la tutela della salute di cittadini e lavoratori e per l’ambiente.

Leo Coriacee e Lunetta Franco – foto Legambiente

È inconcepibile che Acciaierie d’Italia possa prospettare oggi, senza conseguenze, la necessità di ulteriori slittamenti, non di giorni, ma di diversi mesi e, spesso, anni, per una miriade di interventi, dagli impianti di raccolta delle acque meteoriche dell’area a caldo a quelli degli sporgenti marittimi, da impianti di captazione ed abbattimento fumi alle componenti elettriche di vecchia generazione disseminate nello stabilimento, per finire con gli impianti la cui bonifica verrà effettuata a fine vita, o alla loro fermata. Il ministro dell’Ambiente intervenga per imporre il rispetto delle scadenze previste, rigettando al mittente le richieste di proroga.
Sicuramente su questi ritardi e sulla inesistenza, allo stato attuale, di un piano industriale che ufficializzi cronoprogrammi dettagliati e impegni certi di investimento relativi alla decarbonizzazione pesa l’incertezza sull’assetto societario lasciato in un limbo da troppo tempo per non determinare conseguenze disastrose come l’ennesima, paventata proroga del termine dell’Aia. Ricordiamo a chi se ne fosse dimenticato che, peraltro, l’attuale Aia  è dal 2019 oggetto di un riesame di cui si sono perse le tracce. È evidente che finché il nodo degli assetti societari non sarà sciolto definitivamente ritardi e inadempienze sono destinati a ripetersi anche in merito alla indispensabile decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto. E anche questo è inaccettabile.
Nel mondo “normale” i manager che non raggiungono gli obiettivi prefissati sono costretti a lasciare, a Taranto come abbiamo detto in altre occasioni siamo forse nella libera repubblica delle banane”.

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Teatro

Al TaTà, domenica 2 aprile, “Il più furbo. Disavventure di un incorreggibile lupo”

Per il cartellone “favole&TAmburi”, rassegna di teatro ragazzi, alle ore 18 all’auditorium in via Deledda ai Tamburi

29 Mar 2023

«Io sono il più forte, il più bello e il più furbo». Per il cartellone “favole&TAmburi”, rassegna di teatro ragazzi, domenica 2 aprile, alle ore 18 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Il più furbo. Disavventure di un incorreggibile lupo”, dall’opera di Mario Ramos, con Andrea Coppone, regia e scene Fabrizio Montecchi, sagome Nicoletta Garioni e Federica Ferrari (dai disegni di Mario Ramos), produzione Teatro Gioco Vita. Durata 50’. Biglietto 7 euro. Info e prenotazioni al numero 366.3473430 attivo anche WhatsApp.

Nel folto del bosco, un grande e cattivo lupo affamato incontra la piccola Cappuccetto rosso e subito elabora (dopotutto lui è il più furbo) un diabolico piano per mangiarsela, e, senza esitazioni, corre alla casa della nonna… Sembra l’inizio della favola che tutti conosciamo, almeno finché il lupo (che si crede davvero il più furbo) non infila la rosa camicia da notte della nonna con tanto di cuffietta d’ordinanza ed esce di casa, rimanendo chiuso fuori. Così conciato, e in attesa di elaborare un nuovo, geniale piano, al lupo (che ancora si crede il più furbo) non rimane che nascondersi nel bosco, un luogo però molto frequentato, soprattutto dai personaggi delle fiabe.

Tratto dai libri “Le plus malin” (2011), “C’est moi le plus beau” (2006) e “C’est moi le plus fort” (2001) di Mario Ramos, acclamato autore di album illustrati per i piccoli, pubblicati da L’école des loisirs, casa editrice parigina pioniera nel campo della letteratura per l’infanzia, lo spettacolo “Il più furbo” (consigliato dai 3 anni) è un concentrato di leggerezza e d’ironia che fa ridere e pensare. Il lupo di questa storia suscita simpatia perché, a fronte della sua declamata presunzione “io sono il più forte, il più bello e il più furbo”, si dimostra sgraziato e goffo. Ridere di lui, in cui tutti ci possiamo riconoscere, è ridere di noi, e questo ci fa sentire più umani.

