Fede & cultura

Mercoledì 29, ‘La Passione del Signore’, seconda pièce teatrale di Nel cuore dei tre giorni

Tre pièce teatrali e catechesi interattive sulla passione, morte e risurrezione del Signore con i giovani di Taranto vecchia; i testi e la regia di don Emanuele Ferro e la partecipazione straordinaria di Giovanni Guarino

28 Mar 2023

Nel cuore dei tre giorni è una trilogia di tre pièce teatrali e catechesi interattive sulla passione, morte e risurrezione del Signore a cura della basilica Cattedrale di San Cataldo, con i giovani di Taranto vecchia, i testi e la regia di don Emanuele Ferro e la partecipazione straordinaria di Giovanni Guarino. L’iniziativa rientra nella programmazione del Mysterium festival 2023

 

La Cena del Signore

è andata in scena giovedì 23 marzo, nella Cattedrale di san Cataldo

Sentimenti, atmosfere, cornici, tradizioni e tentativi di ricostruzioni, negli affetti della fede, di quel momento in cui Gesù Cristo con un sacrificio incruento ed estremo diede ai suoi il suo Corpo e il suo Sangue.
Dono maturato nell’offerta totale al Padre e agli uomini e tramite la ferita del tradimento di Giuda.
Trenta giovani della città vecchia metteranno in scena la cena, coinvolgendo gli spettatori attraverso narrazioni, musiche, segni e sapori della Cena.
Ai partecipanti saranno offerte le azzime in ricordo della meditazione-rappresentazione.

La Passione Del Signore

andrà in scena domani, mercoledì 29 marzo, nella Cattedrale di san Cataldo con i seguenti orari

19.30.  Primo spettacolo

21.00   Secondo spettacolo

 

Il quinto racconto della passione: La Sindone

I passaggi salienti della passione di Cristo impressi sulla reliquia più affascinante, venerata e controversa della Chiesa: la Sacra Sindone. Aiutati dalle immagini in retroproiezione su uno schermo di velo prenderanno formagli scherni a Gesù il Nazareno e il suo viaggio verso il calvario. Di tanto in tanto il velo si squarciarà per far spazio alla

visione delle ultime ore del Messia plasticamente riprodotti in scene statiche ed in movimento dai ragazzi di Taranto vecchia. Entrati nel dramma della morte violenta del Cristo, i giovani introdurranno alla “fondazione” della speranza fino ad ostendere il velo, traccia dell’assente ma non scomparso Cristo, il Risorto, che gli spettatori potranno accarezzare.

La pesca miracolosa. È il signore!

andrà in scena sabato 15 aprile alle ore 19 sulla banchina di piazzale Democrate

L’epilogo del Vangelo di San Giovanni del capitolo 21. Le rive del Mar Piccolo prestate all’ambientazione del Lago di Tiberiade.   Il Risorto si manifesta ai pochi apostoli che tornano tristemente a pescare. Sulla spiaggia il Maestro è disposto a ricominciare l’avventura manifestando la sua presenza con un segno inconfondibile, la pesca miracolosa. Poi un fuoco di brace, la passeggiata con il primo degli apostoli e il perdono a Pietro. Il racconto si conclude con un gesto di comunione, la colazione, frutto del “miracolo”, a tutti gli spettatori.

 

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Diocesi

Il convegno organizzato dall’Ufficio diocesano del “Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili

foto G. Leva
28 Mar 2023

di Cristian Catacchio *

Nella “Lettera al popolo di Dio” del 20 agosto 2018, papa Francesco scriveva: «Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme» (1 Cor 12,26). Queste parole di San Paolo risuonano con forza nel mio cuore constatando ancora una volta la sofferenza vissuta da molti minori a causa di abusi sessuali, di potere e di coscienza commessi da un numero notevole di chierici e persone consacrate. Un crimine che genera profonde ferite di dolore e di impotenza, anzitutto nelle vittime, ma anche nei loro familiari e nell’intera comunità, siano credenti o non credenti. Il dolore delle vittime e delle loro famiglie è anche il nostro dolore, perciò urge ribadire ancora una volta il nostro impegno per garantire la protezione dei minori e degli adulti in situazione di vulnerabilità”.

