I volti della via crucis: il Cireneo
I volti della via crucis
Il Cireneo
Dal Vangelo secondo Marco
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio.
MEDITAZIONE
Anche Tu, Signore, hai bisogno delle braccia di un fratello e trovi sollievo nel soccorso compassionevole di Simone di Cirene, seppur costretto ad aiutarti. È una delle Tue ultime lezioni: non esiste al mondo chi non abbia bisogno di nessuno, chi non abbia bisogno degli amici, dei fratelli.
E se per un attimo scambiassimo l’ordine di questa scena? Tutto ci sembrerebbe più chiaro. Sì, perché Gesù non ha inventato il dolore e la croce, se li è trovati come li trova ogni uomo sulla sua strada. Accade però che sulla via del nostro Calvario possiamo incontrare Lui, il Maestro e non Simone di Cirene, che viene costretto ad aiutare il Signore, ma incrociamo proprio Gesù ci viene incontro nel dolore e nella sofferenza ed è così che nelle tenebre comincia brillare la luce.
«Lo costrinsero a portare la croce». È la vita che ci costringe, è il peccato che ci ha fatto incontrare il dolore. Il mistero della sofferenza coinvolge la vita di ciascun uomo, non c’è nessuno di noi che non passi prima o poi dal vaglio della sofferenza. Ad un certo punto è la miseria che ci costringe, la restrizione della nostra liberà ci costringe, il lutto ci costringe, la malattia ci costringe. Ogni uomo o donna di questa terra viene costretto in questa spirale tentacolata. Quelle poche centinaia di metri, però, che vanno dalla dimora di Pilato al calvario possono intersecare e recidere il groviglio di strade del dolore. La via Crucis taglia la via della morte. Così, quando le nostre croci diventano la croce di Gesù, l’umanità, seppur in salita ma benedetta da un amore incondizionato, si illumina e scopre il fine e il senso, se non altro perché vi è la costatazione che Dio cammina con noi e che non ci abbandonerà. Mai.