In scena un solo attore/danzatore. Grazie al repertorio di tecniche d’ombra proprie di Teatro Gioco Vita e alla danza ci conduce dentro un mondo sorprendente, dove la dimensione favolistica e quella realistica s’incontrano, producendo quell’effetto comico e grottesco proprio della storia raccontata. Le figure in ombra, essenziali ma cariche di espressività e humor, e il linguaggio, diretto e scanzonato, contribuiscono a rafforzare i temi che la storia, senza moralismi, ci propone.

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Salute

Salute mentale di bambini e adolescenti: Gaslini (Genova): “Rispetto al periodo pre-Covid, quadruplicati i ricoveri per disturbi psichiatrici acuti”

foto Sir
29 Mar 2023

L’ospedale pediatrico Giannina Gaslini di Genova lancia un allarme per la salute mentale dei bambini e degli adolescenti. “Rispetto al periodo pre-Covid è quadruplicato il numero di ricoveri per disturbi psichiatrici acuti presso la Neuropsichiatria dell’Ospedale”, riferisce una nota stampa diffusa oggi al termine dell’incontro, organizzato dalla Cei, dal titolo “Salute mentale dei bambini e adolescenti: nuove emergenze”. Nell’aula magna dell’ospedale pediatrico genovese sono intervenuti diversi esperti alla presenza di mons. Marco Tasca, arcivescovo di Genova e presidente della Fondazione Gerolamo Gaslini. I dati dell’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico genovese mostrano “un drammatico incremento, fino a quasi quattro volte rispetto al periodo pre-Covid, del numero di ricoveri per disturbi psichiatrici acuti, passati dai 72 casi del 2019 ai 270 del 2022”. Inoltre, “la prevalenza di ricoveri di soggetti di sesso femminile è aumentata progressivamente dal 2019 al 2021, stabilizzandosi nel 2022 sul 70-75% dei casi totali, coerente con i dati nazionali”. “Bambini, preadolescenti ed adolescenti – informa ancora il Gaslini – seppure inizialmente al riparo da tante preoccupazioni di tipo sanitario, sono stati quelli che più ne hanno fatto le spese dal punto di vista del benessere psicofisico”. Infatti, “la chiusura prolungata dei luoghi di incontro (scuola, attività ricreative extra scolastiche, riunioni di famiglia, viaggi), l’impossibilità di crescere in un ambiente emotivamente ricco quando mancava un contesto sufficientemente buono (ossia nei contesti famigliari disfunzionali, fossero essi iperprotettivi, conflittuali o affettivamente vuoti – i più pericolosi), la discontinuità delle riaperture delle pubbliche istituzioni ed  anche la discriminazione tra pari rispetto al binomio vaccini/contagi hanno creato fratture scomposte anche tra gli insospettabili”. Infine, gli esperti del Gaslini hanno menzionato anche “il veloce passo della tecnologia e dell’utilizzo di internet come mezzo di comunicazione che hanno traghettato inesorabilmente verso una cultura dell’apparenza, dove i preadolescenti e gli adolescenti non hanno più necessità di contrattare con l’adulto ma di apparire ed imitare i pari in questo gioco di costruzione di false identità e di assenza di scoperta di se stessi”.

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Drammi umanitari

Corridoi umanitari: in arrivo 58 rifugiati siriani dal Libano e 15 richiedenti asilo dai campi della Grecia