Don Cristian Catacchio – foto G. Leva

Nella lotta contro la dilagante piaga dell’abuso, sempre più diffusa nella società, è particolarmente impegnata tutta la Chiesa sin da quando i sommi pontifici Benedetto XVI e Francesco hanno ingaggiato una fortissima lotta con la pubblicazione di numerosi documenti che, oltre a indicare la gravità del fenomeno, hanno fortemente dato le linee per affrontare questo male che offende gravemente l’umanità e la coscienza di ogni uomo.
Il convegno diocesano, organizzato dall’Ufficio diocesano del “Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili” che si è svolto lo scorso 22 marzo   presso la parrocchia Madonna della Fiducia, dal titolo Dall’Ascolto dei feriti alla dinamica dell’abuso, si è proposto di rispondere ai seguenti interrogativi molto importanti: “Qual è la dinamica intrinseca dell’abuso?”; “Perché avviene l’abuso sui minori e sulle persone vulnerabili?”; “Quali sono le ferite che danneggiano gravemente la vittima dell’abuso?”. L’abuso accade sempre all’interno di una relazione asimmetrica tra un adulto e un minore o una persona vulnerabile per struttura psicologica o per una situazione di debolezza e fragilità legata ad un momento della sua vita. Appartiene ad un processo di corruzione e trasformazione dell’autorità legittima in una dinamica perversa di potere, supremazia, dominio, di possesso nei confronti di una o più persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità esistenziale e di dipendenza. Ogni abuso avviene sempre all’interno di una relazione di fiducia che si è consolidata nel tempo. Rappresenta la terribile rottura di una relazione in cui una persona si è affidata, progressivamente consegnata e raccontata. Il crimine dell’abuso non accade mai a caso, non è uno stupro improvviso, ma il frutto di una precisa forma di adescamento. Viene da lontano ed è preparato e preceduto da un insieme di atti e di scelte che l’abusante mette in atto nella propria vita, per condizionare, influenzare, controllare e rendere sempre più indifesa la vittima prescelta. Ciò che favorisce e alimenta il movente dell’abuso è il potere che una persona esercita su un’altra sino ad arrivare a schiacciare e umiliare la sua dignità riducendola ad un oggetto di cui potersi servire per gratificare i propri bisogni.
Hanno relazionato all’incontro don Cristian Catacchio, referente diocesano del servizio  “Tutela dei minori e persone vulnerabili”;  la dott.ssa Angela Valeria Vernaglione, psicologa psicoterapeuta laureata all’università La Sapienza di Roma e specializzata in psicologia clinica all’Università di Bari del dipartimento di salute mentale al servizio di Psicologia clinica come specialista ambulatoriale in psicoterapia dell’area evolutiva adolescenziale e  Centro specialistico per la diagnosi e cura del trauma interpersonale dell’Asl di Taranto e dirigente psicologo dedicato agli ascolti protetti di minori (polizia di Stato e procura per i minori); Giuseppe Orlando, vice ispettore della polizia postale e Domenico Visconti, assistente capo coordinatore della polizia postale. Le conclusioni sono state affidate all’arcivescovo mons. Filippo Santoro che ha evidenziato l’attenzione della diocesi di Taranto verso tale piaga.

 

* referente diocesano del servizio  “Tutela dei minori e persone vulnerabili”

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Sport

Annapia Molino, classe e sfrontatezza: “Voglio la serie A, oltre alla promozione”

foto G. Leva
27 Mar 2023

di Paolo Arrivo

Il basket non è per i fragili di cuore. Soprattutto quando vinci una partita che sembrava persa, grazie a un canestro messo a segno all’ultimo secondo. Come ha fatto la Nuovi Orizzonti. Che sconfiggendo la Pink Bari con il risultato di 56-54, nel terzo round della semifinale playoff, ha strappato il pass per la finale, utile alla promozione. Una vittoria stupenda. Il merito è delle ragazze, naturalmente, capaci di andare oltre i loro errori in una serata non perfetta; ma anche di William Orlando, dimostratosi un grande motivatore, oltre che tecnico competente. Una delle sue scommesse è la giovanissima non ancora 17enne Annapia Molino (classe 2006). Un paio di lampi, due giocate rapide, due precisi canestri, le sono bastati per dare un saggio della sua classe e sfrontatezza: dentro il campo e a fine incontro, con questa intervista, la play del gruppo tarantino dimostra una certa lucidità e maturità delle quali alcune veterane difettano, alle volte.

Annapia Molino, commentiamo una partita incredibile, che vi ha visto sotto nel punteggio, anche in doppia cifra. Come avete fatto a raddrizzarla?

“Durante l’intervallo il coach ci ha fatto una bella strigliata. Non giocavamo al massimo del nostro potenziale: ci siamo riprese, fatte forza l’un l’altra. Questo aspetto è molto importante in una squadra. E nella ripresa lo abbiamo dimostrato”.

Magari avete sentito la pressione di una partita importante da dentro o fuori…

“Sicuramente. Abbiamo sentito la presenza e la forza del pubblico, che non volevamo deludere. La pressione è stata tantissima. Non poteva non essercene in una semifinale per la promozione. Noi sappiamo di avere le carte in regola per vincere il campionato, ad ogni modo”.

Quindi siete positivi per la finale che vi aspetta?

“Lo siamo sin dall’inizio della stagione”.

Tu hai un cognome importante, che rimanda agli anni in cui coach Nino Molino guidava il grande Cras alla conquista dei primi trofei. Quali ricordi indiretti hai di quella realtà che fece innamorare Taranto del basket femminile?

“Li ho vissuti da piccolissima. So che il mio cognome è stato spesso associato a questo grande allenatore, negli anni in cui non ero nata ancora. Che dire, spero sia di buon auspicio! So che il Cras ha dato tanto a questa città. Lo vogliamo fare anche noi”.

Quali sono le tue ambizioni personali, che la tua giovane età ti impongono?

“Il mio desiderio, condiviso dalle ragazze della mia età, credo, è giocare in serie A, un giorno. Magari accadrà. Ma per il momento rimango con i piedi per terra: penso a questo campionato, e a vincerlo. Per centrare gli obiettivi voglio migliorare sempre di più sul campo di gioco”.

Come è stata la tua stagione?

“In crescendo. All’inizio dell’anno mi ero prefissata l’obiettivo del tiro da tre, ad esempio: pian piano sto riuscendo. Questa sera ho avuto anche l’onore di esordire nel quintetto base. Un’emozione forte, tra la pressione del pubblico e quella dell’allenatore, avevo tanta ansia addosso (ma noi non ce ne siamo accorti, ndr)”.

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Confraternite

Nel Giovedì di Passione, la Liturgia Stazionale dell’arciconfraternita del Carmine

27 Mar 2023

Animata dall’arciconfraternita del Carmine e presieduta dal padre spirituale mons. Marco Gerardo, giovedì di Passione, 30 marzo alle ore 18, si svolgerà la Liturgia Stazionale, partendo dall’istituto Maria Immacolata con ingresso da corso Umberto I per dirigersi alla Chiesa del Carmine. Ci sarà la presenza dei confratelli e delle consorelle del Carmine che parteciperanno in abito di Rito, con l’intervento del complesso bandistico “G. Chimienti” città di Montemesola, diretto dal m° Lorenzo De Felice.

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Festival

Martedì 28, c’è “Chiara” al Mysterium film

27 Mar 2023

Dopo il debutto con “Le otto montagne” di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch (martedì scorso), martedì 28 marzo torna Mysterium Film con “Chiara” di Susanna Nicchiarelli, in programmazione al Cinema-teatro Orfeo di Taranto alle 20.00. Anche questo titolo è stato selezionato da Massimo Causo e Adriano Di Giorgio che introdurranno la proiezione del film. Sentimenti, emozioni, senso del sacro.

Con “Chiara”, la regista Susanna Nicchiarelli continua la sua esplorazione di storiche figure femminili poco allineate con i loro tempi e animate da una sensibilità forte e radicale, che le porta essere emblemi di un mondo in trasformazione. È partendo da queste coordinate che la regista racconta la figura di Chiara d’Assisi, il suo percorso determinato e costante accanto a Francesco e ai suoi frati, la radicalità della visione della missione caritatevole di cui si fece carico assieme alle sue sorelle. In un film limpido e coraggioso, la regista racconta, per dirlo con le sue parole, “la storia di una diciottenne che, per quanto in un contesto davvero distante dal nostro, abbandona la casa paterna, la ricchezza, la sicurezza, per combattere per un sogno di libertà”. Interpretato da una sorprendente Margherita Mazzucco con la partecipazione di Luigi Lo Cascio, Chiara è stato presentato in Concorso alla 79.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Ingresso 5euro, info dalle 17: Cinema-teatro Orfeo, via Pitagora 80 a Taranto (0994533590).