29 Mar 2023

Arriveranno giovedì 30 marzo a Fiumicino, con un volo proveniente da Beirut, 58 rifugiati siriani che hanno vissuto a lungo nei campi profughi del Libano o in alloggi precari nella periferia di Beirut. Si tratta di nuclei familiari che negli ultimi mesi hanno sofferto un pesante peggioramento delle loro condizioni di vita per la grave crisi politica, economica e sociale che attraversa il Paese. Tra di loro 24 minori che, a causa della situazione delle famiglie, non potevano frequentare la scuola, e alcuni che hanno bisogno di cure mediche urgenti. Il loro ingresso in Italia è reso possibile grazie ai corridoi umanitari promossi da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in accordo coi ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dal febbraio 2016 hanno portato in salvo nel nostro Paese, solo dal Libano, 2.486 persone. Complessivamente in Europa con i corridoi umanitari sono giunti oltre 6mila rifugiati.
“Le storie di chi è già arrivato dimostrano che è possibile non solo salvare chi rischia di cadere nelle mani dei trafficanti di uomini, ma anche avviare percorsi di integrazione”, commenta Sant’Egidio: “In un tempo in cui salvare vite umane appare sempre più urgente, come ricordato anche da papa Francesco nella recente udienza ai rifugiati arrivati grazie ai corridoi umanitari, il modello avviato da Sant’Egidio e Chiese protestanti, poi replicato anche con altre associazioni, ha visto invece crescere la solidarietà, grazie alla generosità di tanti italiani – alcuni dei quali hanno anche offerto le loro case per l’ospitalità – e al loro impegno volontario e gratuito”. I nuclei familiari in arrivo saranno accolti in diverse regioni italiane e avviati ad un percorso di integrazione: per i minori attraverso l’immediata iscrizione a scuola, per gli adulti con l’apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l’inserimento nel mondo del lavoro.
Nella stessa giornata arriveranno anche 15 richiedenti asilo dai campi della Grecia, nuclei familiari numerosi e singoli, alcuni in gravi condizione di salute, provenienti da Iraq, Somalia e Congo. Con questo arrivo si completa la quota fissata nel protocollo di intesa tra Sant’Egidio e il governo italiano, che ha consentito l’arrivo con i corridoi umanitari a 300 persone, a cui si aggiungono 70 persone portate in salvo a seguito dei viaggi di papa Francesco a Lesbo.
Interverranno Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marta Bernardini, coordinatrice del programma migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche, Manuela Vinay, a nome della Tavola Valdese, insieme a rappresentanti dei ministeri dell’Interno e degli Esteri.

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Diritti umani

Diritti umani, Amnesty: “Ipocrisia degli Stati, doppi standard, repressione delle proteste. Il sistema internazionale è allo sbando”

È stato reso noto oggi, martedì 28 marzo, in tutto il mondo il Rapporto 2022-2023 di Amnesty international, che offre in 575 pagine una panoramica globale, Paese per Paese, della situazione dei diritti umani nel mondo

foto Ansa/Sir
28 Mar 2023

di Patrizia Caiffa

“L’ipocrisia degli Stati occidentali”, i “doppi standard” nelle risposte ai conflitti e alle crisi umanitarie, all’accoglienza dei profughi e alle violazioni dei diritti umani hanno rilevato un sistema internazionale “inadeguato a gestire le crisi globali”, alimentando impunità e instabilità. In più sta aumentando nel mondo la repressione delle proteste pacifiche: in 87 Stati (56%) ci sono state proteste di massa per l’aumento dei prezzi e i tagli alla spesa pubblica. In 80 Paesi su 156, il 54%, c’è stato un uso illegale della forza nei confronti dei manifestanti pacifici e in almeno 94 Stati (60%) maltrattamenti in molti casi equivalenti a torture. In 29 Stati sono state emesse nuove norme per limitare le proteste. In Italia il 2022 è stato l’anno delle “occasioni perse” che hanno impedito di avanzare nel rispetto dei diritti umani. È quanto emerge dal  “Rapporto 2022-2023. La situazione dei diritti umani nel mondo”, presentato ieri a Roma e diffuso oggi in tutto il mondo da Amnesty international (Infinito Edizioni). Guerra, protesta e patriarcato sono le tre parole chiave che riassumono, in sintesi, i temi centrali che hanno caratterizzato lo scorso anno.