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Tracce

Le prime vittime sono sempre i bambini

(Foto UNHCR/Valerio Muscella)
27 Mar 2023

di Emanuele Carrieri

I primi martiri, le prime vittime di una guerra sono i bambini. Prima di tutti, più di tutti. Indifesi, affamati, impoveriti, feriti e uccisi. Usati come ostaggi, come scudi umani, come merce di scambio, perfino come cavie per folli sperimentazioni pseudoscientifiche. Il celebre, tristemente famoso, dottor Josef Mengele, direttore del laboratorio di sperimentazione umana del campo di sterminio di Auschwitz e meglio conosciuto come l’angelo della morte, fece scuola nei lager nazisti. In questo lungo, interminabile elenco di orrori di cui la storia è piena da che mondo è mondo, non potevano mancare i bambini soldato, addestrati, in diverse aree del mondo, a imbracciare i mitra come in un videogioco, sotto le intimidazioni, le percosse e l’effetto di droghe. Ma, mentre i centri abitati, annientati dai lanci di bombe, si possono riedificare e i paesi rinascono pian piano dalle distruzioni di un conflitto, per i piccoli innocenti, travolti da un destino che non possono capire e che non sanno neanche che cosa stia succedendo attorno a loro, sopravvivere è già un miracolo, davvero un miracolo. Nessuno può immaginare cosa resterà nelle menti di questi piccoli, allevati e cresciuti nei rifugi, scampati ai massacri e a mesi di stenti nei luoghi di combattimento. Secondo gli insegnamenti di celebri esperti di pedagogia, che hanno considerato e sperimentato come far crescere con amore i futuri uomini del mondo, si può migliorare solamente partendo dall’educazione dei bambini. Insegnando loro i valori di eguaglianza, di fratellanza, di libertà e di solidarietà, si può realizzare una serie di cambiamenti profondi e tentare di mettere al sicuro il futuro dell’umanità. Se questo, però, non lo si fa nei primi anni, fino all’adolescenza, dopo è troppo tardi e il tutto diventa più difficoltoso. Perciò, non deve stupire ed è un segno di giustizia per il rispetto dei diritti umani, la scelta della Corte penale internazionale dell’Aia che ha emesso il mandato di arresto per Putin. Il presidente russo è accusato di crimini di guerra per la deportazione forzata, in Russia, di bambini ucraini dalle aree occupate, durante quella che lui continua a chiamare “operazione militare speciale” e che il resto del mondo chiama aggressione oppure invasione. I particolari della vicenda sono stati raccontati da tutti i media del mondo che hanno pubblicato le risibili repliche dello stesso Putin e dei suoi portavoce. Per mancanza di competenza, è meglio evitare di avventurarsi sui termini giuridici e procedurali dell’incriminazione dello zar di tutte le Russie. Ma resta aperto, in ogni caso e in ogni modo, l’angoscioso interrogativo sulla sorte di questi bambini e adolescenti quando, in un futuro speriamo vicino, il conflitto cesserà. Secondo i funzionari ucraini, sono circa quindici mila i bambini deportati in Russia. I russi la chiamano “evacuazione” e affermano che il trasferimento li salva dai pericoli quotidiani della vita in una zona di guerra. Alcuni di loro non sono mai ritornati dai campi estivi a cui erano stati obbligati a partecipare, altri ancora non hanno mai fatto ritorno dopo le “cure essenziali” a cui erano stati sottoposti oltre il confine. E poi ci sono i bambini di cui non esiste più traccia. Putin non ha inventato niente, ma sta attuando un piano, di massa, di “russificazione” forzata. Fra i dittatori, la storia comprende diversi precedenti: il ratto dei neonati durante la dittatura di Jorge Rafael Videla, in Argentina, quando le prigioniere incinte venivano tenute in vita nei centri clandestini di detenzione fino al parto e dopo i neonati venivano dati a famiglie di militari fedeli mentre le madri, incriminate per essere rivoluzionarie, scomparivano nel nulla. L’obiettivo ideologico è lo stesso: allevare le generazioni del futuro nella cultura della classe al potere. In buona sostanza, non c’è alcuna differenza fra dittature di destra e quelle di sinistra, fra totalitarismi rossi e neri, fra i fondamentalisti islamici e i golpisti latinoamericani, che allevano i bambini come soldati pronti a morire per il leader di turno. Ma la storia – ciò non si può negare – manifesta anche l’altra faccia dell’essere umano, capace di enormi sacrifici e di gesti di amore per salvare i bambini dalle atrocità delle guerre. Un esempio? Nicholas Winton, bancario inglese, che dopo l’invasione nazista della Cecoslovacchia, concretizzò l’esodo di 669 bambini da Praga. La sua azione rimase ignota fino al 1988, quando la moglie trovò un album di ritagli che documentavano i salvataggi. Durante una trasmissione televisiva, in cui Nicholas era presente fra il pubblico, fu mostrato l’album e fu rivelata la sua azione. Nicholas, all’oscuro di tutto, capì e scoppiò in lacrime quando parecchie delle persone sedute in studio si alzarono: erano i bambini, oramai adulti, che aveva salvato. Rimanere umani: questa la lezione che Nicholas Winton seppe trasmettere di fronte all’annientamento. Si può solo sperare che ci sia anche un solo Nicholas Winton fra quei bambini che spariscono oltre il Donbass.