I vergognosi doppi standard

“I vergognosi doppi standard spianano la strada a ulteriori violazioni dei diritti umani” La guerra in Ucraina, a cui Amnesty ha dedicato 17 report, ha particolarmente messo in luce questo “doppio standard” dei governi occidentali. La risposta è stata rapida: gli Stati occidentali hanno imposto sanzioni economiche a Mosca e inviato assistenza militare a Kyiv, la Corte penale internazionale ha avviato un’indagine sui crimini di guerra in Ucraina e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha condannato l’invasione russa come atto di aggressione. “Quello che l’Occidente  è stato capace di fare nei confronti dell’aggressione russa e nei confronti della popolazione con grande fermezza e unità di intenti – ha fatto notare Emanuele Russo, presidente di Amnesty international Italia – non l’abbiamo mai visto in altri contesti”. Gli Stati dell’Unione europea, ad esempio, hanno aperto le frontiere alle persone in fuga dall’Ucraina dimostrando di essere in grado di ricevere grandi numeri di persone in cerca di salvezza e di dar loro l’accesso alla salute, all’educazione e all’alloggio: “Al contrario, molti di quegli Stati hanno chiuso le porte a chi fuggiva dalla guerra e dalla repressione in Siria, Afghanistan e Libia”.
Per non parlare “dell’assordante silenzio” sulla situazione dei diritti umani in Arabia Saudita, la mancanza d’azione rispetto all’Egitto o alla Cina, lasciati liberi di agire, il “rifiuto di contrastare il sistema di apartheid israeliano nei confronti dei palestinesi”: in Cisgiordania il 2022 è stato “uno degli anni più mortali” con 151 palestinesi uccisi, tra cui decine di minorenni. Senza contare “il fallimento delle istituzioni regionali e internazionali, favorito dagli interessi egoisti degli Stati membri, di fronte alle migliaia di uccisioni in Etiopia, Myanmar e Yemen”, segnala il rapporto. Gli Usa, ad esempio, hanno condannato le violazioni dei diritti umani russe in Ucraina e hanno accolto decine di migliaia di ucraini in fuga dalla guerra; “ma le loro politiche e prassi razziste contro i neri hanno causato l’espulsione, tra il settembre 2021 e il maggio 2022, di oltre 25.000 persone fuggite da Haiti, sottoponendo molte di esse a torture e ad altri maltrattamenti”, rileva il rapporto. A distanza di 75 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani oggi “stiamo assistendo alla messa in ombra di quei valori – ha rincarato Russo -, con prese di decisione sempre più autocratiche e un sistema internazionale allo sbando”.

Il diritto di manifestare esiste ancora?

“Si vuole annullare il diritto di manifestare”: ha denunciato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia. In 29 Stati sono state infatti emesse nuove norme per limitare le proteste, che si aggiungono ai 67 Paesi del 2021. Sono stati arrestati manifestanti in almeno 79 Stati (51%), ci sono state uccisioni illegali in almeno 33 Stati (21%) e usate armi legali durante le proteste in almeno 35 Stati (22%).  Pari preoccupazione c’è per l’uso di armi meno letali in 67 Stati (43%): “armi meno letali è una espressione ingannevole perché l’uso improprio o illegale le rende letali”, ha precisato Noury. A questo proposito Amnesty ha lanciato una campagna per l’adozione di un Trattato che vieti la produzione e il commercio di equipaggiamenti per le forze di sicurezza intrinsecamente atti a commettere violazioni dei diritti umani.

Tra le situazioni più eclatanti il rapporto ricorda la feroce risposta delle autorità dell’Iran alle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, con molte altre donne e ragazze arrestate, ferite e uccise. Anche le forze di sicurezza del Perú, a dicembre, hanno usato la forza illegale in particolare contro nativi e contadini, per stroncare le proteste seguite alla crisi politica scaturita dalla deposizione dell’ex presidente Castillo. Giornalisti, difensori dei diritti umani e oppositori politici hanno subito repressione in vari Stati, tra cui Zimbabwe, Mozambico, Afghanistan, Etiopia, Myanmar, Russia, Bielorussia. In Australia, India, Indonesia le autorità hanno introdotto nuove leggi per limitare le manifestazioni mentre lo Sri Lanka ha fatto ricorso ai poteri dello stato d’emergenza per stroncare le proteste di massa contro la crisi economica. Perfino nel Regno Unito sono state introdotte nuove leggi anti-manifestazioni, dando alle forze di polizia poteri molto ampi, compreso quello di vietare “proteste rumorose”. La tecnologia è stata utilizzata come arma per diffondere disinformazione o per ridurre al silenzio o impedire le proteste.

Un mondo ancora dominato dal patriarcato

A pagare un prezzo altissimo sono le donne, le ragazze e le comunità Lgbtq. Dal rapporto emerge “una fotografia del mondo ancora diffusamente patriarcale”, ha constatato Ilaria Masinara, direttrice delle campagne di Amnesty Italia: “La guerra è patriarcale, la repressione della protesta è patriarcale. Gli Stati hanno paura del cambiamento”. In Afghanistan, a seguito di una serie di editti emessi dai talebani, c’è stato un grave arretramento dei diritti delle donne e delle ragazze all’autonomia personale, all’istruzione, al lavoro e all’accesso agli spazi pubblici. Le donne native, anche negli Usa, hanno continuato a subire, in modo sproporzionato, alti livelli di stupro e di altre forme di violenza sessuale. In Pakistan ci sono stati diversi omicidi di donne da parte dei familiari ma il parlamento non ha approvato la legge sulla violenza domestica di cui stava discutendo dal 2021. In India sono rimasti impuniti casi di violenza contro le donne dalit e adivasi e crimini di odio contro le caste.

Il 2022 dell’Italia è stato invece “l’anno delle occasioni perse”, ha spiegato Ileana Bello, direttrice di Amnesty Italia. Persa l’occasione per l’approvazione della legge sulla cittadinanza dei minori figli di stranieri, sull’uso del termine “consenso” nella legge sullo stupro, e non è stata ancora creata una Autorità nazionale di protezione e tutela dei diritti umani, unico Paese in Europa a non averla insieme a Malta. Inoltre nel 2022 “si è continuato ad inasprire le leggi contro le Ong, impedendo più salvataggi dei migranti, obbligando le navi a sbarcare in porti lontani e criminalizzando la solidarietà”. “Ci vuole tanto tempo per fare dei passi in avanti nei diritti – ha concluso Bello – ma basta poco per tornare indietro. L’introduzione del reato di tortura, ad esempio, può essere messa in discussione in un giorno solo”.

 

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Fede & cultura

È sold-out La Passione del Signore, secondo appuntamento de “Nel cuore dei tre giorni”

Tre pièce teatrali e catechesi interattive sulla passione, morte e risurrezione del Signore con i giovani di Taranto vecchia; i testi e la regia di don Emanuele Ferro e la partecipazione straordinaria di Giovanni Guarino

28 Mar 2023

È sold-out La Passione del Signore, secondo appuntamento – previsto per domani mercoledì 29 marzo – de Nel cuore dei tre giorni, trilogia di tre pièce teatrali e catechesi interattive sulla passione, morte e risurrezione del Signore a cura della basilica Cattedrale di San Cataldo, con i giovani di Taranto vecchia, i testi e la regia di don Emanuele Ferro e la partecipazione straordinaria di Giovanni Guarino. L’iniziativa rientra nella programmazione del Mysterium festival 2023

Andrà in scena invece sulla banchina di piazzale Democrate, sabato 15 aprile alle ore 19,

La pesca miracolosa. È il signore!
L’epilogo del Vangelo di San Giovanni del capitolo 21. Le rive del Mar Piccolo prestate all’ambientazione del Lago di Tiberiade.   Il Risorto si manifesta ai pochi apostoli che tornano tristemente a pescare. Sulla spiaggia il Maestro è disposto a ricominciare l’avventura manifestando la sua presenza con un segno inconfondibile, la pesca miracolosa. Poi un fuoco di brace, la passeggiata con il primo degli apostoli e il perdono a Pietro. Il racconto si conclude con un gesto di comunione, la colazione, frutto del “miracolo”, a tutti gli spettatori.