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Festival

Mysterium Festival – La Cantiga de la Serena stasera, lunedì 27 marzo, nella chiesa Santo Spirito di Taranto

27 Mar 2023

Attesa per l’ensemble di musicisti e ricercatori pugliesi. Impegno nel dialogo culturale tra Occidente e Oriente. Fabrizio Piepoli voce, chitarra battente, saz, daff; Giorgia Santoro flauto, bansuri, xiao, tin whistle, arpa celtica, setar, cimbali; Adolfo La Volpe oud, chitarra classica, tar

 

La Cantiga de la Serena, ensemble di musicisti e ricercatori pugliesi, lunedì 27 marzo alle 20.30 sarà ospite della chiesa Spirito Santo di Taranto con una delle tappe del tour “La Mar”. Spettacolo di successo collaudato e aggiornato, che rientra nel Mysterium Festival, da anni è una dedica al recupero e alla rielaborazione della musica antica e tradizionale del bacino del Mediterraneo, promuovendo il dialogo culturale tra Occidente e Oriente.

In programma dallo scorso 17 marzo fino al prossimo 9 aprile, il Mysterium Festival 2023 che si avvale della direzione artistica dei Maestri Piero Romano e Pierfranco Semeraro, è organizzato da Le Corti di Taras in collaborazione con Arcidiocesi di Taranto, Comune di Taranto, Orchestra della Magna Grecia, Chorus e ARCoPU; con il patrocinio di Ministero della Cultura e Regione Puglia e il sostegno di BCC San Marzano di San Giuseppe, Teleperformance, Varvaglione Vini, Comes, Programma Sviluppo, Caffè Ninfole, Baux Cucine e Chemipul.

“La Mar”, il tour de La Cantiga de la Serena, è una raccolta di canti appartenenti a diverse tradizioni musicali che hanno come motivo conduttore il mare, “la mar” in ladino. Un lavoro discografico che insieme ai precedenti forma una “trilogia del mare” e delinea un viaggio immaginario lungo il quale antiche cantighe sefardite (espressione della cultura degli ebrei spagnoli) si intrecciano a canti tradizionali pugliesi (canti narrativi, tarantelle), un syrto greco si fonde con un canto della Grecìa salentina, le sonorità ammalianti di una melodia siriana incrociano il vigore solenne di una villanella napoletana, fino a sciogliersi nel ritmo travolgente di un horo macedone. Un dialogo d’amore sospirato tra il mare e il femminile, il canto della sirena che continua ad ammaliare i viandanti di ogni tempo. La Cantiga de la Serena esegue questo repertorio utilizzando strumenti che appartengono a diverse culture musicali, lasciando ampio spazio alla libera espressione del proprio modo di sentire e filtrare questi antichi canti di amore, preghiera e gioia.

Ingresso gratuito su prenotazione. Info: Orchestra Magna Grecia Taranto – Via Ciro Giovinazzi 28 (392.9199935). Sito: orchestramagnagrecia.it . Il Mysterium Festival può essere seguito anche attraverso gli aggiornamenti sui social Facebook e Instagram.