 

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Festival

eYeLAND – l’isola delle arti

28 Mar 2023

Taranto diventa “isola delle arti” dal 2 giugno al 31 luglio 2023. Un arco temporale definito per un progetto di più lunga durata, eYeLAND si propone come un laboratorio di racconto dalla forte componente sociale, che vuole accompagnare e raccontare la rinascita di Taranto attraverso il coinvolgimento di chi abita nella Città vecchia, declinando l’arte in tutte le sue forme.

eYeLAND – l’isola delle arti è promossa e organizzata da PhEST, associazione culturale che da otto anni organizza il Festival internazionale di fotografia e arte a Monopoli, in collaborazione con il Comune di Taranto, ha la direzione artistica di Giovanni Troilo, la curatela fotografica di Arianna Rinaldo e Rica Cerbarano, la curatela per l’arte contemporanea di Roberto Lacarbonara.

eYeLAND sarà dunque l’isola delle arti, una manifestazione che già dal nome allude da un lato a una terra in cui l’occhio – eye – diventa protagonista e richiama la forte vocazione per le arti visive che si intende esplorare, ma anche – per assonanza – alla parola inglese Island – Isola, ovvero la Città vecchia di Taranto, racchiusa tra due mari, il Mar Grande e il Mar Piccolo, e battezzata in città anche l’Isola.

Dalle opere di street art, ai progetti fotografici e di design, dai suoni raccolti dalla strada e trasformati in musica alla poesia, all’arte contemporanea e al teatro. Molti artisti esporranno le loro opere a Taranto e ci saranno anche le residenze d’artista, artisti di fama nazionale e internazionale che, su invito degli organizzatori e dell’amministrazione comunale, hanno scelto e sceglieranno il capoluogo jonico come dimora temporanea per i prossimi mesi, per dare vita a progetti d’arte declinata in ogni sua espressione con il coinvolgimento degli abitanti.

Tra i primi artisti che hanno scelto il capoluogo jonico come musa ispiratrice c’è Samuel Gregg, fotografo ritrattista e documentarista londinese. Gregg sarà in residenza artistica nella Città vecchia per un intero mese, già a partire dal 24 aprile, per raccontare attraverso i suoi scatti gli abitanti di Taranto vecchia oltre che per lavorare attraverso un workshop a diretto contatto con i ragazzi della città. L’esito della sua residenza sarà esposto in mostra con un allestimento site specific tra le vie del centro storico. Una sezione della mostra sarà dedicata alle foto scattate dai ragazzi, risultato del lungo workshop con l’artista londinese. Suo un vasto corpo di lavoro, durato diversi anni, che ha svelato Napoli nella sua quotidianità, trasformando soggetti, volti, dettagli di persone e della città, in opere d’arte.

Il racconto di Taranto con Eyeland partirà dunque da queste visioni, ma anche da eventi outdoor, palazzi, strade e impalcature trasformati in spazi espositivi, da workshop, attività laboratoriali tra le più disparate, e da forme di poesia metropolitane che lasceranno il segno. Ed è per questo che l’iniziativa gode del sostegno di numerosi partner istituzionali e non.

Il progetto EyeLAND – L’isola delle arti è realizzato con il sostegno del Comune di Taranto attraverso il Piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto. Partner: Università degli Studi di Bari Aldo Moro e Programma Sviluppo.

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Drammi umanitari

Migrazioni: ancora morti nel Mediterraneo, ma l’Europa naviga a vista

Il fenomeno migratorio, sempre in prima pagina tra naufragi, nuove vittime e rimpalli di responsabilità, non trova una reale soluzione su scala comunitaria

foto Ansa/Sir
28 Mar 2023

di Irene Giuntella

Ancora una volta la questione migratoria sembrerebbe rimossa dalle priorità dei leader europei. Tutto tace sui ricollocamenti e il superamento del regolamento di Dublino con il nuovo Patto per la migrazione. Durante l’ultimo summit la ricerca di politiche di solidarietà e di condivisione di responsabilità nell’affrontare i flussi migratori sono state tra le grandi assenti alla riunione.

Silenzi e proposte

Un’assenza che, però, si fa sentire tra gli sbarchi e le tragedie che continuano a verificarsi nelle ultime settimane e nelle ultime ore, soprattutto sulle coste italiane. Eppure anche dall’Italia sembrano non arrivare proposte concrete. Tra conversazioni non ufficiali e silenzi, spuntano proposte di Francia e Germania per il rispolvero dell’operazione Sophia con navi militari europee per sorvegliare le rotte via mare tra Africa e Italia, contenere il traffico di migranti e intervenire con operazioni di salvataggio. La Germania avrebbe ricordato all’Italia che tutte le procedure riguardanti i flussi migratori dovrebbero essere condivise a livello europeo e non solo gli sbarchi o le redistribuzioni. Mentre, l’Italia negli incontri tra i leader a margine del summit avrebbe chiesto ai leader Ue di sostenere l’economia della Tunisia per cercare di contenere i flussi migratori.