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Diocesi

Le iniziative della confraternita Ss. Addolorata in preparazione della Settimana Santa

27 Mar 2023

Sono diverse le iniziative messe in cantiere dalla confraternita Ss. Addolorata e San Domenico in preparazione della Settimana Santa: si passa dalla mostra fotografica inaugurata sabato 25 “La lunga notte della Madre” che si tiene nel chiostro della soprintendenza ai Beni culturali, a “La festa piccola della confraternita Ss. Addolorata” appuntamento quaresimale, nel Venerdì di Passione, “Sette dolori di Maria”; dal concerto del Lunedì di Passione al pranzo con i poveri.

Don Emanuele Ferro, padre spirituale del sodalizio Ss. Addolorata, ha puntualizzato come “tutto trova radice nella cosiddetta “Festa piccola”, la commemorazione dei Sette dolori di Maria, Venerdì 31 in San Domenico (ore 18.30), con l’esposizione della venerata immagine della Beata Vergine Addolorata e che vedrà la predicazione di padre Jalal Yako, sacerdote iracheno. Quest’ultimo, a nome della fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”, porterà la testimonianza dei cristiani perseguitati in Medio Oriente”. Presentando il video sulle sofferenze di quelle popolazioni, don Emanuele ha invitato a riflettere e a pregare per quanti nel mondo non hanno la possibilità di manifestare pubblicamente e liberamente la propria fede.

Il compito di entrare nei dettagli del programma pensato dalla confraternita è spettato al priore dell’Addolorata, Giancarlo Roberti:
sabato 25, si è svolto il pranzo con i poveri al centro San Gaetano e inaugurazione – nel chiostro della soprintendenza – della mostra del concorso fotografico “La lunga notte della Madre”, con le opere di 21 partecipanti. Una giuria di professionisti, composta da Arturo Russo, Raimondo Musolino, Carmine La Fratta e Daniela Battista, ha selezionato i vincitori, così risultati nell’ordine: Vittorio Fabianelli, Pasquale Pasculli e Nicola Fedele, con una menzione speciale per Marco Costanzo.
La mostra sarà aperta al pubblico domenica 26 dalle ore 10 alle 12.30 e da  lunedì 27 a venerdì 31 marzo dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 15 alle 17.30.

Domenica 26, la solenne Via Crucis con i confratelli in abito di rito che, nella quinta domenica di Quaresima, partendo dalla chiesa di Sant’Agostino, si è snodata lungo via Duomo; la conclusione è stata in San Domenico con la meditazione dell’ultima Stazione e il canto de “La Desolata” di Marinosci.

Lunedì 27, alle ore 19, si terrà in San Domenico il concerto de “La Passione a Taranto”, dedicato alla memoria di don Mimino Quaranta, a lungo padre spirituale della confraternita.
Le note saranno quelle della Fanfara di presidio del comando interregionale Marittimo sud diretta dal m° Michele Di Sabato. La serata sarà presentata dalla collega Maristella Massari. Durante il concerto, ci sarà la premiazione dei vincitori del concorso fotografico.

Mercoledì 29 e giovedì 30, nella navata centrale della chiesa di San Domenico saranno esposti i simboli del pellegrinaggio della Beata Vergine Addolorata (visite ore 9-13 e ore 17-20); in entrambe le giornate, al centro San Gaetano, durante la presentazione del libro per i bambini “Riti a colori”, le autrici (le fotografe Sara Bastianelli e Maria Gravina e l’illustratrice Valeria de Palma) condurranno un laboratorio didattico per le scolaresche.

L’arch. Simonetta Previtero, funzionario della soprintendenza, a nome della soprintendente Barbara Davidde, ha auspicato una futura intensa collaborazione con la Chiesa di Taranto per la valorizzazione dei nostri beni culturali.

Angelo Riondino, che ha coordinato le manifestazioni culturali della confraternita ha confidato ciò che queste iniziative gli hanno lasciato dentro: “Sono iscritto da 46 anni all’Addolorata e grazie all’incarico affidatomi – in particolare con il concorso fotografico – sto entrando nelle profondità dei Riti. Mi auguro soprattutto che il percorso secondo le nostre tradizioni non si concluda il Venerdì santo con la Crocifissione, ma porti alla Domenica di Pasqua con la Resurrezione, certezza della nostra fede”.

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Diocesi

Mons. Filippo Santoro e la fondazione “L’isola che non c’è” donano un bassorilievo alla Chiesa di Kiev

L’opera, raffigurante San Michele Arcangelo, è stata realizzata dall’artista Cosimo Giuliano di Latiano

27 Mar 2023

La fondazione “L’isola che non c’è” farà dono – insieme all’arcivescovo Filippo Santoro – alla Chiesa di Kiev di un bassorilievo raffigurante San Michele Arcangelo. L’opera è stata realizzata dall’artista Cosimo Giuliano di Latiano.
Nelle prossime settimane una delegazione porterà il bassorilievo in Ucraina come segno di pace e vicinanza a chi soffre a causa dell’odio e della guerra.

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Angelus

La domenica del Papa – Togliete la pietra!

foto Vatican media/Sir
27 Mar 2023

di Fabio Zavattaro

Da una parte, la guerra che continua con il suo corollario di vite recise e di distruzioni, cui si aggiunge l’annuncio, da parte di Mosca, di inviare armi nucleari in Bielorussia; dall’altra un papa che ancora una volta invita a pregare, all’angelus, per il martoriato popolo ucraino – ma anche per il Perù, per i terremotati della Turchia e della Siria e per le popolazioni del Mississippi – preghiera per dire basta al conflitto che dura da oltre 395 giorni. Così Francesco, nelle parole che pronuncia dopo la preghiera mariana, ricorda che “nella solennità dell’Annunciazione, abbiamo rinnovato la consacrazione al cuore immacolato di Maria, nella certezza che solo la conversione dei cuori può aprire la strada che conduce alla pace”. Già lo scorso anno Francesco aveva compiuto questo atto affidando a Maria, in “questa ora buia”, l’umanità intera e in particolare Russia e Ucraina.
Parole nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della resurrezione di Lazzaro, messaggio di speranza di fronte a una sorta di muro, la morte, oltre il quale non siamo capaci di andare. Che Dio abbia il potere di vincere la morte è certezza anche per l’Antico Testamento come leggiamo nel libro di Ezechiele, che si rivolge al popolo ebraico, lontano dalla terra di Israele, affermando che il Signore aprirà le tombe: “vi farò uscire dai vostri sepolcri” e “vi farò riposare nella vostra terra”.
Così il racconto di Giovanni ci dice che nei cuori di Maria e Marta la speranza si riaccende alla vista di Gesù: “pur nel dolore – afferma Francesco – si aggrappano a questa luce, a questa piccola speranza. E Gesù le invita ad avere fede e chiede di aprire il sepolcro”.
Giovanni, nel suo Vangelo, ci ha fatto percorrere, in queste tre domeniche, un cammino, narrando l’incontro con la samaritana al pozzo di Siloe e il cieco che riacquistala vista, la cui sintesi la troviamo in questa domenica: Gesù disseta l’uomo in ricerca e gli mostra una luce nuova, che gli permette di scoprire l’ultimo dei segni prima della passione, ovvero “io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muove, vivrà”. Il messaggio è chiaro, dice Francesco: “Gesù dà la vita anche quando sembra non esserci più speranza”.
Capita a volte, afferma il papa di “sentirsi senza speranza” o “incontrare persone che hanno smesso di sperare, amareggiate perché hanno vissuto cose brutte, il cuore ferito non può sperare”. Hanno vissuto una perdita, una malattia, una delusione, e altro; “sono momenti – afferma il vescovo di Roma – in cui la vita sembra un sepolcro chiuso: tutto è buio, intorno si vedono solo dolore e disperazione”. Sentiamo dire che non c’è nulla da fare. Il miracolo di Lazzaro ci dice che non è così.
La fine non è questa: “in questi momenti non siamo soli, anzi che proprio in questi momenti lui si fa più che mai vicino per ridarci vita”. In una poesia brasiliana si racconta di un uomo che cammina in riva al mare con il Signore e la sua vita e segnata dalle orme lasciate sulla sabbia. Camminando si rende conto che in un certo punto c’è solo una impronta e dice: sono stati i giorni più difficili della mia vita e tu mi hai lasciato solo. Il Signore risponde: non ti ho lasciato, quelli sono stati i giorni in cui ti ho tenuto in braccio.
Tornando all’Angelus, Francesco ci ricorda che proprio nei momenti difficili il Signore “si fa più che mai vicino per ridarci la vita” e “piange con noi, come ha pianto per Lazzaro”. Gesù “ci invita a non smettere di credere e di sperare, a non lasciarci schiacciare dai sentimenti negativi, che ti tolgono il pianto. Si avvicina ai nostri sepolcri e dice a noi, come allora: togliete la pietra”. Il Vangelo di questa domenica “è un inno alla vita, e lo si proclama quando la Pasqua è vicina”. Così il papa dice: il dolore, gli errori, anche i fallimenti, non nascondeteli dentro di voi, in una stanza buia e solitaria, chiusa. Togliete la pietra”. Ancora, “non cedere al pessimismo che deprime, non cedere al timore che isola, non cedere allo scoraggiamento per il ricordo di brutte esperienze, non cedere alla paura che paralizza”, ma togliete la pietra. Un invito, infine, ai confessori: “siete nel confessionale non per torturare, per perdonare, e perdonare tutto, come il Signore perdona tutto”.