Il “fronte” tunisino

Per l’Italia c’è il rischio che questa situazione scateni “un flusso di migranti senza precedenti”, secondo quanto ha riferito ai media la premier Giorgia Meloni in occasione del summit della scorsa settimana. Gli ultimi sbarchi sulle coste italiane registrati dalle autorità provengono dalla Tunisia. Cosa che sarebbe confermata anche da un rapporto reso pubblico dai servizi segreti italiani, nel quale si sostiene che metà dei flussi di migranti nel 2023 partirà dalla Tunisia. Anche il governo francese avrebbe espresso preoccupazione per la situazione economica della Tunisia. Tali flussi migratori stanno, quindi, mobilitando i leader Ue per stabilizzare il Paese. Il commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni, è in missione a Tunisi proprio in questi giorni per esplorare possibili sostegni finanziari al Paese africano.

Le parole di Gentiloni

Al sito di informazione europea Politico.Eu Paolo Gentiloni ha dichiarato: “L’Ue ha bisogno di una Tunisia stabile e prospera, ed è per questo che siamo pronti a prendere in considerazione un’ulteriore assistenza macrofinanziaria se saranno soddisfatte le condizioni necessarie. Questo significa non solo avere un nuovo programma del Fondo monetario internazionale attivo e funzionante, ma anche mantenere il rispetto dei diritti umani e dei valori democratici condivisi”. Nel frattempo, il governo italiano starebbe spingendo l’Fmi ad adottare un pacchetto di 1,9 miliardi di dollari per la Tunisia. Su questi fondi era già stato raggiunto un accordo con il Fmi a settembre, ma al momento è tutto bloccato perché non sono state realizzate le riforme da parte del governo tunisino che erano state promesse. Intanto, ad aprile anche la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, dovrebbe recarsi a Tunisi e presto dovrebbe concretizzarsi una missione congiunta dei ministri degli Esteri italiano e francese.

Il problema-Libia

Restano ancora difficili le relazioni con altri Paesi extra Ue sulle rotte dei migranti per contenere i flussi. Ci si interroga costantemente sui rapporti tra l’Ue e la Libia, considerato un Paese non sicuro per i rimpatri dei migranti e totalmente instabile politicamente. Lo scorso weekend, Sea Watch ha documentato un nuovo attacco a una nave Ocean Viking, che cercava di soccorrere un gommone con 80 persone a bordo, da parte della Guardia costiera libica. Un portavoce della Commissione Ue durante il briefing quotidiano con i media a Bruxelles ieri ha ribadito: “L’Ue non finanzia le guardie costiere in Libia, forniamo loro strumenti o training per migliorare i soccorsi. Il nostro focus è sui diritti umani e salvare le vite, il contesto non è facile”. L’obiettivo dell’Ue è “sostenere i libici a migliorare le operazioni di ricerca e soccorso”, ha aggiunto. Il portavoce ha sottolineato che l’Esecutivo Ue non intende commentare l’incidente specifico e che “chiederà chiarimenti” alle autorità libiche “su quanto successo e perché è avvenuto”.

Mancano veri risultati

Nelle ultime ore si è registrata un’altra tragedia, almeno 29 migranti sono morti a causa di due imbarcazioni affondate al largo della Tunisia mentre cercavano di raggiungere l’Italia. La Commissione Ue ancora una volta “deplora il naufragio” e afferma attraverso un portavoce: “Siamo in contatto con le autorità italiane per dettagli”. Mentre si continuano a verificare perdite di vite in mare, i leader Ue sembrano dunque continuare a navigare a vista, senza ancora tracciare una rotta per rendere le politiche migratorie più efficaci, solidali e condivise nelle responsabilità.

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