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Teatro

“Dieci anni dopo”, il ritorno in scena della compagnia Voci nella notte

foto Martino Marzella
27 Mar 2023

È tornata in scena la compagnia teatrale “Voci nella notte” con lo spettacolo ‘Dieci anni dopo’ di Pio Seni, per la regia di Chicco Passaro.
Dieci anni dopo si ritrovano, con alle spalle i loro fallimenti artistici e sentimentali, sei amici persi per le strade delle loro vite; si ritrovano per festeggiare l’arrivo del nuovo anno nella magione dell’aristocratico amico Peter.
Storie di coppie, di conflitti, di amicizia, di sesso e d’amore. Un invito per il capodanno, si trasforma in una seduta di terapia di gruppo tra amori che si ritrovano ed altri che si dividono.
Commedia dall’english humor che inevitabilmente  porta ogni spettatore a riconoscersi in almeno uno dei personaggi: da vedere e guardarsi dentro.

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Sport

Playoff 5° posto, la Gioiella Prisma vince e si diverte: Padova domata in 3 set

foto G. Leva
27 Mar 2023

di Paolo Arrivo

Quando giochi senza stress, e hai la mente libera, senza l’assillo della vittoria, puoi davvero dare il meglio di te. Così la Gioiella Prisma Taranto ha sconfitto Padova in 3 set (28-26, 25-22, 25-17) giocando un’ottima pallavolo in scioltezza. Già sazia per la conquista della salvezza, davanti a un buon numero di spettatori, equamente ripartiti tra le due tribune del PalaMazzola, gli ionici sono tornati al successo. Merito di una prestazione corale di livello notevole. Doveva essere una festa, nelle intenzioni del club, occasione per riabbracciare la squadra che si è assicurata la partecipazione alla prossima Superlega; e festa è stata, tra gli spalti, e sul campo di gioco a fine incontro, con un risultato dalle proporzioni anche inattese.

Il match Taranto-Padova

Ionici orfani di Lawani, sono in vantaggio per buona parte del primo set, subiscono la rimonta e il muro degli ospiti. Annullano 2 set point della formazione veneta e chiudono a loro favore il parziale grazie alla battuta flottante vincente di Alletti. Il secondo set è combattuto punto su punto. Nella fase centrale, i “gioielli” prendono il largo (16-11). Antonov, tra i migliori in campo insieme a Ekstrand e ad Alletti (il centrale di Codogno è stato votato miglior giocatore del match), chiude il parziale con un ace. Nel terzo set, la partenza a razzo degli ionici (6-1) non dà scampo alla Pallavolo Padova che rincorre inutilmente.

Sabato Santo di passione

Archiviata la terza giornata dei playoff 5° posto (nella prima, gli uomini allenati da Vincenzo Di Pinto hanno osservato il turno di riposo), il prossimo appuntamento è fissato per sabato 8 aprile, quando al PalaMazzola alle ore 18.00 si disputerà la partita di ritorno contro la Top Volley Cisterna. L’obiettivo è ripetersi e regalare un’altra soddisfazione ai supporter che hanno sostenuto la squadra in questa stagione. Da non trascurare l’aspetto agonistico per quanti vogliano ambire alla Challenge Cup: ripristinata la parità nel raggruppamento, tutte le squadre sono a 3 punti, adesso.

Photogallery by Giuseppe Leva

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